martedì 30 gennaio 2018

QUELLA DOMENICA DI SANGUE DEL 30 GENNAIO 1972


 
30 GENNAIO 1972 : 46 ANNI SENZA GIUSTIZIA


 Doveva essere una manifestazione a sostegno dei detenuti irlandesi internati nelle carceri britanniche, contro una legge approvata dal ministro degli interni secondo cui gli irlandesi anche se solo sospettati di legami con l'ira potevano essere arrestati senza processo e internati per un tempo illimitato.Le cronache dell'epoca ci riferiscono di un numero ...di partecipanti alla manifestazione tra le 20.000 e le 30.000 persone per una città che al giorno d'oggi ne fa circa 85.000. I soldati del primo battaglione paracadutisti dell'esercito britannico , comandati dal colonnello Wilford , ricevettero l'ordine di disperdere la folla, il passo fu breve. I soldati aprirono il fuoco in maniera insensata sotto gli occhi di giornalisti e fotoreporter. Ventisei persone vennero colpite,in tredici morirono sul campo,una morì alcuni giorni dopo in ospedale per le ferite riportate, cinque di queste vennero colpite alla schiena mentre scappavano. Il 30 Gennaio 1972 per molti irlandesi segnò il punto di non ritorno. Troppi giovani uccisi a sangue freddo ( otto avevano meno di 23 anni ) , qualche padre che non sarebbe mai più tornato dai propri figli, in molti sventolavano un fazzoletto bianco prima di essere giustiziati. Ne segui' un tentativo di diffamare la manifestazione e le vittime accusandole di essere armate e di aver iniziato il conflitto per primi. Le foto della stampa dell'epoca smentirono le accuse : ERANO TUTTI DISARMATI .Dopo 46 anni di scuse, insabbiature,finte promesse e commemorazioni ancora NESSUNO ha avuto giustizia.
 

 
In memoria delle vittime della strage
 
L'immagine può contenere: 3 persone, spazio all'aperto
 
John (Jackie) Duddy (17): Ucciso con un colpo al petto nel parcheggio dei Rossville Flats (un complesso di palazzi di edilizia popolare in Rossville Street). Quattro testimoni affermarono che Duddy era disarmato e stava scappando dal reggimento di paracadutisti quando fu ucciso. Tre di loro videro un soldato prendere attentamente la mira sul ragazzo mentre correva. Era zio del pugile irlandese John Duddy.
Patrick Joseph Doherty (31): Ucciso da un colpo alle spalle mentre tentava furtivamente di mettersi al riparo nella spiazzo antistante i condomini di Rossville. Doherty fu fotografato ripetutamente dal giornalista francese Gilles Peress sia prima che dopo la sua morte. Nonostante la testimonianza del "Soldato F" che fece fuoco sull'uomo, perché a sua detta teneva in mano una pistola e stava sparando, fu constatato che le fotografie ritraevano Doherty disarmato, e i test forensi sulla sua mano per verificare resti di polvere da sparo diedero esito negativo.
Bernard McGuigan (41): Ucciso da un colpo alla nuca dopo che era andato a soccorrere Patrick Doherty. Aveva sventolato un fazzoletto bianco al soldato per indicare le sue intenzioni pacifiche.
Hugh Pious Gilmour (17): Ucciso da un proiettile che colpì il gomito entrando poi nel petto, mentre scappava dal reggimento paracadutisti in Rossville Street. Fu constatato che una fotografia scattata alcuni secondi dopo l'uccisione di Gilmour, lo mostrava disarmato, e i test per i residui di polvere da sparo diedero esito negativo.
Kevin McElhinney (17): Colpito alle spalle mentre tentava di mettersi al riparo all'entrata dei Rossville Flats. Due testimoni affermarono che McElhinney era disarmato.
Michael Gerald Kelly (17): Colpito allo stomaco mentre si trovava vicino alla barricata dei Rossville Flats. Fu constatato che Kelly era disarmato.
John Pius Young (17): Colpito alla testa mentre si trovava vicino alla barricata dei Rossville Flats. Due testimoni affermarono che era disarmato.
William Noel Nash (19): Colpito al petto vicino alla barricata. Testimoni hanno affermato che Nash era disarmato e stava correndo in soccorso di un altro mentre fu ucciso.
Michael M. McDaid (20): Colpito in faccia quando si trovava vicino alla barricata mentre si stava allontanando dai paracadutisti. La traiettoria del proiettile indicava che potrebbe essere stato ucciso dai soldati appostati sulle mura di Derry.
James Joseph Wray (22): Ferito e poi colpito nuovamente da vicino mentre si trovava a terra. Alcuni testimoni, che non furono chiamati dalla commissione d'inchiesta di Widgery, hanno affermato che Wray stava gridando che non riusciva a muovere le gambe, prima di venire colpito la seconda volta.
Gerald Donaghy (17): Colpito allo stomaco mentre tentava di scappare al sicuro verso Glenfada Park e Abbey Park. Donaghy fu portato in una casa vicina dove fu visitato da un medico. Le sue tasche vennero svuotate per poterlo identificare: una fotografia della polizia fatta più tardi del corpo di Donaghy mostrava bombe a mano nelle sue tasche. Né quelli che cercarono nelle sue tasche nella casa, né il medico ufficiale dell'esercito britannico (Soldato 138) che dichiarò la sua morte, dissero di aver trovato ordigni tra i suoi indumenti. Donaghy era membro di Fianna Éireann, un movimento giovanile repubblicano legato all'IRA. Paddy Ward, che depose all'Inchiesta Saville, affermò che aveva dato due bombe a mano a Donaghy alcune ore prima che fosse ucciso.
 
Gerald (James) McKinney (34): Ucciso subito dopo Gerald Donaghy. Testimoni affermarono che McKinney stava correndo dietro Donaghy e che si fermò alzando le mani gridando "Don't shoot! Don't shoot!" ("Non sparate! Non sparate!"), quando vide Donaghy cadere; venne quindi colpito al petto.
William Anthony McKinney (27): Colpito alle spalle mentre cercava di soccorrere Gerald McKinney (con cui, nonostante avessero il medesimo cognome, non aveva gradi di parentela).
John Johnston (59): Colpito alla gamba e alla spalla sinistra in William Street 15 minuti prima che iniziasse la sparatoria. Johnston non prendeva parte alla marcia, ma stava andando a trovare un amico a Glenfada Park. Morì 4 mesi e mezzo più tardi. La sua morte fu attribuita alle ferite riportate quel giorno: fu l'unico a non morire immediatamente quel giorno, nonché la vittima meno giovane.
 
FONTE: https://www.facebook.com/associazioneculturalefreederry/


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