IL PROGRESSO CANCELLA LA COMUNITA'
A chi abita nelle "batterie" degli uomini da lavoro resta, oggi, una sola via da percorrere per conservare la stima di sé: non rimuovere dalla coscienza la vita di chi ci è accanto, di chi ci è compagno di sventura; non dimenticarlo non chiudersi nel più completo isolamento. Si abita sullo stesso pianerottolo e non ci si conosce. E si fa di tutto per evitare di conoscersi. Si chiudono con i tramezzi i balconi. Perché? Per la paura di vedere riflessa nel vicino la propria immagine disperata, di uomini da lavoro in "batteria". E i figli? Scendono dalle nuove zone di frontiera, le bande. Che possono fare se sono cresciuti in questa "cultura" che ha ucciso, con la memoria storica, città e territorio? Vandalismi? E come possono avere rispetto se ciò che vedono (e in cui vivono) è triste e brutto? Centinaia di migliaia di abitazioni che si distinguono solo per i numeri civici. Quei quartieri: disegnati da quale "cultura"? Da quali "architetti"? I ragazzi, oggi abituati ad essere consumatori, sfiorano l’angoscia, la noia per sazietà di stimoli. Via la Patria, via la religione, via le ideologie, via ogni fede. Via ogni autorità, tutto è permesso. Viva la città senza bandiere, senza altari, senza idee, senza politica vera. Si scatenano i demoni. Questa è la cultura fondante sorta per edificare la città senza Dio. La città senza inibizioni, la città dove si può tutto. Ed ecco l’infelicità, la noia, il collasso totale. Come si esce da questa crisi metapolitica, da questa crisi di religione? Occorre ritrovarsi, tornare a stare insieme. Tornare ad un modo di vivere che dia senso alla vita. Superare la vacanza della Storia che ci ha portato alla perdita di identità. Tornare Comunità. Tornare "memoria"».
BEPPE NICCOLAI
FONTE: Sia le foto in alto che il testo virgolettato sono tratti dal sito
http://www.beppeniccolai.org/
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