martedì 30 agosto 2016

RIPRENDIAMOCI UN SOGNO !




NEGRONE

Per la Rubrica "Paesi d'Italia,
 Negrone è una delle frazioni di Scanzorosciate
- Provincia di Bergamo- Lombardia
Da non confondersi col termine originario spesso usato per identificare la"risorsa"
 
 

DA NON PERDERE

Oggi, 30 agosto, il primo scritto del Camerata Mario Tuti per il nostro Blog Nazionale,
Assolutamente da non perdere
Grazie Mario

 UNA MODESTA PROPOSTA - di Mario Tuti
Clicca qui

domenica 28 agosto 2016

GIORGIO ALBERTAZZI, MAESTRO

LUI VOLA, ALTO, . . .  DOVE NON POTRESTE MAI  !
- omuncoli di quell' associazione portatrice d'odio -
 

sabato 27 agosto 2016

ROVETTA 28 APRILE 1945. STORIA DI UNA STRAGE


 
                                                              le mascotte della Legione
VISITA IL SITO :
 
“con l’avvicinarsi della primavera, il 28 aprile di ogni anno, sull’ imbrunire, dalla strada che scende dal Passo della Presolana, raffiche di vento strisciano tra le case poste sotto la montagna, rumoreggiando sulle pietre della via come un passo chiodato; sembra un passo cadenzato: è il marciare dei Ragazzi della Tagliamento, quando di pattuglia, scendevano a valle cantando“…per voi ragazze belle della via che avete il volto della primavera, per voi che siete tutta poesia e sorridete alla camicia nera…”
Si! è il cantare dei Legionari trucidati a Rovetta, che tornati in quella vallata, risalgono sulla Presolana, dove ogni notte sono di pattuglia; cantano, marciano e, mentre attendono giustizia, si chiedono e chiedono "PERCHE’ ?"
(tratto dal libro "ONORE–Una strage; perché? Rovetta 28 aprile 1945" a cura di Giuliano Fiorani)
 
 AI 43 MILITI DELLA LEGIONE TAGLIAMENTO TRUCIDATI INERMI
IN ROVETTA IL 28 APRILE 1945
E NEL RICORDO DI TUTTI I CADUTI PER L’ONORE


ANDRISANO Fernando, anni 22
AVERSA Antonio, anni 19
BALSAMO Vincenzo, anni 17
BANCI Carlo, anni 15
BETTINESCHI Fiorino, anni 18
BULGARELLI Alfredo, anni 18
CARSANIGA Bartolomeo Valerio, anni 21
CAVAGNA Carlo, anni 19
CRISTINI Fernando anni 21
DELL'ARMI Silvano, anni 16
DILZENI Bruno, anni 20
FERLAN Romano, anni 18
FONTANA Antonino, anni 20
FONTANA Vincenzo, anni 18
FORESTI Giuseppe, anni 18
FRAIA Bruno, anni 19
GALLOZZI Ferruccio, anni 19
GAROFALO Francesco, anni 19
GERRA Giovanni, anni 18
GIORGI Mario, anni 16
GRIPPAUDO Balilla, anni 20
LAGNA Franco, anni 17
MARINO Enrico, anni 20
MANCINI Giuseppe, anni 20
MARTINELLI Giovanni, anni 20
PANZANELLI Roberto, anni 22
PENNACCHIO Stefano, anni 18
PIELUCCI Mario, anni 17
PIOVATICCI Guido, anni 17
PIZZITUTTI Alfredo, anni 17
PORCARELLI Alvaro, anni 20
RAMPINI Vittorio, anni 19
RANDI Giuseppe, anni 18
RANDI Mario, anni 16
RASI Sergio, anni 17
SOLARI Ettore, anni 20
TAFFORELLI Bruno, anni 21
TERRANERA Italo, anni 19
UCCELLINI Pietro, anni 19
UMENA Luigi, anni 20
VILLA Carlo, anni 19
ZARELLI Aldo, anni 21
ZOLLI Franco, anni 16

la Lapide al Cimitero di Rovetta
 dove furono uccisi
 
 
 IL PROSSIMO 18 SETTEMBRE VERRANNO COMMEMORATI
A ROMA AL CIMITERO VERANO
DOVE RIPOSANO, I 43 RAGAZZI DELLA TAGLIAMENTO.
NON TUTTI PERO' SANNO COSA E' SUCCESSO A ROVETTA (BG) IL 28 APRILE 1945
PER QUESTO, VE LO RACCONTIAMO
 

 ROVETTA 28 APRILE 1945. STORIA DI UNA STRAGE
 
Tratto da “Il senso segreto della strage di Rovetta”, by Leone Belotti
  
 
Ultimi giorni di Aprile del 1945, la guerra è finita. Nel fuggi fuggi generale, mentre tutti si imboscano o si travestono, al passo della Presolana, in val Seriana, tagliati fuori da tutti, ci sono 43 balilla che ancora tengono il presidio.
Li comanda un sottotenente di 22 anni, l’età media è di 17 anni, i più giovani non hanno ancora 15 anni. Studenti, si erano arruolati dopo la fuga del re, per salvare l’onore della patria. Nati e cresciuti nella retorica fascista, non c’è da stupirsi che vogliano resistere in armi contro il resto del mondo, fino alla “bella morte”.
Il Comitato di Liberazione ordina: cessare il fuoco, arrendersi, consegnare le armi, è fatta salva la vita. E’ il parroco a convincerli a scendere dai monti, a rassicurarli che la resa sarà onorevole.
Giunti a Rovetta vengono presi in consegna dai partigiani, e dopo due giorni di prigionia quasi familiare (alcuni erano fidanzati con ragazze del posto) la notte del 27 accade qualcosa di poco chiaro, compaiono figure misteriose, agenti segreti, auto lussuose: all’alba del 28 Aprile i 43 balilla vengono picchiati, spogliati e condotti dietro il cimitero, dove vengono fucilati (mitragliati), a gruppi di cinque, e sepolti sommariamente.
Questo episodio, noto (non troppo) come “la strage di Rovetta” è la prima macchia dell’Italia nata dalla Resistenza. Chi diede l’ordine di fucilare prigionieri che si erano arresi conformemente agli ordini del Comitato di Liberazione?
Per quale ragion di stato 43 ragazzini che non erano stati responsabili di violenze, come testimoniato da uno dei capi partigiani, sono stati trucidati a sangue freddo?
Un processo farsa nel dopoguerra ha chiuso la questione (l’esecuzione fu considerata come “azione di guerra”, e dunque non punibile, grazie a un apposito decreto).
Gli esecutori materiali, processati e assolti, portano i cognomi più diffusi della zona, chiunque in Val Seriana conosce un sacco di gente con quei cognomi, Savoldelli, Zanoletti, Balduzzi, Percassi, amici, clienti, soci, collaboratori, gente con cui lavori. Gli ho detto: chiedi ai tuoi, agli zii, ai nonni: dim ergot! Niente. Nessuno sa niente, nessuno dice niente. Curioso come un bergamasco possa somigliare a un calabrese, in certi silenzi. Una pagina rimossa. E che pagina! L’innesco della mattanza!
Il giorno dopo la strage, il 29 Aprile 1945,  l’Unità scriveva: “La peste fascista deve essere annientata. Con risolutezza giacobina il coltello deve essere affondato nella piaga, tutto il marcio deve essere tagliato. Non è l’ora questa di abbandonarsi a indulgenze che sarebbero tradimento della causa…”  E’ il famoso articolo Pietà l’è morta. Firmato: Giorgio Amendola, cioè uno dei  “padri della patria”.
Amendola si riferiva a piazzale Loreto, ma come non leggere in queste parole un’apologia alla pulizia etnica?
Il macello di piazzale Loreto non bastava, qualcuno ha voluto e ordinato un bagno di sangue generale, nazionale, e occorreva un esempio immediato, ecco la strage di Rovetta: l’appello de l’Unità dunque significa “fate come a Rovetta”, trucidate pure chiunque abbia una camicia nera. A rigore: almeno il 90% degi italiani.
Ma proprio nel corso di quella notte, gli italiani, ormai ginnasti esperti del consenso,  si “liberarono”, e divennero tutti antifascisti convinti, e anche assetati di sangue. Nel corso del successivo mese di Maggio, furono uccise oltre 40.000 persone a sangue freddo, senza distinzione, civili, donne, bambini, anziani, per strada, in piazza, in casa, ovunque, per lo più vendette private su persone comuni, con l’alibi di “annientare la peste fascista”, mentre i gerarchi e i servi del regime  si riciclavano in parlamento, nei ministeri, nelle aziende e nelle case editrici.
Dobbiamo capire che dietro la cornice della “Liberazione” c’è un bagno di sangue attuato per occultare la magia del gattopardo, il trasformismo delle elites (non il ricambio).
Cose che un’intera generazione ha visto ma taciuto alla generazione successiva, la mia, la nostra, per cinquant’anni, fino anni Novanta, cioè dopo il crollo del comunismo, quando  giornalisti, storici ed editori hanno preso coraggio (!) e aperto gli archivi dell’orrore.
Torniamo a Rovetta. Nella formazione partigiana responsabile della strage c’erano personaggi noti della resistenza bergamasca, e anche una figura misteriosa,  il Mohicano, che si è poi rivelato essere un agente dei servizi segreti inglesi, il cui anonimato è stato usato fino ai giorni nostri come pretesto/alibi per non dire la verità proprio da parte di coloro che erano incaricati di fare luce (L’istituto storico della resistenza).
Non ci vuole Einstein per capire che se hai un problema non puoi chiedere di risolverlo a chi ci ha basato sopra la sua esistenza (a meno che si abbia a che fare con grandi uomini, se Einstein mi permette la precisazione, a mio parere dovuta, per quanto sperimentalmente improbabile).
Oggi possiamo dire questo: se a livello nazionale ci hanno mentito per quasi 50 anni, a livello locale, sui fatti di Rovetta, siamo già a 70. Perché? Chi c’è dietro, cosa c’è sotto questo segreto di stato? Chi diede l’ordine?
Cose pesanti da digerire per chi è stato allevato nel mito della resistenza e dell’antifascismo. Alle medie ci portavano in gita scolastica a Marzabotto, alle fosse Ardeatine, sapevamo tutto di quei fatti, ma di Rovetta, dove si andava in villeggiatura, non si sapeva niente.
Ma non vorrai paragonare… Si invece, paragoniamo, la barbarie è barbarie.
Sarebbe bello e giusto che finalmente saltasse fuori qualcuno di quelli che a Rovetta (non a Kabul) da 70 anni sanno e tacciono, anche un figlio, un nipote, e ci raccontasse come è andata. A cosa mi serve un prestigioso Istituto Storico della Resistenza e un simpatico Museo Storico della Città se dopo 70 anni non mi hanno ancora spiegato il fatto storico più rilevante accaduto qui dove sono nato e cresciuto, dove vivo e lavoro?
Leggere le carte del processo, con tutti gli omissis e i non ricordo-non so, con le raffinatezze acrobatiche del diritto per assolvere tutti, mette i birividi, perché riconosci la matrice di quella lunga serie di processi farsa che caratterizzerà la storia stragista d’Italia negli anni a seguire e fino ai giorni nostri.
Una grande delusione, una grande rabbia. Aver studiato storia per vent’anni, aver creduto a quei miti, per poi scoprire verità allucinanti, armadi nascosti, scheletri su scheletri.
Il senso, la verità di Rovetta è ancora segreta. Chi diede l’ordine della strage?
Nel 1997, quando la Regina d’Inghilterra ha tolto il segreto di stato dagli archivi del SOE, il secret service inglese che agiva in italia e nei balcani a “supporto” dei partigiani, gli storici hanno iniziato a studiare i documenti, e il quadro che ne esce ci dovrebbe portare a riscrivere alcune pagine di storia della resistenza. In primis quella della strage di Rovetta. Non ho il coraggio di rendere pubblico il sospetto, la possibilità che esce da queste carte.
Mi rivolgo a chi sa. Cos’hai, cos’avete da perdere? Quale era la cifra pagata? Chi era l’eminenza grigia arrivata con un’automobile lussuosa a dare l’ordine della strage, proveniente da Bergamo?
Non è mai troppo tardi per queste cose.

 
 

                                                             Tomba al Verano - Roma

   VISITA IL SITO :

giovedì 25 agosto 2016

COMANDANTE JUNIO VALERIO BORGHESE, PRESENTE !

 
Funerali del Comandante Junio Valerio Borghese Roma 2 settembre 1974
 

QUALCOSA NON QUADRA

DELLA SERIE "L'IPOCRISIA NON MUORE MAI "

AVANGUARDIA NAZIONALE PRESENTE !

Piazza Epiro (Roma). Raccolta beni primari per i Fratelli colpiti dal sisma.
 Avanguardia Nazionale PRESENTE!
 
 

ALSO SPRACH ZARATHUSTRA - IN MEMORIAM

"Agli uomini dei quali mi importa qualcosa io auguro sofferenze, abbandono, malattie, maltrattamenti, disprezzo − io desidero che non restino loro sconosciuti il profondo disprezzo di sé, il martirio della diffidenza di sé, la miseria del vinto: non ho compassione di loro, perché auguro loro la sola cosa che oggi possa dimostrare se un uomo abbia o non abbia valore − gli auguro di resistere..."
 (Friedrich Nietzsche, Frammenti postumi, 1869/89)
 
200 FRAMMENTI, CITAZIONI, AFORISMI
 
Senza musica la vita sarebbe un errore.
Ciò che non mi distrugge mi rende più forte.
Non è la mancanza di amore, ma la mancanza di amicizia che rende i matrimoni infelici.
La follia è qualcosa di raro nei singoli, ma nei gruppi, partiti, popoli, epoche è la regola.
Nessun pastore è un solo gregge. Ognuno vuole la stessa cosa, ognuno è uguale: chi sente in modo diverso, entra spontaneamente in manicomio.
E coloro che sono stati visti danzare erano ritenuti pazzi da coloro che non potevano ascoltare la musica.
Ci sono due diversi tipi di persone nel mondo, coloro che vogliono sapere, e coloro che vogliono credere.
Tutto ciò che è fatto per amore è sempre al di là del bene e del male.
Ci si sbaglierà raramente, attribuendo le azioni estreme alla vanità, quelle mediocri all’abitudine e quelle meschine alla paura.
Tutto quello che noi oggi definiamo immorale, in qualche luogo e in qualche epoca è stato considerato morale. Che cosa ci garantisce che non cambi di nuovo nome?
Tutti i più grandi pensieri sono concepiti mentre si cammina.
C’è sempre un grano di pazzia nell’amore, così come c’è sempre un grano di logica nella pazzia.
La felicità non ha volto ma spalle: per questo noi la vediamo quando se n’è andata!
Io crederei all’esistenza del Salvatore se voi aveste una faccia da salvati.
Già la parola “cristianesimo” è un equivoco −, in fondo è esistito un solo cristiano e questi morì sulla croce.
Da quando vi sono uomini, l’uomo ha gioito troppo poco: solo questo, fratelli, è il nostro peccato originale!
Dio è morto: ma considerando lo stato in cui si trova la specie umana, forse ancora per un millennio ci saranno grotte in cui si mostrerà la sua ombra.
Non che Tu mi abbia ingannato, ma che io non Ti creda più: questo mi ha scosso.
I due grandi narcotici europei, l’alcool e il cristianesimo.
Dovunque mi arrampichi io sono seguito da un cane chiamato ‘Ego’
Voi che accettate la responsabilità di tutto tranne che dei vostri sogni. Niente vi appartiene più dei vostri sogni.
Vi è più ragione nel tuo corpo che nella tua migliore saggezza.
Tutti gli ideali sono pericolosi perché avviliscono e condannano il reale.
I libri per tutti sono sempre libri maleodoranti: vi si attacca l’odore della piccola gente.
L’autore migliore. L’autore migliore sarà quello che si vergognerà di diventare scrittore.
L’autore deve chiudere bocca quando apre bocca la sua opera.
Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante.
Chi ha un perché per vivere per può sopportare quasi ogni come.
Un idealista è incorreggibile: se è allontanato dal suo paradiso farà un ideale del suo inferno.
Dietro un uomo che cade in acqua ci si tuffa più volentieri se sono presenti delle persone che non osano farlo.
Se Cristo è risorto, perché siete così tristi? Voi cristiani non avete un volto da persone redente.
Non posso credere in un Dio che vuole essere lodato per tutto il tempo.
In me l’ateismo non è né una conseguenza, né tanto meno un fatto nuovo: esso esiste in me per istinto. Sono troppo curioso, troppo incredulo, troppo insolente per accontentarmi di una risposta così grossolana. Dio è una risposta grossolana, un’indelicatezza verso noi pensatori: anzi, addirittura, non è altro che un grossolano divieto contro di noi: non dovete pensare!
Così mi disse una volta il diavolo: «Anche Dio ha il suo inferno: è il suo amore per gli uomini».
Non può esserci un Dio perché, se ce ne fosse uno, non crederei che non sia io.
“Fede” significa non voler sapere quel che è vero.
Che cos’è per te la cosa più umana? Risparmiare vergogna a qualcuno.
La pancia è la ragione per la quale un uomo non si può considerare un dio.
Falsa sia per noi ogni verità che non sia stata accompagnata da una risata.
L’uomo è una corda tra la bestia e il superuomo.
Quanto più ci innalziamo, tanto più piccoli sembriamo a quelli che non possono volare.
Due cose vuole il vero uomo: pericolo e gioco. Perciò vuole la donna, come il giocattolo più pericoloso.
Tutto nella donna è un enigma, ma tutto nella donna ha una soluzione: questa si chiama gravidanza.
Come? L’uomo è soltanto un errore di Dio? O forse è Dio soltanto un errore dell’uomo?
Dove il popolo mangia e beve, persino dove adora, lì di solito c’è fetore. Non bisogna entrare in una chiesa, se si vuole respirare aria pura.
Di tutto quanto è scritto io amo solo ciò che uno scrive col suo sangue
Avere ragione è una ragione in più per non aver alcun successo.
C’è da dubitare che un gran viaggiatore abbia trovato in qualche parte del mondo zone più brutte che nella faccia umana.
“Dieci volte al giorno devi superare te stesso: ciò procura una buona stanchezza ed è papavero per l’anima. Dieci volte devi riconciliarti con te stesso: perché superarsi è amarezza, e dorme male chi non si è riconciliato. Dieci verità al giorno devi trovare; altrimenti cerchi la verità anche durante la notte e la tua anima è rimasta affamata. Dieci volte al giorno devi ridere ed essere sereno: altrimenti di notte lo stomaco ti disturberà, questo padre dell’afflizione.
Una donna può stringere legami di amicizia con un uomo; ma per mantenerla, è forse necessario il concorso d’una leggera avversione fisica.
Profondità e torbido. Il pubblico scambia facilmente colui che pesca nel torbido con colui che attinge dal profondo.
Ciò che noi facciamo non viene mai capito, ma soltanto lodato o biasimato.
Non voglio leggere più nessun autore di cui si noti che volle fare un libro: ma solo quelli i cui pensieri divennero improvvisamente un libro.
La speranza: essa è in verità il peggiore dei mali perché prolunga le sofferenze degli uomini.
L’amore è certamente tutto, meno che un mezzo di conoscenza.
Il vero amore pensa all’istante e all’eternità, mai alla durata.
Se si tace per un anno, si disimpara a chiacchierare e si impara a parlare.
Non c’è niente da fare: ogni maestro ha un solo allievo, e questo gli diventa infedele perché è destinato anche lui a diventare maestro.
Per la donna, l’uomo è un mezzo il cui fine è un bambino.
Dio creò la donna. E, a dir vero, da quel momento cessò di esistere la noia; ma cessarono di esistere anche molte altre cose! La donna fu il secondo errore di Dio.
Si viene puniti soprattutto per le proprie virtù.
Per vivere soli si deve essere una bestia o un dio − dice Aristotele. Manca il terzo caso: si deve essere l’una e l’altra cosa − filosofo
Si paga caro l’acquisto della potenza; la potenza istupidisce.
Si possono concepire i filosofi come persone che compiono sforzi estremi per sperimentare fino a che altezza l’uomo possa elevarsi.
L’aforisma, la sentenza, sono le forme dell’eternità; la mia ambizione è di dire in dieci frasi quel che chiunque altro dice in un intero libro, quel che chiunque altro non dice in un intero libro.
Di tutto conosciamo il prezzo, di niente il valore.
Se i coniugi non vivessero insieme, i buoni matrimoni sarebbero più frequenti.
Il mio tempo non è ancora venuto; alcuni nascono postumi.
La frase più pudica che ho udito: “Nell’amore vero è l’anima che abbraccia il corpo”.
L’intento cristiano di pensare il mondo brutto e cattivo ha reso il mondo brutto e cattivo.
Osare di essere immorali come la natura.
Si comincia con il disimparare ad amare gli altri e si finisce con il non trovare in noi stessi più niente degno di essere amato.
Un uomo di genio è insopportabile, se non ha almeno altre due qualità: la gratitudine e la purezza.
Il pensiero del suicidio è un potente mezzo di consolazione: grazie a esso si superano parecchie cattive notti.
Quando guardi a lungo nell’abisso, l’abisso ti guarda dentro.
Le conseguenze dei vostri atti vi prenderanno per i capelli anche se nel frattempo sarete diventati migliori.
Colui che cerca la conoscenza deve saper amare i propri nemici e ancor di più odiare i propri cari.
Spesso contraddiciamo una opinione, mentre ci è antipatico soltanto il tono con cui essa è stata espressa.
La felicità non è fare tutto ciò che si vuole, ma volere tutto ciò che si fa.
Un politico divide l’umanità in due classi: strumenti e nemici. Il che significa che conosce una sola classe, i nemici.
Non esistono fenomeni morali, ma soltanto un’interpretazione morale di questi fenomeni.
Nella vendetta e nell’amore la donna è più barbarica dell’uomo.
Meglio esser pazzo per conto proprio, anziché savio secondo la volontà altrui.
I mendicanti dovrebbero essere aboliti. Infastidisce dar loro qualcosa, e infastidisce non dar loro qualcosa.
Chi conosce in profondità si sforza d’essere chiaro; chi vorrebbe sembrare profondo alla moltitudine si sforza d’essere oscuro.
Ci sono tre principali gruppi di uomini: selvaggi, barbari inciviliti, europei.
Una donna può stringere legami di amicizia con un uomo, ma per mantenerla è necessario il concorso d’una leggera avversione fisica.
Il miglior scrittore sarà colui che avrà vergogna di essere un letterato.
Le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità.
Nella solitudine, il solitario divora se stesso. Nella moltitudine, lo divorano i molti. Ora scegli.
Quando, un mattino di domenica, sentiamo rimbombare le vecchie campane, ci chiediamo: ma è mai possibile! ciò si fa per un ebreo crocifisso duemila anni fa, che diceva di essere il figlio di Dio.
“Tutti gli uomini, di tutte le epoche, e ancora oggi, si dividono in schiavi e liberi; perché chi non dispone di due terzi della sua giornata è uno schiavo, qualunque cosa sia per il resto: uomo di stato, commerciante, impiegato statale, studioso.
Si ripaga male un maestro, se si rimane sempre scolari.
Ama i tuoi nemici perché essi tirano fuori il meglio di te.
La differenza fondamentale tra le due religioni della décadence: il Buddhismo non promette, ma mantiene; il Cristianesimo promette tutto e non mantiene nulla
Se tutte le elemosine fossero concesse soltanto per compassione, i mendicanti sarebbero tutti morti di fame. La più grande dispensatrice di elemosine è la vigliaccheria.
Chi regala qualcosa di grande non trova riconoscenza, perché chi lo riceve ha già troppo peso nell’accettarlo.
Contro la noia anche gli dei lottano invano.
Il cristianesimo dette da bere a Eros del veleno − costui in verità non ne morì, ma degenerò in vizio.
Dio è morto! Dio resta morto! e noi lo abbiamo ucciso! Come possiamo consolarci noi gli assassini di tutti gli assassini? Ciò che di più santo e più potente possedette finora il mondo fu dissanguato dai nostri coltelli. Chi cancella da noi questo sangue? Con quale acqua potremo purificarci? Quali solenni espiazione quali giochi sacri dovremo inventare? La grandezza di questo fatto non è troppo vasta per noi? Non dobbiamo noi stessi diventare Dei, per sembrare degni di quella grandezza? Non ci fu mai un fatto più grande, e chi nascerà dopo di noi apparterrà, a causa di quel fatto, ad una storia più grande di quanto sia stata fatta finora, qualsiasi storia!
Che cos’è il sigillo della raggiunta libertà? Non provare più vergogna davanti a sé stessi.
Siamo soltanto noi che abbiamo immaginato le cause, la successione, la reciprocità, la relatività, la costrizione, il numero, la legge, la libertà, il motivo, lo scopo.
La cattiveria è rara, la maggior parte degli uomini si occupa troppo di se stessa per essere malvagia.
Che cosa può soltanto essere la conoscenza? “Interpretazione”, non “spiegazione”.
L’irrazionalità di una cosa non è un argomento contro la sua esistenza anzi ne è una condizione
O risplendente Sole, cosa mai saresti tu, se non ci fossi io, quaggiù, su cui risplendere?
Novantanove parti su cento di ogni ‘creazione’ sono imitazione, in suoni o in pensieri. Furto, più o meno consapevole.
L’esistenza è in realtà un tempo imperfetto che non diventa mai un presente.
Alla fine, tutte le cose devono essere come sono sempre state: le altezze stellari ai cuori elevati, gli abissi ai profondi, ed infine tutte le cose rare per gli esseri rari.
Si corrompe nel modo più sicuro un giovane, se gli si insegna a stimare chi la pensa come lui più di chi la pensa diversamente.
Il serpente che non può disquamarsi, perisce. Così pure gli spiriti, ai quali si impedisce di mutare le loro idee; cessano di essere spiriti.
Non attribuiamo particolare valore al possesso di una virtù, finché non ne notiamo la totale mancanza nel nostro avversario.
Le medesime passioni hanno nell’uomo e nella donna un ritmo diverso: perciò uomo e donna continuano a fraintendersi.
Che cosa è verità? Inerzia; l’ipotesi che ci rende soddisfatti; il minimo dispendio di forza intellettuale.
La Chiesa è esattamente ciò contro cui Gesù predicò e contro cui insegnò ai suoi discepoli a combattere.
Ogni pensatore profondo teme piu’ di venire capito che di essere frainteso.
Potrei credere solo a un dio che sapesse danzare.
Fate pure ciò che volete, ma siate prima di tutto di quelli che sanno volere! Amate pure il vostro prossimo come voi stessi, ma siate prima di tutto di quelli che amano se stessi!
Chi scrive aforismi non vuole essere letto ma imparato a memoria.
Il cinismo è la sola forma sotto la quale le anime volgari rasentano l’onestà.
I maestri sono stati liquidati: la morale dell’uomo comune ha trionfato.
Il vostro amore del prossimo è il vostro cattivo amore per voi stessi. Voi fuggite verso il prossimo fuggendo voi stessi, e di ciò vorreste fare una virtù.
Come? Un grand’uomo? Io vedo sempre solo uno che recita il proprio ideale.
La vita è fatta di rarissimi momenti di grande intensità e di innumerevoli intervalli. La maggior parte degli uomini, però, non conoscendo i momenti magici, finisce col vivere solo gli intervalli.
Uno va dal prossimo perché cerca se stesso, un altro, perché vorrebbe perdere se stesso.
Diffido di tutti i sistematici e li evito. la volontà di sistema è una mancanza d’onestà.
Migliorare lo stile significa migliorare il pensiero.
Dove voi vedete le cose ideali, io vedo cose umane, ahi troppo umane.
E che cosa amerò se non l’enigma delle cose?