Tributo all'ambasciatore russo ucciso ad Ankara
Un giovane poliziotto di 22 anni ha ucciso l’ambasciatore russo in Turchia, Andrey Karlov, sparando contro di lui durante una mostra fotografica ad Ankara. L’attentatore è stato poi ucciso in un blitz della polizia turca. “Noi moriamo ad Aleppo, tu muori qui”. È questa una delle frasi che l’attentatore avrebbe urlato prima di sparare all’ambasciatore russo. L’uomo è stato identificato come un diplomato dell’accademia di polizia di nome Mert Altintas, di 22 anni.
L’omicidio dell’ambasciatore russo è “chiaramente una provocazione” mirata a minare i rapporti russo-turchi e “il processo di pace in Siria promosso dalla Russia, dalla Turchia, dall’Iran e da altri paesi”, ha detto Vladimir Putin.
Altro scenario in Germania: sotto choc la gente a Berlino ed in tutto il paese. Un camion si è schiantato contro un affollato mercato di Natale a Berlino. Diversi morti, almeno 12, e circa 48 feriti.
Il camion ha invaso un marciapiede nei pressi della Chiesa del Ricordo.
“So che per noi tutti sarebbe particolarmente difficile da tollerare se si confermasse che a compiere questo atto e’ stata una persona che ha chiesto protezione e asilo in Germania”: lo ha detto la cancelliera Angela Merkel in una dichiarazione fatta a Berlino e trasmessa da varie tv.
Le autorità tedesche stanno attivamente ricercando un tunisino
di nome Anis Amri che risulta effettivamente coinvolto nell’attentato: un suo documento stranamente “dimenticato” nel camion dell’attentato. L’individuo risulta un pregiudicato arrivato in Germania dopo aver scontato un periodo di detenzione in Italia.
L’Isis avrebbe rivendicato l’attacco. La PMU, la coalizione delle milizie irachene che combattono il califfato, ha letto la rivendicazione su un canale online dell’Isis.
“Il crimine commesso contro i cittadini civili sconvolge per la sua crudeltà e il cinismo”: lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin in un messaggio di condoglianze inviato alla cancelliera Angela Merkel.
I due attentati, avvenuti quasi simultaneamente, sono legati tra loro e svolgono diversi compiti occulti. La situazione internazionale con il suo risiko geo-politico è in continuo mutamento e gioca a carte scoperte, spesso barando, ma sempre sulla pelle delle persone. Le continue tensioni tra leadership e governance partoriscono frutti amari, le renne della slitta di babbo natale sono lorde di sangue, un natale rosso sangue ed il buon vecchio barbuto non riesce più a stabilizzare la rotta del suo antico carro per il lungo viaggio invernale, ma per fortuna il suo abito è dello stesso colore.
Questa volta ha deragliato dentro un mercatino natalizio che lo rappresentava, nei pressi della Chiesa del Ricordo a Berlino, e non era la slitta celeste ma un camion nero gigante, segno dei tempi…
All’interno della parte vecchia della chiesa, precisamente nella base della torre rimasta come rovina, trova collocazione il Gedenkhalle (Memoriale), una sorta di museo della chiesa. Qui si trovano documenti storici della chiesa, alcuni dei mosaici contenuti nell’edificio, fra cui il “Mosaico degli Hohenzollern”, e una figura del Cristo di Hermann Schaper, che originariamente si trovava sull’altare maggiore, scampata ai bombardamenti.
Soprattutto vi si trovano i simboli della riconciliazione dei tre paesi che una volta erano nemici, ovvero una croce costruita con i chiodi ritrovati nelle ceneri delle rovine dell’antica cattedrale di Coventry (distrutta dai bombardamenti tedeschi), un’icona russa a forma di croce, dono del vescovo ortodosso di Volokolamsk e Yuryev, nonché la Madonna di Stalingrado, il disegno creato durante l’omonima battaglia dal sacerdote e medico militare tedesco Kurt Reuber.
In Turchia invece abbiamo assistito ad una performance da biennale, una rappresentazione macabra e dissacrante degna dell’artista Cattelan nella sala principale della Galleria di Ankara, dove era in corso una mostra fotografica. La guardia del corpo della security, come nei miglior film cospirazionisti di 007, si è trasformata in terrorista ed ha ucciso l’ambasciatore russo.
Caso volle che l’ambasciatore questa volta ha portato pena a se stesso, forse perché è stato ucciso proprio davanti ad una simpatica foto che ritraeva un cannone puntato sulla sua testa, quando si dice il fato…
I due episodi criminali avvenuti alle porte del Natale, hanno in comune l’aspetto della messa in scena filmica, sembrano diretti da un regista esperto, 2 scene dello stesso film, due location differenti ma intimamente legate, due diversi contesti apparenti, due percorsi che portano lontano verso gli stessi obiettivi che si prefiggono i suoi produttori.
Proverò ad analizzare cosa è successo in questi giorni.
Il primo macro-messaggio è rivolto contro il premier russo riguardo l’ingerenza e la permanenza in Siria, e di conseguenza contro all’asse PUTIN-TRUMP, ed avendo superato l’ultimo ostacolo dei Grandi Elettori in USA, è un monito al neo-presidente a seguire la stessa agenda internazionale precedente, senza troppe personalizzazioni che recherebbero danno e perdita di tempo per l’edificazione dell’opera globalista in atto.
Il secondo messaggio, che va nella stessa direzione di cui sopra, è quello di dividere l’asse turco-russo, creando precedenti, ricatti e moniti oscuri, nel caso gli intenti proseguissero nella stessa traiettoria inaugurata dai premier Erdogan e Putin, di minare i rapporti diplomatici tra i due paesi, quindi un’operazione contro l’asse euroasiatico.
Il terzo messaggio è contro la Merkel, contro la Germania, per una rinnovata supremazia USA, per quanto più isolazionista possa essere in futuro la politica del nuovo presidente americano, e contro l’asse iniziatico MERKEL-PUTIN, essendo entrambi nello stesso contenitore massonico della UR-LODGE GOLDEN EURASIA.
Non è un caso, come ricordavo precedentemente, che l’attentato di Berlino sia avvenuto nei pressi della Chiesa de Ricordo, simbolo di riconciliazione russo-germanico.
Ricapitolando…
Putin in questo processo viene isolato politicamente e ne viene indebolita l’immagine, viene frenato il suo interventismo in Siria contro lo Stato Islamico; sono altri attori che devono occuparsi delle questioni mediorientali.
Vengono resi innocui ed allineati anche i suoi alleati odierni, i turchi su un piano squisitamente più geopolitico e militare, e la Merkel, quindi la Germania, su di un piano massonico e di riflesso di supremazia economica, senza considerare gli attriti fisiologici già esistenti tra i tedeschi ed i russi.
Avvenuta celebrazione controiniziatica di Trump a nuovo leader del cosiddetto NWO, celebrazione che si completa con il controllo a vista della sua agenda politica, in particolar modo riguardo alla sua presunta alleanza con Putin, unica condizione possibile per regnare senza problemi ed interferenze cospirative del suo governo ombra.
Un giro di ruota per riordinare il parco giochi, grandi pulizie di fine anno…
Scenografia e capro sacrificale, la Siria ed Aleppo, terra di sangue, macerie e morti, soprattutto tra i civili…
E allora vi saluto ricordandovi cosa scrisse il buon Dante all’inizio del VII canto dell’Inferno:
“Pape Satàn, pape Satàn aleppe”
Pubblicato da Maestro di Dietrologia
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