giovedì 20 luglio 2017

LA DIFESA DI MASSIMO BOSSETTI

 
“Non mi hanno voluto credere, ma voglio andare avanti per dimostrare che sono innocente”.
 
ROMA  – “Non mi hanno voluto credere, ma voglio andare avanti per dimostrare che sono innocente”. Così Massimo Bossetti si è sfogato con i compagni di cella dopo il rientro nel carcere di via Gleno a Bergamo, dove è rinchiuso dal 16 giugno 2014. All’indomani della sentenza di secondo grado che gli ha confermato la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, il carpentiere di Mapello è provato. Con gli occhi gonfi dal pianto e il volto segnato da due notti in bianco, prima e dopo il verdetto, Bossetti ha incontrato i suoi avvocati, Claudio Salvagni e Paolo Camporini che hanno cercato di infondergli nuova fiducia. Era convinto che i giudici di appello gli avrebbero concesso una chance, ripetendo la prova del Dna. Guarda ora alla Cassazione, ultima spiaggia per scongiurare che il carcere a vita diventi per lui un verdetto definitivo.
Esauriti i giudizi di merito, i difensori del muratore di Mapello potranno proporre davanti alla Suprema Corte solo questioni di legittimità, denunciando eventuali violazioni delle norme sulla giurisdizione con l’obiettivo di arrivare alla cancellazione della sentenza di secondo grado e – se non proprio all’assoluzione di Bossetti – almeno, ad una sentenza di annullamento con rinvio, cioè un processo d’appello-bis.Tenuto conto delle posizioni espresse nel processo di primo grado a Bergamo e di secondo grado a Brescia, delle argomentazioni esposte dai difensori di Bossetti nelle loro arringhe, e in attesa di leggere le motivazioni della sentenza di secondo grado, sono almeno tre le “carte” che la difesa di Bossetti potrà giocarsi in Cassazione:
1) ILLOGICITA’ NELLA RICOSTRUZIONE DEI FATTI – Se la sentenza fosse motivata con evidenti illogicità o contraddittorietà del ragionamento prospettato dalla Corte per ricostruire i fatti e arrivare all’affermazione di responsabilità di Bossetti, la difesa potrà censurare la sentenza stessa. Potrà anche denunciare l’eventuale omessa motivazione su questioni decisive prospettate.
2) NULLITA’ O INUTILIZZABILITÀ DI ATTI – Se i difensori avessero eccepito nullità o inutilizzabilità di singoli atti – in particolare legati all’accertamento del profilo genetico di Bossetti – potrebbero farne oggetto di specifico motivo di ricorso per inosservanza delle norme processuali.
3) MANCATA ASSUNZIONE DI UNA PROVA DECISIVA – E’ l’aspetto che merita maggiore attenzione, per la peculiarità del caso: potrebbe essere rappresentato dalla mancata assunzione di una prova decisiva a discarico (cioè a favore di Bossetti), in relazione alla richiesta avanzata dalla difesa di effettuare una nuova perizia sul Dnaritrovato sulla vittima e attribuito a Bossetti. Sotto tale profilo – se le argomentazioni fossero ritenute fondate dalla Suprema Corte – la sentenza verrebbe censurata in base alla norma che espressamente disciplina la “mancata assunzione di una prova decisiva” a discarico.
“Ogni persona intellettualmente onesta non può non pensare che l’imputato debba difendersi. Tutto ruota intorno alla prova genetica e Bossetti non ha potuto difendersi su questo, anche alla luce di tutto il materiale che abbiamo portato. il professor Peter Gill è rimasto sbalordito quando ha saputo quello che sta accadendo qui in Italia. Purtroppo c’è stato un dialogo tra sordi”.
Ai microfoni di “Legge o Giustizia” condotto da Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus, l’avvocato Salvagni ha spiegato:
Secondo lei questo è stato un processo segnato dall’inizio con l’annuncio dell’allora Ministro dell’Interno Angelino Alfano che disse: “Abbiamo arrestato l’assassino di Yara Gambirasio”?
“Credo che questa esternazione sia stata una grossa caduta di stile. Oltre che da un Ministro arrivò da un avvocato che conosce bene i principi del nostro sistema giudiziario. Spero che questa esternazione non abbia condizionato i giudizi”.
Salvagni è tornato ancora sul processo:
“Io lo definisco una vera e propria uccisione del diritto di difesa, non quanto in qualità di difensore di Bossetti. Come cittadino temo queste sentenze che non permettono alla difesa di fare il proprio lavoro. È importante riflettere su un dato scientifico pieno di errori e contraddizioni. Questa vicenda ha travalicato i confini, c’è tutto il mondo che ci osserva”.
Ovviamente arriverà il ricorso in Cassazione: pensa di avere maggiori chance rispetto agli altri due gradi di giudizio?
“Provocatoriamente il ricorso per Cassazione potrei scriverlo già oggi. La sentenza ha ripreso quella di prima grado e penso meriti una cesoia della Cassazione. Mi spiace che per tutto questo tempi Bossetti debba rimanere in carcere. Non possiamo accontentarci di un colpevole qualsiasi, deve esserci un vero colpevole. Bossetti è totalmente estraneo alla vicenda. Sono molto fiducioso perché in Cassazione si parlerà di diritto. Non ci sono giurie popolari ma giuristi di altissimo livello. Le nostre tesi verranno accolte”.
 
 
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