Se dovessimo ricercare una definizione sintetica di "Ordine Globale" e potere finanziario, dovremmo ricercare quanto scritto da alcuni studiosi statunitensi, fra cui spicca per le sue teorie Carroll Quigley.
Questi, che era un docente statunitense appartenente al circolo dei consiglieri di Washington, nella sua opera "Tragedia e Speranza", aveva scritto negli anni 60 che "...Il potere del Capitalismo finanziario ha un obiettivo trascendentale che è quello di creare un sistema di controllo finanziario globale in mano ad un’elite in grado di dominare il sistema politico di ogni paese e l'economia mondiale come un tutto unico".
In altra parte di questi scritti, lo stesso autore sostiene che "questo sistema finanziario viene sottoposto al controllo del cartello della Banche centrali di tutto o di quasi tutto il mondo, in una forma feudale, operando in modo coordinato attraverso accordi segreti fra i componenti di un’elite che si riunisce riservatamente in clubs esclusivi e circoli privati. Ogni Banca Centrale ha trovato il modo di influire sul Governo tramite la possibilità di monopolizzare i finanziamenti allo Stato, con la facoltà di manipolare il mercato valutario, determinando l'attività economica del paese ed influendo sull'assetto politico mediante l'inserimento di propri fiduciari ricompensati con denaro e carriere assicurate".
Da quanto scriveva questo autore, si può facilmente comprendere quale sia il fattore chiave di controllo e di esercizio del potere in un sistema ipercapitalista, sistema travestito dall’illusoria forma democratica, che consiste nel potere di emettere moneta, incluso l'esercizio dell'usura legalizzata sugli stati e dell'indebitamento permanente.
Il cartello delle banche centrali, oggi saldamente nelle mani dell'elite finanziaria, è in grado di emettere denaro (creato dal nulla) e monopolizzare il credito attraverso il controllo degli organismi transnazionali come il FMI (Fondo Monetario Internazionale), la Banca Mondiale, la Banca dei Regolamenti, la Goldman Sachs, la JP Morgan, ecc. Di conseguenza appare evidente che oggi buona parte del mondo si trova sotto il controllo di un’elite finanziaria iper-capitalista.
In pieno secolo XXI la tirannia dell’elite nel processo verso il Nuovo Ordine Mondiale non presenta alcun rispetto verso i "diritti umani" dei popoli, il diritto all'autodeterminazione, il rispetto del medioambiente, i diritti sociali delle persone. Le nazioni ed i popoli che resistono o si oppongono a questo dominio, vengono prima o poi schiacciati attraverso interventi militari diretti o attraverso le guerre per procura, con la sobillazione interna e la fomentazione dei conflitti religiosi, etnici e sociali. Gli esempi dell'Iraq, della Libia, del Libano, della Siria, dello Yemen, fanno testo.
Di fronte a tutto questo sorge la necessità di rompere le catene e opporsi alla tirannia mondialista/imperialista che opprime i popoli. Il percorso per la resistenza dei popoli passa attraverso la difesa della propria identità e sovranità nazionale, la riscoperta delle proprie radici e della propria storia, l'opposizione al neo-liberismo economico in nome della preminenza delle comunità sociali, organiche e solidali.
In altre parole un nazionalismo identitario non gretto ed oligarchico ma collegato all'interesse nazionale, patriottico e rivoluzionario. Per fare fronte all'imperialismo aggressivo delle centrali che vogliono instaurare il Nuovo Ordine Mondiale, bisogna fare leva su un pensiero forte che riscopra la sovranità e la dignità dei popoli, l'attaccamento alle proprie radici ed alla propria cultura. Non c'è altra strada o altro percorso.
Luciano Lago
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