mercoledì 7 giugno 2017

QUEGLI EROI CHE HAI MASSACRATO, SONO ANCORA QUA



8 GIUGNO 1945 - A FRANCESCO ED EMILIO - 8 GIUGNO 2017
72° ANNIVERSARIO
ONORE E GLORIA A FRANCESCO ED EMILIO, ASSASSINATI A LOVERE E ANNEGATI NEL LAGO PER MANO DI PARTIGIANI UBRIACHI
 
La strage di Lovere (Bergamo)
Mercoledì 25 aprile 1945 un piccolo presidio della Legione “Tagliamento”, 26 militi della 4^ Cmp, II Rgt, di stanza nell’edificio delle scuole elementari a Piancamuno in Val Canonica venne sorpreso da un gruppo di partigiani fra i quali erano dei polacchi in divisa tedesca. Malgrado la sorpresa i militi reagiscono, ma le perdite sono gravi : 9 morti fra cui il comandante aiutante maresciallo Ernesto Tartarini e tre feriti. Anche il comandante partigiano, però, tale Luigi Macario, viene ucciso insieme ad altri due, cosicché i partigiani, rimasti senza comandante, cedono al fuoco intenso dei militi superstiti e si ritirano. A questo punto giunge in aiuto una squadra del plotone Guastatori al comando del brigadiere Amerigo De Lupis.
 Egli si rende conto che i tre feriti che giaccioni all’Ospedale di Darfo non hanno una assistenza adeguata. Uno dei tre, infatti, Sandro Fumagalli, muore la mattina del 26. Allora nel pomeriggio il De Lupis, con una piccola scorta, porta i due feriti ancora vivi all’Ospedale di Lovere, sul lago d’Iseo. Ma egli non sa che i partigiani stanno occupando la città. Al mattino, infatti, il locale presidio del 612° Comando Provinciale della G.N.R. comandato dal Ten. Agostino Ginocchio si è arreso a un gruppo di partigiani e altri partigiani stanno affluendo dalle montagne. Così il De Lupis e i suoi uomini vengono sorpresi all’uscita dall’Ospedale e catturati. Condotti presso la casa canonica (Palazzo Bazzini) che veniva utilizzata come prigione, vennero rinchiusi insieme agli uomini del Ten. Ginocchio. Testimoni dell’epoca affermano che ai prigionieri vennero inflitti pesanti maltrattamenti. Il 30 aprile un legionario, Giorgio Femminini di 20 anni, ottenne di potersi sposare con la sorella di un commilitone, Laura Cordasco, così fu condotto in chiesa col De Lupis e il commilitone Vito Giamporcaro come testimoni. Ma poichè la cerimonia si prolungava i partigiani condussero via tutti gli uomini del De Lupis e li portarono dietro il cimitero dove furono massacrati con raffiche di mitra.  Gli uccisi furono sei: Amerigo De Lupis, Aceri Giuseppe, Femminini Giorgio, Mariano Francesco, Giamporcaro Vito, Alletto Antonino. I due legionari: Le Pera Giovanni e De Vecchi Francesco, ricoverati, come si è detto, in ospedale per gravi ferite, furono quasi ogni giorno percossi e maltrattati e, infine, prelevati da partigiani fra il 7 e l’ 8 di Giugno, oltre 40 giorni dopo la fine della guerra, percossi, seviziati e, infine, gettati nel lago e annegati. Vedi la documentazione.
(redatto con la collaborazione preziosa di Giuliano Fiorani e Sergio Geroldi)
 
 

 

CARTELLE CLINICHE DI DE VECCHI E LE PERA                          
                                    
                                   Dalla cartella clinica intestata a Le Pera Emilio, redatta dal-
                             l’Ospedale Mandamentale di Lovere si ricava che egli era nato
                             il 1.2.1923, che era studente, che fu ricoverato il 26.4.1945 e
                             che uscì il 8.6.1945.
                             DIAGNOSI : Frattura bilaterale del femore e delle gambe d’arma da fuoco con ritenzione di schegge a sinistra.
ANAMNESI E STATO PRESENTE: Ricoverato d’urgenza il 26 aprile 1945 perché gravemente ferito durante un conflitto fra partigiani e militi della Tagliamento durante il periodo della liberazione.
E.O.: Individuo in gravissime condizioni generali. Agli arti inferiori numerose ferite d’arma da fuoco bipassanti ed interessanti l’apparecchio scheletrico: fratture (illeggibile) bilaterali dei femori al 1/3 medio e di ambedue le tibie pure al 1/3 medio aperte e sbrecciate con fuoriuscita di sostanza.
 Le annotazioni sulla temperatura e altro proseguono fino all’8 giugno. In corrispondenza di tale data si trova la seguente annotazione:
“”Nella notte fra il 7 e l’8 giugno alcuni individui armati di mitra sono penetrati a viva forza nell’ospedale ed immobilizzato il personale, bloccato il telefono si sono caricati sulle spalle il ferito sanguinante e quasi morente per il trauma inflittogli togliendolo dal letto e con un compagno pure ferito gravemente e che giaceva nel letto accanto, l’anno asportato dall’Ospedale sulla strada buia dove pare attendessero altri con una macchina.””


 
 
 
 
 




 




 



 

 clinidevecchi.htm                  

                          Dalla cartella clinica intestata a De Vecchi Francesco, redatta dal-
                     l’Ospedale Mandamentale di Lovere, si ricava che era nato il 20.11.
                     1925, di professione contadino, entrato il 26.4.1945 e uscito il 8.6.45.
                      DIAGNOSI: Ferite multiple di arma da fuoco.
ANAMNESI E STATO PRESENTE: Viene ricoverato proveniente dall’Ospedale di Darfo per ferite multiple riportate in combattimento (aggiunto dal Dott.Petrucci)
 Anche in questo caso in data 8 giugno 1945, aggiunto dal Dott. Petrucci, trovasi l’annotazione :
“” ignoti hanno invaso l’Ospedale e prelevato e trasportato in sede ignota.””
----------------------------
 
Relativamente alla vicenda del De Vecchi esiste una dichiarazione rilasciata ai Carabinieri di Lovere dal Dott. Tullio Corazzina, che all’epoca prestava servizio nell’Ospedale di Lovere. Con tale dichiarazione si ricostruisce nei dettagli tutta l’infame vicenda.
Vai al documento.













 

Nessun commento:

Posta un commento