lunedì 23 dicembre 2019

BUON NATALE AI RAGAZZI IN CELLA

 
 
 Cosa importa ai fanciulli del caso
Che li ha sbarrati dietro un chiavistello:
Natale non è per i fortunati,
Natale è per i maltrattati.
Ecco la notte: non è tardi,
Ma la campana squilla per loro.
Buon Natale ai ragazzi in cella,
Natale dei duri e dei ladri,
Di quelli per i quali la vita non fu dolce,
Della ragazza che batte il marciapiede,
Dei ragazzi che seguivano la scuola mal volentieri.
Essi ti conoscono come noi.
Natale dietro le sbarre,
Natale senza albero e senza allegria,
Natale senza fuoco e senza doni,
E’ quello del posto in cui siamo,
Dove gli altri hanno scontato le loro colpe
Sulla paglia dove altri hanno dormito.
I capi che abbandonano i loro ragazzi,
Quelli che scappano, i ricchi,
Bevono “secco” nei loro ricevimenti
In Baviera o in Austria.
Ma noi nelle nostre celle,
Siamo contro quelli che bevono.
Io ti accolgo, Natale di qui,
Buon Natale di un cattivo passato:
Tu sei il Natale dei proscritti,
Di quelli che ridono nella sventura,
Dei poveri diavoli traditi,
E dei giovani di buona razza.
Noi sappiamo che stasera fuori di qui
Gli amici e i cuori fedeli,
I ragazzi che mangiano al buio,
Malgrado il sonno, le loro prugne,
Pensano a quando ci rivedremo
E ci tendono le mani fraterne.
E per poter rivedere, o voi che siete fuori,
Il vero Natale della nostra infanzia,
E’ sufficiente fissare ancora,
Gli occhi sull’ombra dell’assenza
Per fugare la malasorte
E far rifiorire la speranza
 
Robert Brasillach

AvanguardiaNord- Press

sabato 7 dicembre 2019

2 MAGLIE PER LE FESTE

Porgendo gli Auguri 
                    per le prossime Festività                      UOMINI LIBERI-Press
propone 2 T-shirt,
 disponibili dalla  prossima setttimana









giovedì 5 dicembre 2019

ALESSANDRO ALIBRANDI, QUEL CUORE NERO "SCOMODO"


Nelle parole di un amico il ricordo, scritto anni fa, di Alessandro Alibrandi di cui oggi ricorre il giorno della sua dipartita.
Leggetele vi faranno bene. 
E se vi fa piacere fate il copia e incolla. 

"Alcuni non lo sanno, o forse hanno fatto di tutto per dimenticarlo, ma oltre ai “cuori neri” di telesiana memoria, ci sono anche tanti “cuori neri dimenticati”. Dimenticati perché scomodi. Uno di questi è Alessandro Alibrandi, del quale lunedì 5 ricorrono i trent’anni dalla morte. Era una domenica del dicembre 1974 allorquando l’appena quattordicenne Alessandro, figlio del magistrato Antonio Alibrandi, riceveva il “battesimo del fuoco” sul campo. La cosa ebbe luogo nella memorabile battaglia di P. San Giovanni di Dio, nel quartiere romano di Monteverde. Nella grande piazza, da sempre dominio incontrastato dei rossi, doveva tenersi il comizio di Pino Rauti e la sinistra capitolina si era mobilitata per impedire all’esponente missino di profferir parola. Proprio per consentire il libero svolgimento dell’evento, invece, erano confluiti a San Giovanni di Dio attivisti del Msi provenienti da tutta Roma, e Alessandro, seppure giovanissimo, era tra questi. Elemento tra i più coraggiosi della destra extraparlamentare romana, egli militò prima nel Fronte della Gioventù, poi nel Fuan, per finire con l’aderire allo spontaneismo armato. Così lo ricorda Francesco Bianco: <Ho conosciuto Alessandro nel lontano ‘76 a Roma, nella sezione del Msi di Monteverde. Sono stati anni veramente a tutto tondo, dove se non eri più che sicuro di chi ti stava accanto rischiavi molto. Alessandro era uno di quelli che con la sola presenza ti dava sicurezza. Un leader, nonostante la giovanissima età. Persona simpatica, solare, coraggiosa, e anche molto intelligente. Di lui ricordo molte cose. Le uscite per il quartiere (il più bel modo di fare politica in quel periodo), la goliardia, il cameratismo>. Erano gli anni di piombo, quelli in cui in Italia gli scontri tra schieramenti politici contrapposti erano all’ordine del giorno. Per tali motivi anche Alessandro, un fegataccio che quando il gioco si faceva duro non si tirava mai indietro, finì spesso per subire le “attenzioni” dell’ordine costituito, sempre ligio ai diktat provenienti dall’alto. Ordini che, un po’ come avviene ancora oggi, prescrivevano tolleranza e comprensione nei confronti dei “poveri” compagni e assoluta intransigenza per i proscritti della “parte sbagliata” della barricata. Naturalmente il magistrato Antonio, che negli anni Settanta fu Giudice Istruttore presso il Tribunale di Roma, venne più volte accusato - ingiustamente - d’ingerenza nei processi a carico del figlio. Finché giunse il tempo in cui non ci si limitò più alle sassaiole e nelle strade dell’Urbe cominciarono a “cantare” le P38. La prima azione armata che vide il giovane Alibrandi schierato in prima linea fu uno scontro a fuoco con la polizia a Borgo Pio nel marzo del 1977. Nulla di particolarmente grave, però. Nell’autunno dello stesso anno invece “Alì Babà” venne accusato di aver partecipato all’uccisione del militante di Lotta Continua Walter Rossi. Per questo motivo il figlio del giudice venne subito fermato insieme ad altri militanti del Movimento Sociale Italiano della sezione Balduina. Ricorda Andrea Insabato: <Conoscevo Alessandro per fama. Sapevo del suo coraggio. Un vero mito per i camerati e i militanti del Msi di Roma Nord. Eravamo entrambi figli di magistrati e proprio per tale motivo la sua figura la sentivo ancora più vicina. A quei tempi noi militanti anticomunisti, seppur vittime dei poteri forti, dell’ostilità dei mass media e delle persecuzioni giudiziarie, fronteggiavamo validamente l’assalto dei servi del sistema. Quel 30 settembre del 1977 avevo ancora un occhio tumefatto: sette giorni prima proprio Walter Rossi, riconoscendomi all’uscita da un cinema, mi aveva sferrato un violento pugno a tradimento fracassando le mie lenti di miope. In seguito a quell’aggressione, che stava per costarmi un occhio, finii dritto a Casal del Marmo. Ma quel ragazzo aveva il furore addosso. Non soddisfatto del danno arrecatomi, pochi giorni dopo, coi suoi compagni tornò all’assalto: stavolta erano proprio decisi a chiudere la nostra sede col fuoco. Procedevano minacciosi marciando per la salita di viale delle Medaglie D’Oro. Noi eravamo trecento metri più su, forse in cinquanta, loro dieci volte tanto. Le nostre staffette ci avvisarono che il gruppo si avvicinava urlando, bastoni nelle mani e i volti stravolti dall’odio. Malgrado la tensione del momento, ricordo il radioso sorriso di Alessandro: pur in un frangente così delicato e preparandosi al peggio, lui mi salutò con calore come se nulla fosse. Pochi secondi dopo fu chiamata l’adunata e nella zuffa ci perdemmo di vista. L’avrei incontrato solo quattro anni dopo. L’automobile sulla quale viaggiavo si era fermata davanti a un’edicola in località Labaro e non mi ricordo se per prendere il giornale fosse sceso mio fratello. Dal finestrino riconobbi Alessandro. Stavo per aprire lo sportello per salutarlo quando la macchina riprese a muoversi. Lo rivedrò ancora, pensai. Invece, arrivato a casa, accesi la tv e seppi del conflitto a fuoco durante il quale il mio amico rimase ucciso>. Nel febbraio 1980, in base ad alcune testimonianze, Alessandro venne di nuovo arrestato. Stavolta l’accusa era quella di avere steso l’agente di polizia Maurizio Arnesano e il sistema si preparava a rendergli la pariglia. Ancora prima degli accertamenti del caso, infatti, il “sospettato” venne picchiato in modo pesante dai colleghi del poliziotto, furenti e fermamente decisi a fargliela pagare. Alibrandi, in seguito al duro trattamento subìto, vomitò e orinò sangue per diversi giorni. Insomma, malgrado le gratuite insinuazioni, con lui gli “amici” del padre non ci andarono certo con i guanti di velluto. Per colmo della beffa, quando il prigioniero venne trascinato così malridotto davanti al magistrato per essere interrogato, nel vederlo tutto pesto e pieno di lividi l’uomo di legge fece pure lo spiritoso: <Alibrandi, che le è successo, è forse caduto dalle scale?>. Al che lui, per non dargli soddisfazione, senza scomporsi più di tanto fece finta di niente: <Sì, sono caduto dalle scale…>. Il fatto che fosse figlio di un ermellino, quindi, non lo aiutò affatto. Anzi. Egli in seguito riuscì a dimostrare di essere del tutto estraneo a quell’omicidio. Ma per l’ingiusto pestaggio subìto nessuno pagò. Anni dopo, il ragazzo fu accusato da alcuni pentiti di aver partecipato a diversi omicidi. E fu così che, per evitare l’arresto, il giovane militante decise d’intraprendere la via dell’esilio. Nel luglio del 1981pertanto ritroviamo Alì Babà in Libano, arruolatosi nella Falange Maronita per combattere contro i miliziani musulmani. Intanto, in Italia, prima Valerio e poi Cristiano Fioravanti, capi indiscussi dei Nar, venivano catturati dalle forze dell’ordine. Alessandro decise quindi di rientrare in Patria per prendere in mano le redini di quel che restava dei Nar, i cui vertici erano stati falcidiati. Ma l’esperienza dei Nuclei Armati Rivoluzionari era ormai giunta al capolinea e nel giro di qualche mese fu scritta la parola fine all’intera vicenda. Alessandro Alibrandi, il 5 dicembre del 1981, appena ventunenne, rimaneva ucciso nel corso di un furioso conflitto a fuoco con una pattuglia della Polizia Stradale della stazione di Labaro, a pochi chilometri da Roma. E’ ancora Francesco Bianco che rammenta quel drammatico momento: <La notizia della morte di Alessandro l’ho vissuta con un profondo senso di frustrazione. L’ho appresa dalla tv mentre ero detenuto a Rebibbia già da diversi mesi. E l’essere rinchiuso non ha fatto che aumentare la mia rabbia>. Si concludeva così, nel fiore della giovinezza, l’avventura terrena di un ragazzo generoso che piuttosto che arrendersi e uniformarsi al pensiero unico preferì lottare - e morire - armi in pugno sull’asfalto di un’anonima strada romana. La sua scelta l’ha pagata con la vita. Onore a lui.
Angelo Spaziano per
Rinascita .
Edizione di martedi 6 Dicembre 2011


sabato 23 novembre 2019

GRAZIE, FEDERICO, MOLA MIA !


SEI IL NOSTRO SOLLAZZO 
NEI MOMENTI  TRISTI
... Quando vedi tutto nero... 
QUANDO TUTTO VA STORTO

TI PREGHIAMO DI NON SMETTERE

PERCHÉ UNA DELLE NOSTRE 
PICCOLE/GRANDI FORTUNE
......

È DI NON ESSER COME TE 

MA NOI RISPETTIAMO
LE DIVERSITÀ 

 MOLA MIA FEDERICOO ! 

UOMINI LIBERI-Press

lunedì 18 novembre 2019

CIAO PINO


Sei volato via. 
Senza mai dire  che eri malato
Ci siam visti 2 volte ed altre ci siam sentiti per telefono : gioviale, affabile, pieno di vita
Ti immaginiamo col tuo Bel sorriso.
Che è quello che conta

"S'accende un cero e non se ne parla più"
Ma, - col Tuo Sorriso-
Perdona le Nostre lacrime

CIAO PINO
Fratello Nostro

La Comunità Avanguardista 
degli Uomini Liberi
Abbruna le Bandiere





domenica 10 novembre 2019

sabato 9 novembre 2019

IL PREMIO HITLER. QUANDO LO SPORT NON HA COLORE


Apprendiamo dalla rete che Lunedì 11novembre, alle ore 16.30 presso l'Ippodromo di Taranto, dedicato al Pontefice Paolo Vl, si svolgerà il Premio Adolf Hitler, valevole come quarta corsa del Convegno e come seconda Corsa Tris Nazionale.
Riportiamo il link della notizia, di cui invitiamo ad una attenta lettura

http://www.fascinazione.info/2019/11/allippodromo-di-taranto-lunedi-andra-in.html

DA Uomini Liberi leggiamo che i Premi delle 8 corse in programma sono dedicati ad altrettanto altri famosi 8 Dittatori, tra cui Stalin, Gheddafi, Fidel Castro. Con L'ultima corsa Speciale in programma dedicata al Comandante Che Guevara e al Colonnello Gheddafi, di cui alleghiamo le foto a cavallo.
Apprendiamo altrettanto dalla rete quanto la passione per i cavalli accomunasse i Personaggi Storici in oggetto:  se non  per i Nobili Animali, quantomeno per le scommesse... Pare che sia Pinochet, che Fidel Castro, passassero intere giornate all'ippodromo




Non ci scandalizziamo, come invece qualcuno di sicuro farà, a sinistra, al centro e a manca.
PERCHÉ LO SPORT NON HA COLORE
TANTOMENO LO SPORT DELL'IPPICA



UOMINI LIBERI - Press

lunedì 4 novembre 2019

ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA


EBBASTAAAA! 

I gravi problemi dell'Italia son ben altri:
Lavoro, abusi sui bambini,Sovranità politica, monetario-economica e militare.

Il lupo dell' "antisemitismo"
Per far spaventare i bambini 

UOMINI LIBERI - Press



mercoledì 30 ottobre 2019

SURSUM CORDA ! VINCENZO LIBERO


A VINCENZO

A GIULIANO

A TUTTI I CAMERATI
INGIUSTAMENTE
PRIVATI DELLA LIBERTÀ

LA BATTAGLIA CONTINUA

Perché ci sia Verità e Giustizia
per Tutti i Camerati
Al di là di ogni appartenenza

UOMINI LIBERI - Press 

domenica 20 ottobre 2019

venerdì 18 ottobre 2019

QUELLA SAMBUCA CHE ANDRA' DI TRAVERSO


NOI STIAMO CON LA SIGNORINA

Leggiam dalle cronache che tal Molinari Riccardo,
 - nipotino scrauso di tal Bossi, 
(quello che andava a stanare i Fascisti casa per casa) -

promette calci in culo a chi 
 "saluta romanamente domani alla manifestazione della Lega", 
trovando oltretutto concorde tal Fiano Emanuele...

Un'"asse"insolito (ma non troppo) che dimostra
 quanto l'elite  degli associati a delinquere
 (pagati 20 mila euri al mese) 
abbia capito, (o faccia finta di non capire) 
dei veri problemi dell'Italia e degli Italiani

Illuminanti siano al proposito due articoli 
dei Colleghi Giuseppe Parente (il Sovranista.info)

 e  Ugo Tassinari (Fascinazione.info)
di cui invitiamo alla lettura




Buona sambuca - di traverso- a tutti 


UOMINI LIBERI -Press


mercoledì 16 ottobre 2019

GORLA, 20 OTTOBRE 1944

  
LI  CHIAMANO SEMPRE I LIBERATORI
 
 
Esiste, a Milano, una collinetta artificiale, denominata Monte Stella, costruita con oltre un milione di quintali di macerie, recuperate da tutti i settori della città rasi al suolo dai bombardamenti terroristici anglo-americani. Una parte di dette macerie proviene dalla distruzione di due istituti scolastici superiori, di sei scuole elementari e cinque materne completamente atterrati, ma anche da altri trentacinque edifici scolastici danneggiati in città, mentre altre centoventicinque scuole, di ogni ordine e grado, vennero distrutte in provincia. Fra le scuole elementari distrutte, una è particolarmente ricordata dai milanesi, quelli meno giovani, quelli che la guerra l'hanno vissuta nella metropoli, ed è la scuola di Gorla, della quale vogliamo ricordare la triste storia.
Era una giornata limpida, tersa, allora non c'era lo smog e -incredibile a dirsi- dalla piazza del Duomo si riusciva a vedere la cerchia delle Alpi, quella del 20 Ottobre 1944, allorchè una formazione di circa quaranta quadrimotori americani del tipo B 24 e B 27 comparvero nel cielo della città, contemporaneamente al suono delle sirene d'allarme. E sulla verticale di Gorla, che allora era un sobborgo periferico e non un quartiere incorporato nella città come oggi, gli aerei sganciarono il loro carico. Puro terrorismo, volontà infierire su un popolo ormai in ginocchio, nonostante ancora oggi ci sia chi sostiene la tesi che le bombe erano destinate alla stazione ferroviaria di Greco, che si trova in zona, ma che era facilmente identificabile, ed anche attaccabile senza pericolo, data l'inesistenza di ogni reazione da parte della caccia italo-tedesca.
Nella zona attaccata si contarono 635 Vittime, o almeno furono recuperati 635 corpi, forse potevano esserci stati altri esseri umani che, letteralmente dilaniati dalle esplosioni, non vennero mai rinvenuti. Fra gli edifici centrati in quella tragica mattina ci fu la scuola elementare Francesco Crispi : fu letteralmente polverizzata. Centonovantaquattro bambini, la loro direttrice, quattordici maestre, un'assistente sanitaria e quattro bidelli furono travolti. Quattro soli bambini, una femminuccia e tre maschietti (Annamaria, Giuseppe, Remo e Gabriele) si salvarono e furono estratti dalle macerie.
Occorsero tre giorni per ritrovare e recuperare i corpi delle vittime della scuola, tre giorni in cui i Vigili del Fuoco, militari dell' U.N.P.A., soldati italiani e tedeschi, uomini della G.N.R. e operai in tuta, magari partigiani, certamente antifascisti, lavorarono fianco a fianco, senza risparmiarsi, unitamente ai genitori dei bambini, ed ai parenti, disperati, ma sempre speranzosi, nell'illusione di trovare qualche superstite. Chi lavorava e piangeva, chi lavorava e pregava, chi malediva e bestemmiava Dio, che aveva permesso una strage di bambini senza colpa ne pena. Oggi al posto della scuola, sorge un monumento funebre, una madre con un bimbo in braccio, inginocchiata, come se offrisse al
Cielo quella sua creatura, e sotto al monumento c'è l'Ossario, dove sono conservati i resti dei piccoli Caduti, e degli adulti che erano con loro.
Ogni anno, una piccola cerimonia celebrativa riunisce chi non ha dimenticato : sono presenti le autorità locali ma nessun papavero, sino ad oggi, è venuto mai da Roma, nessun politicante ha mai partecipato ufficialmente. Non occorre chiedere il perchè quei morticini sono scomodi, hanno avuto il grande torto di farsi assassinare dagli alleati liberatori e non dai biechi oppressori nazifascisti!
 
VISITA IL SITO


giovedì 3 ottobre 2019

1°RADUNO BESTIE D'AVANGUARDIA

           
     
9 - 12 OTTOBRE

 I punti d'appoggio per le scampagnate e i pernottamenti verranno comunicati come consuetudine.                                                     Le Cene si terranno:                                        - - il 9/10 in zona Rovato                                        - il 10/10 a Brescia                                                - l'11/10 in Valtrompia.       
                                                                        Siamo Certi che sarà una 3 giorni indimenticabile, per Noi e per i Nostri Animali.                                                    Pioniera di altre iniziative a venire.    
"Se a lungo scruterai nell'abisso, l'abisso scrutera' dentro di te" 
(F. Nietzsche)

SURSUM CORDA!

martedì 24 settembre 2019

LE CENE ITINERANTI : DALLA CITTA', ALLA PROVINCIA, AI CORTILI


PER  MANTENERE SALDO E RAFFORZARE DI CONTINUO 
IL SENSO DELLA COMUNITA'

Essere gli Apostoli di un'Idea,
è questo il Senso della nuova serie di Cene Comunitarie
che avremo l'Onore di inaugurare venerdì 27 c.m.
Dalle Città, alle Provincie, ai cortili e alle osterie;
accompagnati magari dai propri Amici a 4 zampe,
dalle Nostre "Bestie"
preziose ed insostituibili

Esser pionieri di un "Apostolato laico" 

Uomini liberi che scoprono altri Uomini Liberi
Come?
Basta guardarci negli occhi 


Uomini liberi - Press


domenica 22 settembre 2019

CENA IN FRANCIACORTA

Uomini Liberi- Press
 è onorata di organizzare
 la Cena Comunitaria che tutti Voi aspettavate. 
 Luogo e Orari precisi,
(che potrebbero variare da quelli sopra indicati)
 saranno - come sempre - comunicati a coloro che si prenoteranno.
 Possibilità pernottamento per chi arriva da più lontano.
   Perché nessuno riuscirà MAI
 a chiuderci la bocca, in tutti i sensi.
 E nemmeno a toglierci tanto la parola quanto i Nostri Sogni

Si ricorda inoltre che all' evento saranno ammessi cani,
ed altri Animali, anche di grossa taglia
https://www.facebook.com/bestieavanguard/


SEGUI EVENTO SU FACEBOOK

https://www.facebook.com/events/2443742625902360/?ti=cl

 

mercoledì 18 settembre 2019

PRECISAZIONE


Dopo il Commiato A Stefano,
questo Blog osserverà un periodo di sosta.

Il Lavoro fatto resta.

Non si illudano stupidi arrivisti,
nonché megalomani 
&
 compagnia cantante
 e zeccante

 di poterci in alcun modo distruggere
 e/o
chiuderci la bocca

Valga il Fedecommesso

"Combatteranno meglio i nostri nipoti"
Guerra dei Contadini
1524-1526

UOMINI LIBERI
Press

giovedì 12 settembre 2019

CIAO STEFANO...


IL SOGNO CONTINUA

Sappiamo che ci stai sorridendo

E di certo stai sorridendo
Anche a tanti
Che non lo meriterebbero

GRAZIE
DEL TUO DONO
STEFANO

martedì 10 settembre 2019

STEFANO DELLE CHIAIE E' MORTO. VIVA STEFANO DELLE CHIAIE !


Abbruniamo le nostre insegne!

Stefano delle Chiaie è morto,
è morto un camerata,
è morto un uomo.

Ha fatto di tutti noi 
dei portatori sani di un sogno.

È morto Stefano delle Chiaie,
Viva Stefano delle Chiaie 

Viva Avanguardia Nazionale !
PRESENTE!!!

martedì 3 settembre 2019

SEPA, PRESENTE !



Padova settembre 1988,
 "ciao sono di Trieste, di Avanguardia Nazionale, conosci...."
Poi ci vedeva
mo in Cavana e in Viale, ancora a Padova, fino al tuo ritorno a Trieste, nel 1992 se ben ricordo..
e poi sempre attivo col sindacato e politicamente,
allo stadio con quella goliardia e quella strafottenza simpatica,
che ti contraddistingueva,
sempre ben disposto con tutti

  3 settembre 1999 - 3 settembre 2019
Camerata Ernesto "Sepa" Franzutti PRESENTE!

martedì 13 agosto 2019

DOVEROSA PRECISAZIONE AL SIGNOR GERVASONI


DEDICATO AGLI AMANTI DELLA VERITA'…
E, PER CONOSCENZA, ALL'ORDINE DEI GIORNALISTI
Un libro di 100 pagine, con
99 pagine che potevan esser bianche come i quadratini della locandina,
visto che si parla di cose già scritte e riscritte, di fatti noti e arcinoti,
 che,-come scritto in una nostra precedente nota-
sanno anche i sassi…
  
Nel mezzo però di cotanta ovvietà,
A PAGINA 18 
la  fantasia dell' "enfant prodige" del giornalismo d'inchiesta,
si scatena in maniera davvero formidabile…

Al signor Gervasoni, 

visto  che giornalmente si erge a ricercatore e paladino della Verità ,
e visto che conosciamo di persona gli attori dei fatti descritti,

PRECISIAMO QUANTO SEGUE:


- NON C'E' STATO NESSUN CAMERATA
CHE E' STATO COLTO DI SORPRESA DALL' ESPLOSIONE  
-

 - NESSUN CAMERATA E' STATO ARRESTATO SUBITO DOPO L'ESPLOSIONE
-

 - NESSUN CAMERATA HA FATTO IL NOME DEGLI ALTRI CINQUE,
CONSENTENDONE L'IDENTIFICAZIONE E IL FERMO
 -

L'IDENTIFICAZIONE E GLI ARRESTI SI SONO VERIFICATI
PER IL NATURALE CORSO DELLE INDAGINI,
 E NON COME SCRITTO DAL SIGNOR GERVASONI,
 PER LA DELAZIONE DI UNO DEL GRUPPO   
 -


SARA' NOSTRA EVENTUALE PREMURA
RENDER A CONOSCENZA DI QUESTA PRECISAZIONE
L' ORDINE DEI GIORNALISTI

P. S. : se il giornalista in oggetto avesse parlato con gli attori dell'episodio sarebbe stato più rispettoso dei fatti accaduti e della Verità 

Comunità di Avanguardia Brescia

sabato 3 agosto 2019

STRAGE DI BOLOGNA: CHI SA, PARLI!


L'ANALISI DI AVANGUARDIA NORDITALIA

2 agosto, anche Avanguardia Nazionale finì nel mirino degli inquirenti, così come intere comunità di altri camerati, FUAN NAR  Terza Posizione.
La macchina del fango ben avviata da giornali e televisioni, dai depistaggi degli inquirenti, dalle dichiarazioni dell'allora ministro dell'interno Cossiga riguardo la regia fascista di una strage che per metodo invece ha avuto ben altri "illustri" predecessori nella storia, basta pensare alla bomba partigiana della strage di via Rasella, ha dato il via ad una caccia all'uomo, in un clima da caccia alle streghe.
In questo contesto vengono assassinati Carmine Paladino e Pierluigi Pagliai, e non sono i soli tra i camerati che hanno pagato con la vita, così come non dimentichiamo nemmeno quelli che sono riusciti miracolosamente a salvarla la vita nonostante i proiettili.
Anni dopo Cossiga chiese scusa all'allora Movimento  Sociale per le sue parole riguardo la responsabilità dei fascisti, facendo il bel gesto pubblico tra politicanti, ma ben guardandosi di chiedere scusa ai diretti interessati, a chi venne accusato ingiustamente o ai famigliari di chi venne assassinato, le sue "scuse" non lo hanno sollevato dalle sue responsabilità, esattamente come i depistaggi e le manovre dei servizi e della massoneria non devono cadere nel dimenticatoio.
Soprattutto oggi mentre un processo, l'ennesimo, è ancora aperto, e vede ancora una volta sul banco degli imputati il "cattivo fascista" di turno, dopo che già tre innocenti sono stati condannati,  il 2 agosto è il giorno in cui con orgoglio bisogna rivendicare che la strage NON è fascista.
Per i camerati che sono stati arrestati e accusati, per i camerati che sono stati assassinati, per una battaglia di verità, e non per le ricostruzioni di como
do di questo sistema.


Mentre il presidente di questa repubblica nel suo messaggio per la commemorazione della strage, tira fuori la solita vecchia teoria sui cosiddetti "colpevoli accertati", i fascisti, mentre "nulla si saprebbe dei mandanti", certi politici dichiarano di aver visto "notizie interessanti" che sarebbero secretate e qualcuno lascia intendere che nel caso sarebbe pronto a "disobbedire" al vincolo di riservatezza: se il primo porta avanti le vecchie menzogne care al sistema, chi dice di essere a conoscenza di notizie seppur riservate dovrebbe immediatamente parlare pubblicamente, anzi avrebbe dovuto farlo subito, invece di lasciare dichiarazioni ai giornali, se non altro per rispetto delle vittime della strage.
Quel che appare evidente, è che servizi segreti e massoneria si sono resi protagonisti di depistaggi e non certo per favorire i fascisti, dal momento che contro quelli che sono stati giudicati "colpevoli" hanno avuto contro di loro delle testimonianze inattendibili, oltre alle voci dei cosiddetti "pentiti" che hanno contribuito ad incriminare tante persone in pieno spregio alla più elementare giustizia.
Deve ancora arrivare il tempo della verità e della giustizia!


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