sabato 25 novembre 2017

YUKIO MISHIMA, 25 NOVEMBRE 1970


 
Nella fervida speranza che possiate risorgere come Uomini e come Guerrieri.
 [Nell'atto di uccidersi, il 25 novembre 1970]

YUKIO MISHIMA, L'UOMO,
IL GENIO, IL SAMURAI
 
 

“Viviamo in una società angusta, tentando di non entrare in conflitto tra noi, di armonizzare i nostri egoistici interessi per vivere piacevolmente. E tuttavia nel nostro animo vive una segreta insofferenza per questo tipo di morale, soprattutto nei periodi in cui la pace dura da lungo tempo a causa di un governo democratico. Il popolo soffre per un inappagato desiderio di azione e di lotta, ed è tormentato dalle contraddizioni tra questo desiderio e la morale quotidiana. Ha paura di scegliere, vorrebbe mantenerli entrambi. Un uomo comune non riesce ad infrangere la legge se non è certo di avere il sostegno di un’unanime simpatia. Il pubblico dei cinema è composto da persone comuni che, dopo aver assistito a continue violenze e umiliazioni subite dal protagonista, si convincono che ormai a lui non rimanga altro che calpestare la morale quotidiana. Conquistata la simpatia del pubblico, l’eroe dello schermo ne ottiene anche il consenso totale, e in tal modo la sua violenza diverrà un atto di giustizia. Questo è un modello per affascinare gli spettatori, ma se si analizza la psicologia di un simile eroe, si comprende che il suo animo ribolle di violenza. L’opinione pubblica non approva gli atti di violenza inconsulti compiuti da chi non sa reprimere la propria forza, e li giudica semplicemente follie. E’ invece l’azione a lungo repressa, provocata da patimenti infiniti, e intrapresa soltanto a scopo difensivo, quella che gode del favore delle moltitudini. In quell’istante l’azione violenta di un singolo rappresenta i desideri di decine, di centinaia di migliaia, di milioni di uomini. E diviene la manifestazione concreta di una sorte di “giustizia”.” (…)
Yukio Mishima

La vita e le opere di Yukio Mishima

1925
Kimitake Hiraoka, noto con io pseudonimo di Yukio Mishima, nasce il 14 gennaio a Tokyo, nel quartiere di Yotsuya (odierno Shinjuku). Il padre, Azusa, trentunenne, laureato in legge all'Università Imperiale di Tokyo, è un alto funzionario del Ministero dell'Agricoltura, figlio unico
di un uomo politico che fu Prefetto del Dipartimento di Fukushima e Governatore delle isole Sakhalin. La madre, Shizue, di vent'anni, è la secondogenita di un professore di lettere, preside di una scuola media di Tokyo, discendente da una famiglia di sinologi. Dopo il matrimonio Shìzue è costretta a vivere in un ambiente cupo e austero, dominato dalla suocera Natsuko, nipote di Naomune Nagai, discendente da un'antica stirpe di guerrieri, che fu Ministro degli Esteri e della Marina del governo feudale dei Tokugawa. Donna di temperamento orgoglioso e volitivo, ma fragile di salute e infelicemente sposata con un uomo di gusti e di estrazione plebei, Natsuko riversa sul nipotino un affetto possessivo e intransigente. Ottiene che, ancora in fasce, dorma nel suo letto di ammalata e che veda la madre solo ogni quattro ore, per essere allattato. Come scriverà in seguito la madre, il cupo destino di Yukio è già segnato.
1928
Il 23 febbraio nasce la sorella Mitsuko. Mishima vive nella penombra della camera della nonna, lontano dalla madre, dai suoi coetanei e dalla natura.
1930
Il 19 gennaio nasce il fratello Chiyuki.
1931
E ammesso alla scuola elementare del Gakushuin, l'Istituto più esclusivo del Giappone, frequentato dai figli della nobiltà e dell'alta borghesia. Deriso e umiliato dal compagni per le sue origini e per la sua debolezza fisica, dovuta ad un'adenite tubercolosa di un ilo polmonare, che gli impedisce di seguire le norme spartane vigenti in quell'Istituto per reagire alla sua condizione si dedica con passione allo studio. li incoraggiato dalla madre, che desidera veder realizzati in lui i suoi sogni di fanciulla: essere poeta ed artista. Sue composizioni in versi incominciano ad essere
pubblicate periodicamente sulla rivista scolastica "Kozakura" a (Piccolo ciliegio)
1937
Frequenta la prima media al Gakushuin. Si è trasferito nella casa dei genitori, ma continua a frequentare la nonna, che lo accompagna spesso a teatro per assistere a rappresentazioni di Kabuki e di No. In  luglio la rivista del suo Istituto, "Hojinkai" (Società della soccorrevole benevolenza), pubblica un suo articolo intitolato "Ricordo delle elementari". In Ottobre il padre è nominato direttore della sezione forestale di Osaka.
1938
Sul numero di marzo di "Hojinkai" a compaiono due novelle di Mishima, Sukanpo e Zazen monogatarari (Storia di una meditazione Zen). In Sukanpo si narra la storia di un fanciullo che abita in una villa circondata da rossi fiori di sukanpo, di fronte a cui si erge una prigione. Nonostante le raccomandazioni della madre, in un tramonto infuocato il fanciullo si avventura al limite del giardino e incontra un evaso, un uomo gigantesco e barbuto. In questo racconto già traspaiono, nonostante l'ingenuità, alcuni temi fondamentali delle opere future: l'antitesi tra un mondo luminoso e ordinato e il caos oscuro e misterioso, il gusto per il pericolo e la tendenze omosessuali. In luglio, sulla medesima rivista scolastica compare Suzukashò (Note di Suzuka).
1939
Il 18 Gennaio muore la nonna paterna, all'età di sessantaquattro anni. In marzo la rivista dell'Istituto pubblica la sua prima opera teatrale, Higashi no hakasetachi (I dotti dell'oriente) e in novembre la seconda, Yakata (La Dimora).
1940
Dedica ogni ora libera dagli impegni scolastici alla letteratura, nonostante l'opposizione del padre, e a ritiene una occupazione disdicevole per un futuro burocrate e che giunge al punto di distruggere i manoscritti del figlio, con l'unico risultato di rinsaldare in lui la determinazione a perseverare nello scrivere. Da febbraio a marzo appaiono sulla rivista "Kuchinashì" (Gardenia) alcune sue composizioni poetiche. Altre sono riunite in tre quaderni di cui una parte verrà in seguito pubblicata con il titolo "Jugosaishishu" (Raccolta di poesie di un quindicenne). In novembre compare sulla rivista dell'Istituto il racconto "Damiegarasu" (Vetri dipinti). le sue letture preferite sono Il ballo del conte d'Orgei di Raymond Radiguet, Salomè di Oscar Wilde, le opere di Junichiro Tanizaki, di Rainer Maria Rilke e del poeta Shizuo Ita.
1941
In settembre, l'importante rivista "Bungeibunka" (Cultura letteraria) pubblica la novella Hanazakari no mori (La foresta fiorita). Si firma per la prima volta con lo pseudonimo Yukio Mishima, che il padre dello scrittore nella biografia Segare, Mishima Yukio "Mio figlio, Yukio Mishima" asserirà essere stato scelto casualmente dall'elenco telefonico.
1942
Frequenta la prima classe del liceo del Gakushuin. Incomincia lo studio del tedesco. Gli scrittori che collaborano alla rivista " Bungeibunka " gli fanno conoscere le opere del romanticismo giapponese. In luglio con un professore e con alcuni compagni di scuola fonda la rivista "Akae" (Il dipinto rosso). In novembre la rivista "Bungeibunka" pubblica il racconto Minomo no tsuki (La luna sulla superficie dell'acqua). In dicembre sulla rivista dell'Istituto appare la novella "Tama Kizami no haru" (La primavera dell'orafo).
1943
In marzo la rivista "Bungeibunka" pubblica un altro suo racconto, "Yoyo ni nokosan (Per le generazioni future). In giugno esce sulla rivista "Akae" "Inori no nikki (Diario di preghiere). In ottobre muore, a ventitré anni, uno dei suoi amici più cari, anch'egli collaboratore della rivista " Akae ", che così termina la sua breve esistenza dopo due soli numeri. legge con passione le opere della letteratura medioevale giapponese, soprattutto i testi dei Na. In dicembre esce su "Hojinkai" Marchen von Mandala, successivamente intitolato "Mandara monogatari" (Storia del Mandala).
1944
In maggio viene giudicato idoneo al servizio militare. Visita ad Osaka il poeta Shizuo Ito. In luglio pubblica sulla rivista "Bungei Seiki" (Secolo letterario) Asakura. Partecipa alle esercitazioni del corso per macchinisti dell'Accademia Navale di Maizuru. In agosto pubblica su " Bungeibunka " il racconto Yoru no kuruma (Una carrozza nella notte), che in seguito sarà intitolato Estratti del diario filosofo lasciatoci da un inveterato assassino del medioevo. Lavora in un arsenale della Marina, a Numazu. In settembre ottiene, con il massimo del voti, la licenza liceale. Riceve in premio dall'Imperatore un orologio d'argento e dall'ambasciatore tedesco tre libri di letteratura germanica. In ottobre esce presso la casa editrice Shichijoshoin la sua prima raccolta di novelle, intitolata Hanazaki no mori (La foresta fiorita). Costa cinque yen e già nella prima settimana ne vengono vendute quattromila copie. li ammesso al corso di Diritto Germanico alla facoltà di legge dell'Università Imperiale di Tokyo. Viene momentaneamente assegnato ad una fabbrica di aerei del dipartimento di Gunma.
1945
In febbraio pubblica su "Bungei Seiki" la prima parte della novella Chusei (Medioevo). Viene sottoposto a una visita di arruolamento e giudicato erroneamente non idoneo. Medita di suicidarsi e fa testamento.
Negli anni successivi affermerà di essere sopravvissuto da allora solo esteriormente. In aprile lavora in un arsenale della Marina del dipartimento di Kanagawa. Nel tempo libero si dedica alla lettura di classici giapponesi, come il diario di Izumi Shikibu, le opere di Akinari Ueda, il Kojiki e i romanzi dell'epoca Muromachi. legge anche Kyoka Izumi, lo scrittore preferito dalla nonna paterna. In giugno pubblica sulla rivista "Bungeibunka" la novella Esugai no kari (La caccia di Esugai). Riceve per la prima volta un compenso. Sue poesie compaiono sulla rivista " Mandata "(Mandala). Incontra lo scrittore Haruo Sato.
In luglio, nel dormitorio dell'arsenale della Marina, incomincia a scrivere Misaki nite no monogatari (Storia ambientata in un promontorio), un racconto ispiratogli da una vacanza con la madre. Il 15 agosto, a  causa di una febbre persistente, viene congedato ed è ospite di parenti. Il 2 settembre il Giappone firma la resa. Riceve la notizia che un suo amico, collaboratore della rivista "Bungeibunka" , si è suicidato in Malesia quattro giorni prima della fine delle ostilità. In ottobre pubblica sulla rivista " Gendai" (Tempi moderni) Ayame (Iris). Muore di febbre tifoidea Mitsuko, la sorella diciassettenne, allieva del liceo delle suore del Sacro Cuore.
1946
Visita per la prima volta lo scrittore Yasunari Kawabata nella sua casa di Kamakura e gli dona due sue novelle, Chjisei (Medioevo) e Tabako (Tabacco). In giugno la rivista "Shinseiki" (Secolo nuovo) pubblica Nise Don/anki (Annotazioni di uno pseudo don Giovanni). Sulla rivista " Ningen " (Uomo), grazie alla presentazione di Yasunari Kawabata, appare la novella Tabako. In luglio esce
Waga sedai no kakumei (La rivoluzione della nostra generazione). In dicembre incontra Il famoso scrittore Osamu Dazai, che morirà suicida due anni dopo.
1947
In marzo pubblica sulla rivista "Fujingahò" (Periodico illustrato per signore) Koi to betsuri (L'amore e la separazione, in aprile Karu oji to Sotaribime (Il principe Karu e la principessa Sotori), in agosto Yoru no shitaku (Preparativi per la notte), in novembre Misaki nite no monogatari (Storia ambientata su un  promontorio). Si laurea in Legge all'Università Imperiale di Tòkyò. In dicembre appaiono le novelle Harukò e Raudosupika (L'Altoparlante) e il secondo capitolo del romanzo Tòzoku (I briganti). Supera con successo il concorso per funzionari dello Stato di alto grado ed ottiene un incarico nel Ministero delle Finanze.
1948
In gennaio pubblica le novelle Sakasu (Il circo) e Futoku (Virtù femminile). In febbraio esce a puntate
sulla rivista "Gozen" (Il mattino) il suo primo romanzo, Tòzoku (I briganti). Sulla rivista "Hana" (Fiori) pubblica "Chòcbò" (Farfalle). In aprile vengono pubblicate le novelle Junkyò (Il martirio), Shinsetsuna otoko (Un uomo gentile) e Kazokuawase (Unione familiare), in giugno Kashiratnoji (Le iniziali), Jizen (Carità) e Hòsekibaibai (Compravendita di gioielli), in luglio Kòshoku (Erotismo) e Tsamibito (Il peccatore). In settembre lascia l'impiego al Ministero delle Finanze per dedicarsi totalmente alla letteratura. In ottobre diviene socio dell'elegante Circolo Ippico del Palazzo Imperiale. In novembre pubblica il racconto Yagi no kubi (La testa di capra) e il dramma Kataku (La casa tra le fiamme). Il ventitré dello stesso mese viene finalmente pubblicato interamente il suo primo romanzo Tòzoku, con una prefazione di Yasunari Kawabata. In dicembre fonda con altri scrittori, tra cui Hiroshi Noma, la rivista "Jokyoku" (Preludio), su cui viene pubblicata la novella "Shishi" (Il leone).
1949
In gennaio escono i racconti Dai/in (Il Ministro), Koi no omoni (Il pesante fardello dell'amore) e gli articoli Kufuku to iò byòki no ryòhò (Terapia d'una malattia chiamata felicità) Dokuyaku no
shakaiteki kòyò ni tsuite (Sull'utilità sociale dei veleni), Kawabata Yasunari ron no ippòhò, sakuhin ni tsuite (Un metodo di discussione su Yasunari Kawabata, a proposito delle opere). In febbraio vengono pubblicate le novelle Magun no tsuka (Il passaggio dei demoni) e Ai no fuan (Inquietudine d'amore), in marzo Jidò (Il paggio) e l'articolo Fùnabashi Seikhi to no taiwa (Dialogo con Seuchi Funabashì). In maggio, sulla rivista "Bungakukai" (Il mondo della letteratura) appare il dramma Tòdai (Il faro), in luglio il racconto Fuin (Annuncio di morte). La casa editrice Kawade pubblica nello stesso mese il romanzo, in parte autobiografico, Kamen no kokuhaku (Confessioni di una maschera). In settembre escono i racconti Butaigeiko (Prova generale> e Hoshj (Stelle), in ottobre Rara (La rosa), Taikutsuna tabi (Un viaggio tedioso), Niobe, Seijo (La santa), in novembre Kòkyò (Il libro della pietà filiale), Kazan no Kyuka (Il riposo del vulcano), Sbinsetsuna kikai (Una macchina premulosa), in dicembre Kaibutsu (Il mostro). Muore a ventott'anni Yoshì Tokugawa, uno dei suoi più cari amici, allievo del Gakushuin.
1950
In gennaio, su alcune riviste, vengono pubblicate le novelle Kajitsu (Frutta), Ennò (Anatre mandarine), Junpaku no yoru (La candida notte). In febbraio partecipa come attore alla rappresentazione di Tòdai (Il faro), in aprile escono gli articoli Osukaa Wairudo ron (Saggio su Oscar Wilde), Sòsaku hihyò (Creazione critica), un dialogo con il famoso saggista Tetsutarò Kawakami. Jn giugno la casa editrice Shinchasba pubblica il romanzo Ai no kawaki (Sete d'amore) e in luglio vengono dati alle stampe il racconto Nkbiyòbi (La domenica) e, ancora presso la casa editrice Shinchasha, il romanzo Ao no jidai (L'eta' verde). In agosto esce il racconto Tonorikai (Il club degli escursionisti). Si trasferisce in una zona più tranquilla ed elegante di Tokya nel quartiere di Meguro. In ottobre viene pubblicato il dramma Kantan, in dicembre il racconto Mesuinu (La cagna).
195l
In gennaio pubblica i racconti Katei saiban (Tribunale faullare), Jòryu rissbiden (Biografia di una personalità femminile), Aya no tsurumi (Il tamburo di damasco) e il romanzo Kinjtki (Amori pruibiti); in marzo Idaina sbimai (Le magnifiche sorelle), Isu (La sedia), e Hakone saiku (Manufatto di Hakone); in aprile Sbi no sbima (L'isola della morte); in maggio Tsubasa (Ali); in giugno Hiyoka ni shàsetsu ga wakaru ka (Può uncritico capire un romanzo). Con-temporaneamente pubblica la sua prima raccolta di saggi, Kari io emono (La cacda e le prede) e una conversazione con lo scrittore Sbobei Oka, Kenen mondò: iisaku no bimitsu wo megulte (Dialogo tra cane e scimmia. circa i misteri delle proprie Opere) In agosto appare a puntate il romanzo Natsuko no bòken (L'avventura di Natsuko). Partecipa come attore al film tratto da Junpaku no yoru (La candida notte). In ottobre pubblica il racconto Keiiaiyò (Portatile) e in novembre redatta la parte del fratello minore in Cbicbi kaeru (Torna papà) di Hiroshi Kil:uchi. In dicembre, come inviato speciale del giornale "Asahi", s'imbarca sulla President Wilson per un viaggio intorno al mondo, da cui tornerà nel maggio dell'anno seguente. I suoi articoli, pubblicati su varie riviste, saranno riuniti  nell'ottobre dell'anno successivo in un libro intitolato Aporo no hai (La coppa di Apollo).
1952
In gennaio vengono pubblicati il racconto Kurosuwado pazuru (Parole incrociate) e il dramma Sotoba Komacbi (Komachi e la stupa); in febbraio Kore bodo takai mono wa nai (Nulla è così alto) e Engeki to bungaku (Il teatro e la letteratura), conversazione con Hiroshi Akutagawa. In marzo, durante un soggiorno a Parigi, scrive Yoru no bimawari (Il girasole della notte), in giugno esce il racconto Manatsu no sbi (Morte di mezza estate), in novembre il giornale "Asahi" incomincia a pubblicare Nibonsei (Fabbricato in Giappone) e in dicembre viene dato alle stampe Bisbin (La divinità della bellezza).
1953
In gennaio viene girato un film ispirato al romanzo Natsuko no bòken (L'avventura di Natsuko). In 
marzo visita il dipartimento di Mie, per studiare i luoghi in cui ambientare il romanzo Sbiosai (La voce delle onde). In giugno pubblica Tabi no bobimei (Epitaffio di viaggio), Tamago (L'uovo), Kyuteisba (Fermata improvvisa), in luglio il racconto Fumanna onna taebi (Donne insoddisfatte); in agosto la rivista femminile "Shùfu no tomo" (L'amica delle padrone di casa) inizia la pubblicazione a puntate del romanzo Koi no miyako (La capitale dell'amore). In settembre pubblica Hanabi (Fuochi d'artificio), in
ottobre Radige no sbi (La morte di Radiguet). In dicembre il dramma Jigokuben (Rappresentazione dell'inferno) va in scena al teatro Kabuki di Tòkya, recitato dagli attori della compagnia di Kichiemon Nakamura. Partecipa all'annuale recita degli scrittori e dei letterati, interpretando una delle parti principali del Cbusbingura, una delle opere più famose del Kabuki.
1954
In gennaio pubblica il dramma No Aoi no Ue (La nobile Aoi) e Hizokuna buntai ni tsuite (Sullo stile volgare), in giugno Tenrankai (La mostra), il dramma Wakòdo yo yomigaere (Giovani,
tornate a vivere!), il saggio Wattò no Sbiteeru e no lunade ('La partenza della nave per Citera di Watteau) e il romanzo Sbiosai (La voce delle onde), presso la casa editrice Shinchosha. In luglio dà alle stampe Kagi no kakaru beya (La stanza chiusa a chiave), Fukushu (Vendetta) e Toketa tennyo (La Ninfa disciolta), in agosto Sbi wo kaku sbònen (Il fanciullo che scrive poesie) e Megami (La dea). Si reca nel dipartimento di Mie con la troupe cinematografica che realizzerà un filrn tratto da Sbiosai (La voce delle onde). In ottobre escono il racconto Sbigadera sbònin no koi (L'amore del sacerdote del tempio di Shiga) e il saggio Fassbirumu wa sonzai suru ka? (Esiste il fascismo?). In novembre viene pubblicato Mizu no oto (Il suono dell'acqua). Un suo dramma, Iwasbiuri koi no bikiami (La sagena d'amore del venditore di sardine), viene rappresentato al teatro Kabuki dalla compagnia di Kichiemon Nalcamura. Partecipa come attore all'annuale recita dei letterati. In dicembre gli viene conferito il primo premio istituito dalla casa editrice Shinchòsha.
1955
Pubblica il dramma " Hanjo " Umi to yuyake (Il mare e il tramonto) e il romanzo Sbizumeru taki (La cascata che s'immerge). In febbraio partecipa alla rappresentazione di Kumano, un dramana scritto per il teatro Kabuki. In marzo dà alle stampe il racconto Sbinbunsbi (Corta di giornale), in aprile Akinaibito (Il commerciante) e Yama no tamasbii (Lo spirito della montagna), in giugno Kubaku no yakuwari (La  funzione dello spazio in bianco) e, presso la casa editrice Shinchasha, il romanzo Kò/ukuno sbuppan (La partenza della nave Felicità). Viene rappresentata nello stesso mese la sua opera teatrale Fune no aisatsu (Il saluto della nave). In luglio pubblica Botan (Peonia), in agosto il dramma Sangensboku (I tre colori primari), in settembre il dramma Sbiroari no su (Nido di termiti). Due volte alla settimana frequenta una palestra in cui s'insegna il body building. In novembre pubblica Sbòsetsuka no kyuka (La vacanza di uno scrittore). Come tutti gli anni, al teatro Kabulci viene rappresentato un suo dramma. Partecipa anche come interprete alla rappresentazione annuale dei letterati. recita la parte del pazzo in un dramma intitolato Un pazzo sul tetto. Pubblica a puntate il saggio Sbinrenai kòza (Corso di lezioni sull'amore moderno).
1956
In gennaio vengono pubblicati a puntate i romanzi Kinkakuji (Il Padiglione d'Oro) e Nagasugita baru (Una primavera durata troppo a lungo). In marzo dà alle stampe Jukyusai (Diciannove anni) e il dramma Daisbògai (Il grande impedimento), in aprile Eien no tabibito-Kawabata Yasunari (L'eterno viaggiatore, Yasunari Kawabata). In luglio il saggio Ogai no tanpensbòsetsu (Le novelle di Ogai), in agosto Jikokaizò no kokoromi- omoi buntai to Ogai e no keitò (Tentativo di ricostruzione di se stesso - devozione ad uno stile grave e ad Ogai), in settembre il saggio Kame wa usagi ni oitsuku ka ? Iwayuru kòsbinkokì' no sbomondai (La tartaruga raggiungerà la lepre? I vari problemi dei cosiddetti Paesi arretrati), in ottobre Segakibune (L'imbarcazione per il suffragio degli spiriti famelici). In novembre viene rappresentata l'opera teatrale Rokumeikan. In dicembre esce il racconto Hasbi zukusbi (Raccolta di ponti). Sbiosai (La voce delle onde) viene tradotto in inglese. Negli anni seguenti numerose sue opere saranno tradotte e pubblicate nei principali paesi del mondo.
1957
In gennaio dà alle stampe i drammi di stile No Onnagata (L'attore che interpreta parti femminili) e Dòjòji (Il tempio di Dujò). Pubblica inoltre Gakuya de kakareta engekiron (Discorso sul teatro scritto da dietro le quinte), la prima puntata di Waga sbisbunki (La mia adolescenza) e il saggio Bi no katacbi-kinkakuji wo megutte (Le forme della bellezza - a proposito del Padiglione d'Oro). Il romanzo Kinkakuji vince il premio del giornale " Yomiuri ". In marzo viene rappresentata la tragedia Buritanikyusu (Britannicus). In aprile esce la prìma puntata del romanzo Bitoku no yoromeki (Una virtù vacillante). La tragedia Buritanikyusu vince il premio teatrale del giornale Mainichi. In maggio inizia la versione cinematografica del romanzo Nagasugita baru (Una primavera durata troppo a lungo). In giugno dà alle stampe il saggio Gendai sbòsetsu wa kotentanuru ka (Può un romanzo moderno essere classico?), in luglio Asa no tekicboku (Azalee del mattino). ~ invitato in America dalla casa editrice Knopf e parla all'Università del Michigan sul tema Nibon bundan no geniò Io seiyò bungaku Io no kankei (La situazione attuale del mondo letterario giapponese e i suoi rapporti con la letteratura occidentale). Il viaggio si prolungherà sino al gennaio dell'anno seguente; visiterà Messico, Repubblica Dominicana, Haiti, Avana, America Meridionale, Spagna, Italia e Grecia. In agosto esce il racconto Kiken (I nobili). In ottobre viene tratto un film dal romanzo Biioku no yoromeki (Una virtù vacillante).
1958
In marzo pubblica Sbinjuron (Discorso sul suicidio degli amanti) e Tabi no ebon (Libro d'immagini di viaggio), una raccolta di articoli, soprattutto su New York. Incomincia a prendere lezioni di boxe.
In aprile esce Nikki (Il diario) e, a maggio, il dramma Bara Io kaizoku (La rosa e il pirata). In giugno sposa Yòko Sugiyama, la figlia ventunenne di un noto pittore dello stile tradizionale giapponese, presentatagli da Yasunari Kawabata. Racconterà i motivi della sua decisione in un articolo pubblicato il mese seguente sulla rivista "Shufu no tomo " (L'amica della padrona di casa), intitolato Watakusbi nomiaikekkon Inizia ad esercitarsi nel kendò, con il sesto dan Yoshikawa Masami. In luglio esce la prima parte della raccolta di saggi Fudotoku kyòiku kòza (Corso d'educazione  immorale). In agosto il regista Kon Ichikawa dirige un film (EnIò) tratto dal romanzo Kinkakuji (Il  Padiglione d'Oro). In ottobre fonda con altri scrittori la rivista trimestrale " Koe " (La voce), su cui  compaiono i primi due capitoli del romanzo Kyòko no ie (La casa di Kyako). Smette di praticare la boze e  torna al body building. Il suo dramma Kabuki Musumegonomi obitori no ike (Lo stagno del laccio per la  spada che piace alle ragazze) viene rappresentato dalla compagnia di Kichiemon Nakamura. Partecipa  come attore all'annuale recita dei letterati. Riceve il premio teatrale della rivista " Shunkan Yomiuri " per  il dramma Bara Io kaizoku (La rosa e il pirata). 
1959 
In gennaio pubblica il saggio Bunsho tokubon (Libro di lettura dello stile) e viene tratto un film da 
Fudotoku kyòiku kòza (Corso d'educazione immorale), a cui partecipa come attore, mentre a febbraio  iniziano le riprese di un altro film, ispirato al dramma Tòdai (Il faro). In maggio escono il saggio fubassai  to sanju~yonsai no shòzòga (Ritratto dei diciotto e dei trentaquattro anni) e il dramma Kumano, pubblicato  sulla rivista " Koe " (La voce). Si trasferisce con la famiglia in una nuova casa, progettata da un noto  architetto in stile occidentale. Il 2 giugno nasce la sua primogenita. In settembre pubblica una raccolta  di fotografie del celebre attore di kabuki Utaemon Nakamura, che anni prima gli ha ispirato il  personaggio di Onnagata. In ottobre esce sulla rivista " Koe " (La voce) Onna wa senryò sarenay (La donna  è imprendibile). In novembre incontra all'Hotel Imperiale di Takya il drammaturgo Tennessee Williams, 
di cui è amico. Scrive un articolo intitolato Geki sakka no mita Nihon (Il Giappone visto da un drammaturgo). Partecipa per l'ultima volta all'annuale recita dei letterati. Stipula come attore un contratto esclusivo con la casa cinematografica Dalei. 
1960 
Pubblica sulla rivista " Koe " il dramma Nettaiju (Alberi tropicali) e escono a puntate i romanzi Utage no  ato (Dopo il banchetto) e Ojòsan (La signorina). In marzo partecipa come protagonista al film della Daiei  Karakkaze yarò (Quel tipo del vento secco). In aprile recita nel dramma Salome'. In giugno assiste alle  grandi manifestazioni antiamericane organizzate davanti al Palazzo della Dieta. In luglio pubblica sulla  rivista " Koe " il dramma Yoroboshi (Il monaco mendicante). In settembre esce la novella Hyakumannen  no inmochi (Una focaccia da un milione di yen), in novembre il racconto Sutaa (Star). Parte con la moglie  per un viaggio intorno al mondo che durerà tre mesi: visiteranno l'America, il Portogallo, la Spagna, la  Francia, la Germania, l'Inghilterra, la Grecia, l'Italia e i Paesi Arabi. In dicembre incontra a Parigi Jean  Cocteau. 
1961 
In gennaio pubblica la novella Yukoku (Patriottismo) e assiste alle prove di una rappresentazione dei  suoi No in un teatro di New York. In febbraio la Daiei inizia la produzione della versione cinematografica di Ojòsan (La signorina). In marzo viene citato in tribunale dall'ex Ministro  degli Esteri Hachiro Arita che, essendosi riconosciuto in un personaggio del romanzo Utage  no ato (Dopo il banchetto), accusa lo scrittore di diffamazione. In aprile pubblica Ri ni  sakarau mono (Ciò che si oppone alla bellezza), in giugno esce a puntate il romanzo Kemono no  tawamure (Divertimenti animaleschi) e in settembre la novella Ichigo (Le fragole). Partecipa a  un congresso all'Università della California e tiene una conferenza sul tema gioventù giapponese. In  novembre pubblica Ri no shugeki (L'assalto della bellezza) e viene rappresentato il dramma Tòka no (I  crisantemi del giorno dieci). In dicembre esce la novella rotòkage (La lucertola nera). 
1962 
In gennaio pubblica le novelle Bòshi no hana (I fiori sul cappello) (Il thermos) ed escono a puntate i  romanzi Utsukushi hoshi (Leggiadre stelle) e Ai no shissò (La veloce corsa dell'amore). il dramma Tòka no  kiku (I crisantemi del giorno dieci)  Vince il premio teatrale del giornale "Yomiuri". In marzo pubblica l'opera teatrale Genji kuyò (Il  suffragio di Genji). In maggio incomincia a progettare la struttura della sua opera più grandiosa, Hòjò  no umi (Il mare della fertilità). Nasce un figlio. In luglio pubblica la novella Tsuki (Luna), in ottobre un  saggio su Junichiro Tanizaki, Tanizaki Junichirò ron. In dicembre esce a puntate il romanzo Dauchi no sei  (Il primo sesso) Scrive una prefazione e cura un'edizione delle opere di Yasunari Kawabata. 
1963 
In gennaio escono le novelle Budòpan (Pane con le uvette) e Shinju (Perla); pubblica a puntate il romanzo  Nikutai no gakkò (La scuola del corpo) e una raccolta di saggi, Waiatushi no henreki
lidai (I miei anni di  vagabondaggio).  E' nominato direttore artistico della compagnia teatrale del Bungakuza. In febbraio dà alle stampe Mori  Fusao ron (Saggio su Fusso Mori) e in marzo viene pubblicato un libro di sue immagini fotografiche,  scattate da Eika Hosoe, intit~ lato Rarakei (Il supplizio delle rose). In luglio lavora alla stesura del  dramma Minoko, in agosto pubblica le novelle Ame no naka no lunsui (Una fontana nella pioggia) e Kippu (Il biglietto). Esce a puntate una serie di articoli che verranno poi raccolti in un libro con il titolo Geijutsu dansò (La soppressione del pensiero nell'Arte). In settembre la casa editrice Kòdansha pubblica  il romanzo Gogo no eikò (tradotto in italiano con il titolo Il Sapore della gloria), in ottobre viene stampata la 
novella Ken (La spada) e in novembre l'articolo Waga sòsaku hòhò (Il mio metodo creativo). Rinuncia alla  direzione artistica del Bungakuza per divergenze politiche con gli attori che si rifiutano d'interpretare il  suo nuovo dramma Yorokobi no koto (L'arpa della gioia). 
1964 
In gennaio pubblica a puntate i romanzi Kinu fo meisatsu (Seta e chiaroveggenza) e Ongaku (Musica).  Forma una nuova compagnia teatrale, contraddistinta dalla sigla NLT. Cura l'edizione della Collana di  Letteratura Giapponese pubblicata da Chuo Koronsha. In marzo viene tratto un film dalla novella Ken (La spada), in aprile viene girata la versione cinematografica del romanzo Sbiosai (La voce delle onde) e  in maggio quella del romanzo Kedamono no tawamure (Divertimenti animaleschi). In giugno compie un  viaggio di dieci giorni negli Stati Uniti d'America. In luglio partecipa ad un dibattito sul tema Kabuki metsubò ron no zebi (Falsità o esattezza della teoria della fine del Kabuki). In agosto trascorre due  settimane con la famiglia al mare, al Takyù Hotel di Shimoda, nella penisola di Izu, e in futuro vi  tornerà ogni estate. In settembre appaiono su alcuni dei principali giornali numerosi suoi articoli sulle  Olimpiadi di Tokyo. Esce su una rivista un suo dialogo con lo scrittore Kenzabura Oe, Gendai sakka wa  kaku kangaeru (Così pensa uno scrittore moderno). In novembre il suo romanzo Kinu to meisatsu (Seta e  chiaroveggenza) vince il premio del giornale " Mainichi ". 
1965 
All'inizio dell'anno pubblica Mikumano mòde (Pellegrinaggio ai tre templi di Kurnano),  Gettansò kitan (Squisito racconto della villa della silenziosa luna) e l'articolo Sengo no Nippon  bungaku (La letteratura giapponese del dopoguerra). In febbraio pubblica il racconto Kujaku  (Il pavone) e una serie di articoli dal titolo Han teilo daigaku (Contro l'università delle donne virtuose). In  marzo è invitato da un Ente Culturale inglese a Londra, ove soggiorna per circa un mese. In aprile  accetta di collaborare alla nuova edizione della rivista "Hihyo" (La critica), su cui pubblica una  traduzione de Il martirio di San Sebastiano di Gabriele D'Annunzio; in giugno esce la novella Asa no junai  (L'amore puro del mattino). In settembre inizia la pubblicazione a puntate del romanzo Haru no yuki  (Neve di primavera) e parte con la moglie per un lungo viaggio in America, in Europa e nell'Asia  sudorientale. In ottobre il suo nome appare nella rosa dei candidati del Premio Nobel per la Letteratura.  In novembre pubblica il dramma Sado Kòshaku fujin (La Marchesa de Sade) e sulla rivista " Hìhya " esce  a puntate Taiyò to tetsu (Il sole e l'acciaio). In dicembre viene tratto un film dal romanzo Nikutai no gakko  (La scuola del corpo). 
1966 
Nel gennaio dà alle stampe la novella Nakama (La compagnia). Esce a puntate 41 romanzo Fukuzatsuna  kare (Un " lui " complicato) e come appendice ad una ristampa delle opere di Ògai Mori viene  pubblicato un suo dialogo con la figlia dello scrittore. Nello stesso mese Sado Kòsbaku Iujin riceve il  Premio per il teatro del Ministero dell'Educazione e il film Yukoku
(Patriottismo), scritto, prodotto,  diretto e interpretato da Mishima, si classifica secondo al Festival Internazionale di Tours. In febbraio  esce a puntate il saggio Owari no bigaku (L'estetica della fine) e la rivista " Bungei " (Arte e letteratura)  pubblica una sua conversazione con lo scrittore Kòba Abe, Niju seikì no bungaku (La letteratura del  ventesimo secolo). Frequenta la palestra di kendò del Palazzo Imperiale e in breve tempo viene  promosso al grado di quarto dan in quest'arte marziale. In aprile esce un suo artkolo intitolato O chazuke  nashonarizumu (Nazionalismo da tè e riso) e in giugno pubblica Eirei no koe (La voce degli eroi defunti). 
Viene girato ~ mm tratto dal romanzo Ai no kawaki (Sete d'amore). In luglio accetta di diventate  membro della giuria che assegna il Premio Akutagawa. In agosto la casa editrice Shinchasha pubblica  una raccolta completa dei suoi saggi. Si reca per tre giorni, in ritiro spirituale, al tempio shintoista  Omiwa a Nara, in compagnia di Donald Keene, esperto di letteratura giapponese. Si ferma dieci giorni a  Kyòto e poi viaggia attraverso il Kyushu. In settembre escono a puntate su riviste femminili i romanzi  YakaiIuku (Abito da sera) e Mishima Yukio rèta kyashitsu (Scuola di corrispondenza di Yukio Mishima). In  ottobre pubblica il saggio Kòya yori (Da un luogo selvaggio) e una raccolta di dialoghi con Fusao Mori,  Taiwa-Nihonjin ron (Conversazione: dibattito sui Giapponesi). In novembre viene messa in scena al  teatro Nissei la commedia Arabian naito (Notti d'Arabia). In dicembre si esercita alla maratona correndo  all'alba nello stadio nazionale e in questa occasione conosce alcuni giovani che poi arruolerà nel suo  esercito personale. 
1967 
In gennaio esce il racconto Tokei (L'orologio) e a febbraio incomincia la pubblicazione a puntate del  romanzo Hònba (Cavalli al galoppo), il secondo della terralogia HOJO no umi (Il mare della fertilità). Con  Yasunari Kawabata, Jun Ishikawa e Kaba Abe firma un manifesto contro la rivoluzione culturale cinese.  In aprile partecipa alle esercitazioni dell'Fsercito per la Difesa Nazionale in un campo militare alle  pendici del monte Fuji e vi rimane un mese e mezzo. Incide su un disco, messo in vendita dalla casa  discografica Takuto Rekòdo, le poesie di Cielo e Mare, di Akira Asano. S nominato diretrore dello Stadio  Nazionale e viene eletto dirigente dell'Associazione degli artisti e dei letterati. In luglio incomincia a  frequentare una delle migliori palestre di karate del Giappone. In settembre pubblica il saggio Hagakure  nyimon (Introduzione allo Hagakure). Accetta un invito del governo indiano e si reca a New Delili con  la moglie; durante il viaggio di ritorno visita, da solo, il Los e la Tailandia. In ottobre  pubblica il dramma Suzakuke no netsubò (La rovina della casata dei Suzaku). Viene scelto quale candidato al premio Nobel. 
1968 
In febbraio si esercita nella guida di carri armati in un campo militare dello Hokkaido. In marzo 
partecipa con venti studenti ai corsi di istruzione militare dell'Esercito per la Difesa Nazionale, nel 
campo di Takigahara, alle falde del Fuji. In aprile vengono pubblicate due sue conversazioni: la prima  con Mitsuo Nalcamura, Taidan - ningen to bungaku (Discussione: l'uomo e la letteratura) e la seconda dal  titolo Watakusbi no bungaku wo kataru (Vi parlo della mia letteratura). In maggio appare su "Playboy " la  prima puntata del romanzo Inochi urimasu (Vi vendo una vita) e pubblica Sboselsa lo wa nani ka (Che cos'è  un romanzo?). Il romanzo Gogo no eikò (tradotto in italiano con il titolo Il sapore della gloria) si classifica  al secondo posto nella votazione che precede l'assegnazione del premio Formentor. Lascia la  compagnia teatrale NLT e ne forma una nuova, " La compagnia del teatro romantico 5. In giugno cura  un numero speciale della rivista " Hìhya " dedicato al Decadentismo. Dà alle stampe la prima puntata di  una serie di saggi dal titolo Wakaki samurai no lame no seisbin kòwa (Lezioni spirituali per un giovane  samurai). Viene tratto un film dal romanzo Fukuzalsuna kare (Un " lui " complicato). In luglio pubblica  Runka bòei ron (Saggio sulla difesa della cultura). Partecipa con trentatré studenti alle esercitazioni  militari del campo di Takigahara. In agosto recita nel film tratto dal suo romanzo Kurotokage (La  lucertola nera). Diventa quinto dan di kenda. Conosce Monta, lo studente dell'Università Waseda che si  suiciderà con lui. In settembre incomincia la pubblicazione a puntate di Akatsuki no lera (Il tempio  dell'alba), il terzo romanzo della tetralogia Hòjò no umi. Partecipa ad un dibattito all'Università Hitotsubashi su " I fondamenti di una riforma nazionale " e ad una conferenza internazionale, indetta  dall'Unesco, che ha per tema " Gli studi sulla cultura giapponese ". Si dedica al karate con il suo gruppo  di studenti, con cui decide di formare un corpo para-militare chiamato " Tate no kai " (Associazione  dello scudo), che sarà ufficialmente fondato con una cerimonia il 5 ottobre. Nello stesso mese viene  anche presentato il balletto Miranda, da lui ideato, in occasione delle manifestazioni indette dallo Stato  per festeggiare il centenario della Riforma di Meiji. In novembre pubblica due articoli, Jiyu lo kenryoku  no iòkyò (La condizione della libertà e del potere) e All Japanese are perverse (Tutti i giapponesi sono  corrotti). Entra coraggiosamente nella Tokya University e affronta gli studenti in rivolta, nel tentativo  d'incontrare il preside tenuto prigioniero. In dicembre pubblica il dramma Waga tomo Hittora (Il mio  amico Hitler). 
1969 
In gennaio dà alle stampe il saggio Tòdai wo dobulsuen ni sbiro (Trasformiamo L'Università di Tokyo in un giardino zoologico); in febbraio un articolo intitolato Han kakumei sengen (Dichiarazione  controrivoluzionaria). Partecipa con quarantacinque studenti alle esercitazioni militari di Gotenba. 
Prende lezioni di iai e in tre mesi ottiene il grado di primo dan. In aprile partecipa ai campionati 
mondiali di kendo. In giugno pubblica il dramma Raio no terasu (La terrazza del re lebbroso). In luglio si  reca ad Okinawa. A fine mese partecipa a un ricevimento in occasione della presentazione del film Hitogiri (L'uccisione), in cui interpreta la parte di un samurai che compie il suicidio rituale. In settembre pubblica a puntate Kòdògaku nyumon (Introduzione alla scienza dell'azione). Viene messo in scena un dramma tratto dal romanzo Haru no yuki (Neve di primavera). In ottobre incide su un disco a trentatrè giri, delle edizioni Columbia, il testo di un dramma scritto per il teatro delle marionette, il Bunsalui, intitolato Chinselsu yumiharitsuki (Strana storia della falce di luna); pubblica una sua conversazione con Sniniara Jshiwara, Mamorubeki mono no kacbi - wareware wa nani wo senlaku suru ka (Il valore di ciò che deve essere conservato. Che cosa scegliamo?) e un suo intervento a un dibattito pubblico, Omara katoki no rònri - kòdò suru sakka no sbiben lo sekinin (La logica in un periodo di grande transizione - le intuizioni e le responsabilità di uno scrittore che agisce). Al Teatro Nazionale si rappresenta un dramma Kabuki tratto da Cbinsetsu yumiharitsuki (Strana storia della falce di luna), in cui recita anche l'autore. Organizza una parata del suo esercito personale, che sfilerà nello Stadio Nazionale per festeggiare il primo anniversario della sua costituzione. In dicembre soggiorna quattro giorni in Corea. 
1970 
Esce una sua conversazione con Akivuki Nozaka, Ken ka bana ka 70 nen ransei. Oloko no ikiru michi (La spada o il fiore? - Tempi caotici dell'anno 70: il sentiero di vita di un uomo). Partecipa al ricevimento che precede un simposio internazionale di giornalisti convenuti da tutto il mondo. In marzo un'emittente televisiva privata trasmette uno sceneggiato tratto dal romanzo Haru no yuki (Neve di primavera). La rivista americana " Exquire " lo include nella lista dei cento uomini più importanti del mondo e lo chiama l'Hemingway giapponese. Trascorre quasi un mese nel campo militare di Takigahara con trenta studenti del " Tate no Kai ". Inizia ad elaborare un piano di azione con il capogruppo, lo studente Monta. In aprile si dimette dalla carica di direttore del Nihon Bunka Kaigi (Ente Ufficiale della Cultura Giapponese) e lascia la rivista " Hìhya ". Espone il suo piano d'azione anche agli studenti Ogawa e Koga. In giugno pubblica un articolo sul giornale " Mainichi " intitolato Sbidò ni Isuile - Isbiwara Shintaròschi e no kokaijo (A proposito del Codice d'Onore di un guerriero. Lettera aperta a Sbintarò Jshiwara). Dà alle stampe un elzeviro sulle antiche raccolte di poesia Kaifusò e Kokinwalashu. Compone le parole dell'inno del suo esercito privato, intitolato Sorgete! Giovani leoni rossi e lo incide su un disco con il testo di Eirei no koe (La voce degli eroi defunti). Partecipa con alcuni membri del " Tate no Kai " al tredicesimo incontro nazionale di karate. Si classifica nella categoria dei primi dan. Ottiene il permesso di esercitarsi ogni mese con i membri del " Tate no Kai "nella piazza antistante la terrazza della caserma di Ichigatani, su cui pronuncerà il suo ultimo discorso. Redige il suo testamento. 
In luglio esce la prima puntata del romanzo Tennin gosui (I cinque sintomi della caduta degli angeli), l'ultimo della tetralogia del Mare della fertilità In appendice a una raccolta di opere di Zeami appare una sua conversazione con Donald Keene, Zeami no kizuiia sekai (Il mondo costruito da Zeami). In agosto, durante l'abituale periodo di Vacanza a Sbimoda, incomincia a scrivere l'ultimo capitolo di Tennin gosui, che terminerà il giorno precedente il suo suicidio. In settembre pubblica un articolo intitolato Katumei tetsugaku tosbite no yòmeigaku (La teoria dello yangming come filosofia della rivoluzione) e una conversazione sui tema Shòbu no kokoro (Lo spirito di chi onora le arti militari). Il " Tate no Kai " sfila per l'ultima volta in parata nello Stadio Nazionale. Si esercita per dieci giorni con cinquanta studenti nel campo militare di Takigahara. In ottobre esce una raccolta di saggi intitolata Gensen no kanjò (I sentimenti originali). Posa per l'ultima fotografia ufficiale con i quattro più fedeli membri del " Tate no Kai ": Monta Kaga, Ogawa e Koga, e tutti indossano la divisa del gruppo. Il primo novembre la rivista " Bungei " pubblica un suo dialogo intitolato Bungaku wa kukyo ka (La letteratura e' il vuoto?". Il tre novembre compila, con l'aiuto della moglie, una bibliografia delle sue opere. Il quattro parte per Takigahara, dove trascorrerà, con quarantacinque studenti, tre giorni dedicati alle ultime esercitazioni. 
Dell'undici al diciassette, in uno dei Grandi Magazzini di Ikebukuro, a Takya, si tiene la " Mostra di Yukio Mishima " che illustra i momenti fondamentali della sua vita di uomo e di artista. Il diciassette partecipa ad un ricevimento all'Hotel Imperiale offerto da una casa editrice. Alle dodici e quindici minuti del 25 novembre si suicida, dopo aver arringato la folla dal balcone della caserma di Ichigatani. 
In dicembre vengono pubblicate postume due sue conversazioni, Haretsu no tame ni shuchu suru 
(Concentrarsi per erompere) e Mishima Yukio saigo no kotoba (Le ultime parole di Yukio Mishima). 

PROCLAMA 
Yukio Mishima 
Letto dallo scrittore il 25 novembre 1970, pochi istanti prima del seppuku - taglio del ventre- rituale La nostra Tate-no Kai (1) si è sviluppata grazie al Jieitai (Forze di autodifesa) (2); così possiamo ben dire, il Jieitai è nostro padre e fratello maggiore. 
Perchè mai corrispondiamo a tale debito di gratitudine con una azione tanto ingrata? 
Guardando al passato abbiamo ricevuto nelle Forze di Autodifesa, io per quattro anni, gli altri membri per tre anni, un trattamento quasi come soldati del Jieitai, e un addestramento completamente disinteressato. 
Noi amiamo sinceramente il Jieitai, perchè lì abbiamo imparato a sognare il "vero" Giappone al di fuori delle caserme militari, e proprio lì, abbiamo conosciuto lacrime virili che non avevamo potuto 
conoscere nel nostro Paese del dopoguerra. 
Abbiamo versato quì sudore genuino; abbiamo corso insieme ai camerati per le vallate del monte Fuji, accomunati dallo stesso amore per la Patria Di questo non abbiamo il minimo dubbio. 
Per noi il Jieitai è stato la Patria, l'unico luogo in questo Giappone attuale indifferente a tutto, in cui si poteva respirare un'aria di intenso ardimento. 
E' immenso l'affetto che abbiamo ricevuto dagli istruttori.
Perchè dunque, nonostante ciò, siamo arrivati al punto di intraprendere una simile impresa? Può 
sembrare una scusa forzata, ma affermo che ciò avvenne per amore del Jieitai. 
Abbiamo visto come il Giappone del dopoguerra per seguire l'infatuazione della prosperità economica, abbia dimenticato i grandi fondamenti della nazione; lo abbiamo visto perdere lo spirito nazionale e correre verso il futuro, senza correggere il presente; lo abbiamo visto piombare nell'ipocrisia e precipitare nel vuoto spirituale. 
Abbiamo assistito stringendo i denti, al gioco della politica interna a dissimulare le contraddizioni, 
mentre sprofondava nell'ipocrisia e nella bramosia di potere. 
Abbiamo assistito alla difesa dei particolarismi e degli interessi personali. 
Abbiamo visto affidare a Paesi stranieri i piani riguardanti i prossimi cento anni della Nazione; abbiamo visto l'umiliazione della disfatta nascosta per non essere cancellata, e gli stessi nostri connazionali profanare la storia e le tradizioni del Giappone. 
Abbiamo sognato di vedere i veri Giapponesi e lo spirito dei veri samurai sopravvivere nel Jieitai. 
Tuttavia è chiaro che secondo la legge il Jieitai è incostituzionale e che la difesa, problema fondamentale per un paese, è stata dimenticata con opportunistiche interpretazioni legali. 
Proprio in questa circostanza, perchè c'è un'esercito che non porta questo nome, è da ricercare la causa fondamentale della degenerazione morale e del decadimento spirituale dei giapponesi. 
L'esercito che dovrebbe tenere in gran conto l'onore è stato oggetto di un inganno quanto mai 
malvagio. 
Il Jieitai ha continuato a portare il disonore della Nazione dopo la sconfitta. Non è stato riconosciuto come esercito nazionale, nè come nucleo su cui costruire un corpo armato; è diventato una specie di abnorme forza di polizia. Non gli è stato neppure chiaramente indicato a chi dichiarare fedeltà. 
Siamo furibondi per il troppo lungo sonno del Giappone del dopoguerra. 
Abbiamo creduto che il risveglio del Jieitai corrispondesse al momento del risveglio del Giappone! 
Ci siamo convinti che il Giappone dormiente si sveglierà solo quando il Jieitai si sveglierà. 
Siamo assolutamente certi che dobbiamo adoperarci al massimo, pur nei limiti delle nostre umili energie, come cittadini di questa Nazione, per far sì che un giorno, con un emendamento alla 
Costituzione, il Jieitai assurga al suo significato originale di nucleo su cui costruire un esercito, e poi diventi un autentico esercito nazionale. 
Quattro anni fa, entrai come volontario nello Jieitai, avendo ben chiaro questo proposito. L'anno dopo, fondai la Tate-no Kai. 
Alla base di questa Associazione sta la risoluzione di sacrificare la vita, per far destare il Jieitai, per farlo diventare un esercito nazionale, un esercito con una propria dignità. 
Se un emendamento alla Costituzione in tal senso è ormai impossibile, la sola e unica possibilità è 
un'azione che mobiliti l'ordine pubblico. 
Noi intendiamo offrire la vita per diventare l'avanguardia di questa mobilitazione, ci proponiamo di diventare una piccola pietra su cui fondare l'esercito nazionale. 
L'esercito protegge la Nazione, la polizia difende la struttura politica. 
Quando giunge il momento in cui le forze di polizia non riescono più a difendere la struttura politica, la Nazione si sente protetta grazie all'azione delle forze armate e queste riacquistano il loro valore originario. 
Tale principio fondamentale, consiste esclusivamente nel "difendere la storia, la cultura e le tradizioni del Giappone fondate sull'Imperatore". 
Noi, pur essendo pochi, ci siamo addestrati e ci siamo offerti volontari per rettificare i principi fondamentali della Nazione che sono stati travisati e distorti. 
Cosa è accaduto il 21 ottobre dell 44° anno dell'era Showa (1969)? 
Una dimostrazione, l'ultima prima del viaggio in America del Primo Ministro, è stata soffocata dalle forze schiacciati della polizia. 
Ne fui testimone nel quartiere di Shinjuju (tockio) e provai un profondo rammarico. 
In quell'occasione ho capito che in questo modo non era possibile far cambiare la Costituzione. 
Che cosa è successo quel giorno? Il governo si rese chiaramente conto dei limiti delle forze di estrema sinistra, dalla reazione del popolo nei confronti dell'intervento della polizia, non dissimile a un coprifuoco, trasse la sicurezza di poter riuscire a tenere sottocontrollo la situazione, anche senza dover arrivare alla spinosa questione dell'emendamento alla Costituzione. 
L'azione dell'esercito per ristabilire l'ordine pubblico divenne inutile. Il governo, per il mantenimento delle proprie strutture politiche, ha avuto la certezza che le forze di polizia erano assolutamente sufficienti. 
E queste non erano in conflitto con la Costituzione. Così il governo può continuare a fingere di 
ignorare il problema fondamentale del Paese! 
Il governo è riuscito a placare le forze di sinistra con la favola della difesa della Costituzione, ha rafforzato la sua politica che preferisce i vantaggi concreti all'onore, e si è proclamato difensore della Costituzione. 
Non corasi della forma, dell'onore, preferire i vantaggi, per i politici può anche andar bene. Ma questi stessi politicanti non si sono accorti che per il Jieitai quell'episodio è stato una ferita mortale. 
Ed ecco, ancora più di prima, ipocrisia ed inganni, false promesse e sotterfugi. 
Questo giorno resti impresso nella vostra memoria! Il 21 ottobre del 44° anno dell'era Showa è stato per il Jieitai il giorno della tragedia. 
E' giorno il giorno in cui questa organizzazione, che da vent'anni, sin dalla sua fondazione, attendeva ansiosamente un emendamento alla Costituzione, ha visto tradire in maniera definitiva ogni sua speranza. 
In quel giorno l'emendamento alla Costituzione è stato escluso dal programma politico. 
In quel giorno il Jiminto (Partito Liberale Democratico) ed il Kyosanto (Partito Comunista), che insistono sull'importanza della politica parlamentare, hanno spazzato via ogni possibilità di ricorrere a metodi non parlamentari. 
Così, come conseguenza logica, il Jieitai, che fino ad allora era considerato un figlio illegittimo della Costituzione, da quel giorno fu riconosciuto come "Esercito di Protezione della Costituzione". 
Può esistere un paradosso più grande di questo? 
Da quel giorno noi abbiamo cominciato ad osservare attentamente il Jieitai. 
Se nel Jieitai, come avevamo sognato, sopravviveva lo spirito del samurai, come potevano i suoi 
membri tollerare questa situazione? 
Se siete uomini la vostra, fierezza virile, come può permettere tutto questo? 
Quando, continuando a sopportare, si oltrepassa anche l'ultima linea, che si dovrebbe difendere, è da uomo, da samurai, ribellarsi assolutamente. 
Noi, trepidamente siamo rimasti in ascolto. Ma nel Jieitai, non si è levata nessuna voce virile contro l'ordine vergognoso che dice:" Difendete la Costituzione che vi rinnega"! 
In questa circostanza, consapevoli delle vostre forze, sapendo che non esiste altra strada che quella di correggere la logica distorta della Nazione, voi del Jieitai siete rimasti in silenzio, come un canarino senza voce. 
Abbiamo provato dolore, sdegno e disperazione. 
Voi dite che non potete fare niente senza ordine. Ma, ahimè, i compiti che vi sono stati assegnati, non provengono dal Giappone. 
Si dice che il controllo civile sia la principale caratteristica di un esercito democratico. Ma in Inghilterra e in America, il controllo civile riguarda solo l'amministrazione finanziaria dell'esercito. 
Non consiste, come in Giappone, nell'essere soggiogati e maneggiati dai politici, che mutano col mutare 
delle stagioni, e nell'essere strumentalizzati da interessi di partito. 
Il Jieitai si è lasciato sedurre dalle lusinghe dei politici e percorre un sentiero che lo conduce all'autoinganno e all' autodissacrazione più profonda. Si è forse corrotto il suo spirito? Dov'è finito lo spirito dei samurai!? Il Jieitai è diventato un enorme arsenale privo di anima. 
Dove vuole andare? 
In un negoziato riguardante il settore tessile, alcuni imprenditori non hanno esitato a chiamare "traditore" il Partito Liberale Democratico (Jiminto), ma nel Jieitai nessun generale si è suicidato tagliandosi il ventre, per protesta, quando è risultato chiaro che il Trattato di Antiproliferazione Nucleare, che concerne i piani a lunga scadenza della nostra politica nazionale, era in pratica identico al Trattato ineguale del 5-5-3. (3) 
E della restituzione di Okinawa che ne dite? 
E della responsabilità della difesa del territorio nazionale? 
E' evidente che l'America non desideri che un esercito giapponese veramente autonomo 
difenda il territorio del nostro paese. 
Se il Jieitai non riacquisterà la propria autonomia entro due anni, rimarrà per sempre, come afferma la sinistra, mercenario dell'America. 
Abbiamo aspettato quattro anni. L'ultimo anno con ansia. Ora non possiamo più aspettare! 
Non possiamo più aspettare qualcuno che continua a rinnegare se stesso. 
Tuttavia aspetterò ancora trenta minuti. gli ultimi trenta minuti! 
Insorgeremo insieme e moriremo insieme per la giusta causa. 
Dobbiamo morire per restituire al Giappone il suo vero volto! 
E' bene avere così cara la vita da lasciare morire lo spirito? 
Che esercito è mai questo che non ha valori più nobili della vita? 
Ora testimonieremo l'esistenza di un valore superiore all'attaccamento alla vita. 
Questo valore non è la libertà! Non è la democrazia! 
E' il Giappone! E' il Giappone, il Paese della storia e delle tradizioni che amiamo. 
Non c'è nessuno tra voi che desideri morire per sbattere il proprio corpo contro quella Costituzione che ha evirato il Giappone? 
Se c'è, che sorga e muoia con noi! 
Abbiamo intrapreso questa azione spinti dall'ardente desiderio che voi, che avete uno spirito puro, possiate tornare ad essere veri uomini, veri samurai! 
NOTE 
(1) La Tate-no-Kai fu costituita da Mishima nel 1968, come gruppo paramilitare. Era composta da circa duecento membri tutti reclutati dallo scrittore stesso. Il gruppo aveva come obbiettivo la difesa dello spirito nazionale del Giappone e il riarmo del Paese. 
(2) Polizia nazionale istituita nel 1947. Il compito principale di questo corpo era l'autodifesa contro le aggressioni e l'aiuto in caso di calamità naturali. Il Jieitai era composto unicamente da volontari. 
(3) Trattato di sicurezza nippo-americano. In questo trattato, firmato nel maggio del 1960, il Giappone offriva basi militari agli Stati Uniti e confermava la rinuncia alla guerra, già sancita dall'articolo numero 9 della Nuova 
Costituzione, promulgata il 3 novembre del 1946. 



CANTI DI ADDIO


Composti alla vigilia della morte e lasciati dallo scrittore nel suo studio la mattina del 24 novembre 1970

Prima delle discendenze e degli uomini,
riluttanti a svanire,
si disperdono i fiori
con la bufera che soffia nella notte
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Oggi, al primo gelo,
dopo lunga sopportazione,
risuonano i foderi
delle grandi spade dei guerrieri

YUKIO MISHIMA, SAMURAI DELL’ETERNITA’
Rileggere oggi i testi di Yukio Mishima non vuol dire compiere un'analisi intellettuale sul bel tempo che fu del Giappone o su una storia ormai priva di senso. Egli fu uomo di pensiero e di azione e sacrificò la propria vita nel nome non di una vaga utopia ma di una vera missione, che è di là dal poter essere definita semplicisticamente romantica, perché d'ordine essenzialmente superiore e priva di velleità. La missione di Mishima fu metastorica e oltrepassò gli schemi comunemente accettati dalle culture dominanti delle società contemporanee: egli volle restituire dignità al Giappone, ferito nell'onore; risvegliare l'anima del popolo nipponico, schiacciato dall'atomica e assoggettato al dio capitalista dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Volle, in pratica, segnare il destino futuro della Nazione, traendo il fondamento dalla tradizione millenaria dell'uomo, che sola può spiegare le gesta estreme dei kamikaze di ogni epoca.
E Mishima fu un kamikaze senza tempo, che consegnò la propria vita per quella futura del proprio popolo, nel gesto rituale del seppuku (il cosiddetto hara kiri), compiuto nel 1970, attraverso il taglio del proprio ventre con la spada del guerriero. Scrittore, poeta, drammaturgo e uomo d'azione, fino a qualche anno fa Yukio Mishima veniva definito, con una buona dose di sufficienza e disprezzo, come una specie di "Che Guevara di destra". Egli in realtà è ben lontano dal poter rientrare in qualsivoglia categoria. La sua vita e la sua morte possono essere comprese solo nell'ottica tradizionale della più autentica cultura del Sol Levante, quella dei samurai, dei guerrieri dell'onore.
Ma il guerriero non è colui che attacca ciecamente il proprio nemico, offrendo il fianco alla sconfitta esterna ed interiore; è semmai colui che sta fermo nel proprio cerchio interiore; ritto sull'asse di se stesso e acconsente al nemico di girargli attorno, di muoversi disordinatamente in una confusa altalena di forze, per poi colpirlo con la propria spada nel momento più opportuno, quello in cui il nemico stesso è entrato nella trappola del cerchio magico, in cui l'unico sovrano e signore è il samurai, guidato dal Sole e dagli Dei. Tutto questo è Yukio Mishima, nonostante oggi venga dipinto come un romantico interprete di un Giappone che non esiste più; nonostante oggi, dopo averlo snobbato per anni, le case editrici del conformismo mondiale e nazionale (ovviamemente d'ispirazione progressista o comunque politically correct) facciano a gara nel pubblicare i suoi scritti, perché tanto va di moda e fanno vendere un bel po’!
Indifferente a tutto questo, lo spirito del samurai vive tuttora e aleggia su una Nazione che ha dimenticato la propria origine, la propria storia e che fatica nel riconoscere i propri nemici. Il Giappone è oggi terra di un capitalismo selvaggio che dall'America ha copiato la frenesia, forse per combatterla sull'unico terreno possibile, quello dell'economia. La guerra del Sole contro il buio è apparentemente finita, ma continua inconsapevole, proprio attraverso questa frenesia, generata dalle ferite di cinquant'anni fa, mai cancellate, che sono state semmai rimosse dalla memoria per non vederle, per pensare soltanto al futuro, al progresso, alla corsa impazzita delle multinazionali: in un oblio di sé stessi che da un momento all'altro può trasformarsi in riscossa e, traendo forza dal proprio sangue, diventare palingenesi.
Nonostante la babele di follia collettiva, lo spirito del vero Giappone imperiale e tradizionale è, infatti, tutt'altro che defunto: lo si vede nei sentieri del Monte Fuji; nei riti della religione exoterica di massa e dell'esoterismo taoista, nel lontano ricordo di una verità divina, che le Arti Marziali portano impresso nelle loro tecniche e nella loro ritualità. Mishima non è il cantore romantico della bella morte di un tempo ormai lontano. E' il profeta della rinascita spirituale; dei samurai del terzo millennio e di tutti i tempi, che soli combatteranno per una testimonianza di verità universale, che è immortale, come immortale è la missione che essi incarnano, poiché di provenienza non umana. E' il presente eterno, estraneo al divenire dei tempi, come ne è estraneo il fiore che sboccia da millenni sotto le nevi perenni delle vette asiatiche. E' il fiore che gli Dei hanno consegnato alla terra, perché questo sovrasti il grigio dell'esistenza con i mille colori dell'arcobaleno.
Prima brina, oggi, per il guerriero che tante volte si è indurito al suono della spada sfoderata. Non importa cadere. Prima di tutto. Prima di tutti. E' proprio del fior di ciliegio cadere nobilmente in una notte di tempesta. Oggi, nel giorno atteso, a conoscere quello che è racchiuso nel mio cuore, che da tempo ha giurato, sarà la sola tempesta?. Ah l'amor di patria che brucia come il fuoco! Esso durerà fin quando avrò la forza di non distogliere lo sguardo da Sua Maestà Perenne. Tra una nuvola e l'altra cade bianca la neve. E' il cuore della poesia che canta il Fujiyama la vera via del guerriero. Non fa differenza combattere da leone o tigre. Se è per la patria, anche la vita del guerriero è accolta tra gli dei. Yukio Mishima, Poesie di addio al mondo (Jisei).







Molti considerano Yukio Mishima un fine letterato, un artista geniale che ha saputo elevare la trasgressione a valore di vita, costoro soffermano la propria attenzione solamente sulla sua vasta produzione letteraria e su alcuni aspetti secondari della sua vita personale. Questa visione riduttiva, in realtà, nuoce alla figura del pensatore giapponese, perché è giusto annoverare Yukio Mishima tra gli scrittori che in questo secolo hanno saputo interpretare e risvegliare la forza dello Spirito.
La sua esperienza, che si trova riflessa nelle sue opere, è un chiaro riferimento ai valori della Tradizione, una scelta di che ha il suo fondamento nelle piccole conquiste quotidiane e nei sacrifici totali. Così da giovane, esasperato per i numerosi complessi fisici e psicologici, è riuscito grazie ad una severa disciplina, a trovare il giusto equilibrio tra corpo e intelletto, reagendo con una eccezionale volontà agli ostacoli che il destino gli ha posto dinanzi. Per questo motivo Mishima rappresenta l’uomo della disciplina e dello stile, un uomo che ha saputo tenere desta la tensione interiore, vivendo la sua scelta guerriera come atto d’amore teso ad un continuo miglioramento e al superamento dell’individualità.

LE OPERE

La foresta in fiore
La dimora delle bambole
Confessioni di una maschera
Sete d'amore
L'età verde
Colori proibiti
Morte di mezza estate
La voce delle onde
Una stanza chiusa a chiave
Cinque nō moderni
Il padiglione d' oro
Una virtù vacillante
La casa di Kyōko
Dopo il banchetto
Trastulli di animali
Stella meravigliosa
Il sapore della gloria
Madame de Sade
La voce degli spiriti eroici
Sole e acciaio
La via del samurai
La coppa di Apollo
Lezioni spirituali per giovani samurai
Musica ("Ongaku")
Il sapore della Gloria (Gogo no eikou)
Il mare della fertilità (Hōjō no umi),
Neve di primavera
Cavalli in fuga
Il tempio dell'alba
Lo specchio degli inganni
Lezioni spirituali per giovani Samurai (postumo)

La mia solitudine cresceva diventando sempre più obesa, come un maiale. (da Il Padiglione d'Oro)

La vita umana è breve, ma io vorrei vivere sempre. (Biglietto d'addio lasciato prima del suicidio rituale, il 25 novembre 1970.)

La vita umana è strutturata in modo tale che soltanto guardando in faccia la morte possiamo comprendere la nostra autentica forza e il grado del nostro attaccamento alla vita. [...]
Una vita a cui basti trovarsi faccia a faccia con la morte per esserne sfregiata e spezzata, forse non è altro che un fragile vetro. (da Lezioni spirituali per giovani samurai e altri scritti, traduzione di L. Origlia, Feltrinelli)

Nella fervida speranza che possiate risorgere come uomini e come guerrieri. [Nell'atto di uccidersi, il 25 novembre 1970] (citato in Lydia Origlia, Nota a La voce degli spiriti eroici, 1998, p. 91)

Quando pensiamo all'altrui felicità, affidiamo agli altri, e sogniamo a nostra insaputa, una nuova forma di realizzazione dei nostri desideri e ciò può renderci più egoisti di quando pensiamo alla nostra felicità personale. (da Colori proibiti)


 




 



  




 





   
  





 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 


  
   
 
 
 
 
   
 
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