mercoledì 16 maggio 2018

MANDA UNA CARTOLINA A URSULA HAVERBECK



MANDIAMO TUTTI UNA CARTOLINA
  Spedite una cartolina a :

  FRAU URSULA HAVERBECK 
JAV Bielefeld Senne
Hafthaus Ummeln

  Zinn St. 33
 - 33649 Bielefeld-
Germania
 

  Frau Haverbeck e' stata imprigionata
all'eta' di 90 anni
dalla democratica Germania
per aver contestato la storiografia ufficiale
 
UN PICCOLO GESTO
CHE LA FARÀ SENTIRE MENO SOLA

lunedì 14 maggio 2018

SILVIO FERRARI, NEI NOSTRI CUORI


 
Silvio Ferrari, aveva preferito l’Onore al disonore,
il Coraggio alla paura

Il 1974, per la città di Brescia, fu l’inizio di una lunga stagione di attentati dinamitardi. A cominciare da gennaio, quando un ordigno esplose davanti alla porta principale del Municipio di Concesio; a febbraio contro la Coop in viale Venezia; a marzo contro la sede della Cisl a Leno e a maggio l’episodio più grave. La notte tra sabato 18 e domenica 19 maggio, in Piazza Mercato alle ore 03.05 un’esplosione assordante fece svegliare di soprassalto gli inquilini delle case circostanti.



Alla loro vista uno spettacolo agghiacciante. Un giovane, Silvio Ferrari, giaceva esamine al suolo. Le gambe erano orrendamente dilaniate e a pochi metri una vespa 125 “Primavera” fumante. Trasportava, sulla pedana, un ordigno ad alto potenziale, circa un chilo di tritolo con nitrato di ammonio e il detonatore elettrico innescato. Accanto al corpo una pistola, Beretta 7.65 con caricatore e colpo in canna. A poca distanza, alcune copie, quasi bruciate, del numero unico di “Anno Zero”, rivista ufficiale del movimento Ordine Nuovo. Silvio Ferrari, 21 anni, figlio di una famiglia agiata, era considerato un esponente di primo piano dell’estrema destra bresciana. Rimase legato ad Ordine Nuovo nonostante il suo scioglimento nel 1973. Diverse le sue amicizie in tutta la Lombardia, soprattutto nei confronti dei Sanbabilini. Due giorni dopo, al suo funerale, amici provenienti dal Veneto, dall’Emilia e da Milano parteciparono commossi alle esequie. Non mancarono scontri e tafferugli con militanti di sinistra e forze dell’ordine. Infatti la Polizia riuscì ad arrestate cinque esponenti veronesi del movimento di Ordine Nuovo. Il feretro fu accompagnato al cimitero periferico di S. Francesco da Paola, zona est della città, e gli amici, gli dedicarono una corona di fiori con rose rosse e al centro un’ascia bipenne formata da fiori bianchi. Il nastro fu firmato “Camerati Anno Zero”. Il 19 maggio 1975, in occasione del primo anniversario della scomparsa di Silvio Ferrari, alcuni amici fecero pubblicare, a pagamento, sulla testata giornalistica “Il Giornale di Brescia”, un necrologio molto particolare. Le iniziali dei nomi, lette in verticale, formavano la frase: “Camerata Silvio Presente”.
La corona di fiori che accompagnava il
feretro di Silvio Ferrari


In una terra occupata militarmente dagli americani e sottoposta a continue aggressioni da parte della sovversione marxista, i giovani anticomunisti sono costretti a difendere e a difendersi utilizzando ogni mezzo, lecito e no. Prevenire o perire. Troppe erano le tensione che (ormai da anni, investivano le città: aggressioni, incendi, ferimenti, bombe), i camerati subivano, erano gli anni in cui per le strade e nelle piazze i servi rossi del capitalismo gridavano << uccidere un fascista non è reato>>, servi che avevano disonorato l’Italia, che avevano massacrato altri italiani in nome del bolscevismo, traditori a servizio dello straniero che si arrogavano in nome dell’antifascismo il diritto di perseguitare ed escludere dalla vita politica e sociale chi aveva scelto di lottare il capitalismo. I giovani fascisti, erano perseguitati nelle scuole e nelle fabbriche, specialmente in Lombardia, dove l’antifascismo non viene professato per motivi ideologici ma per opportunità economiche, in questo difficile clima il Camerata Silvio Ferrari, era divenuto un esponente di primo piano nell’area dell’extraparlamentarismo bresciano. Legato all’organizzazione culturale “La Fenice”, un gruppo di giovani che, inconsciamente si erano sottoposti ai servizi deviati dello Stato, del quale facevano da tramite il capitano dei carabinieri Antonio La Bruna e il capitano Francesco Delfino - conosciuto nell’ambiente come «Palinuro» -, che da (Sbirro) esaltando i valori del Fascismo seppe contaminare la loro ingenuità, spingendoli in azione di rivolta, in questa attività venne coinvolto anche Silvio Ferrari, il quale la notte tra il 18 e il 19 maggio ’74 durante l’inspiegabile trasporto di un ordigno posto sulla pedana della vespa 125 “Primavera” di proprietà del fratello Mauro, alle tre e cinque, giunto nei pressi di un vicolo di Piazza del Mercato a Brescia, una piazza contigua a quella della Loggia, rimase dilaniato dallo scoppio dell'esplosivo composto da un chilo di tritolo e da nitrato di ammonio, già con il detonatore elettrico ed il congegno ad orologeria innescato. Del corpo di Silvio, restarono solo i piedi, vicino i suoi resti venne ritrovata una fondina vuota e a tre metri una Beretta 7,65 con caricatore e il proiettile in canna. A poca distanza alcune copie bruciacchiate della rivista “Anno Zero”. Il trasporto di quell’ordigno risulta ancor più strano se si considera che proprio per il giorno seguente era stata convocata in città una manifestazione di ex-combattenti (una strana coincidenza). Silvio Ferrari, aveva preferito l’Onore al disonore, il coraggio alla paura, si fidava dei suoi camerati, non sapeva ci fossero apparati e uomini che avevano saldato certe aree della destra ad apparati e settori dello Stato, in chiave di strumentalizzazione da parte di questi nei confronti di quelle aree (..) col miraggio del colpo di Stato risanatore". Nell’ambiente Fascista bresciano circolavano voci che accusavano della sua morte il traditore che aveva consegnato a Silvio la bomba confezionata in maniera tale da farlo saltare in aria. Di certo non un vero camerata.
 


Ferrari era morto per essersi fidato di gente senza scrupoli, al servizio del sistema, che utilizzava allo stesso tempo giovani dell’una e dell’altra parte, come esplicitamente affermato in sede d’audizione il 4 giugno 1997, presso la Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulle stragi dal Dottor Arcai, in risposta al Presidente on. Giovanni Pellegrino, che chiede: << tutti questi gruppi che lei ha definito bianconeri siano stati per un lungo periodo, diciamo fino al 1974, in qualche modo seguiti, se non incoraggiati seguiti con le briglie lunghe, da parte di apparati istituzionali con alle spalle, probabilmente, precise responsabilità politiche, e che poi invece nel 1974 c'è una svolta e questi gruppi vengono buttati a mare. Quindi l'operazione Maifredi, il primo rapporto di Delfino, potrebbero rientrare in questa logica, in questa strategia, vale a dire il tentativo di recidere i rapporti che ad un certo punto erano diventati pericolosi >>. Domanda a cui Il Dottor Giovanni Arcai rispose: << sono d'accordo su questo per un complesso di ragioni. Intendiamoci: non c'è dubbio, per quello che ho accertato e che ho capito poi leggendo e facendo certi processi anche di terrorismo rosso, perché ho fatto poi anche i processi Feltrinelli e Curcio a Milano, e anche in quelle circostanze mi sono trovato di fronte a servizi segreti che facevano questi lavori, carabinieri che facevano altrettanto>>. Da questa audizione del 1997 si evince un chiaro atto d'accusa verso questa “democrazia rappresentativa” e a chi dovrebbe tutelare l'ordine pubblico e la serena convivenza civile, ma non lo fa: per inefficienza o per inettitudine?  La stessa “Democrazia” che tre giorni dalla morte, sfrutta, mediaticamente, persino il dolore familiare e di una comunità, attraverso la più paradossali provocazioni delle forze dell’ordine le quali durante i funerali di Silvio Ferrari creano un gran trambusto ed arrestano cinque giovani Camerati del gruppo «Anno Zero». Funerale che vede comparire a firma i Camerati una corona di fiori con l’ascia bipenne simbolo del Movimento politico Ordine Nuovo, “democraticamente” sciolto nel 1973, d’autorità dal Ministro degli interni. 
 
 
 Silvio Ferrari, era nato nel 1955 in una famiglia agiata, già fidanzato con Ombretta Giacomazzi, una bella ragazza 17enne del bresciano. Nessuna indagine fu istruita per la morte del Camerata Ferrara. Solo dopo l’esplosione del 28 maggio 74’, in piazza Della Loggia, vengono affidate le indagini al capitano Francesco Delfino, lo stesso ufficiale che teneva i contatti con le organizzazioni extraparlamentari, alle quale avrebbe materialmente fornito armi ed esplosivo.  Secondo i documenti trasmessi a Roma dal giudice Salvini, Delfino, sarebbe uno degli ufficiali italiani più vicini alla Cia, il servizio segreto degli Stati Uniti: e fin dai primi anni Settanta.  Un carabiniere invischiato nel grande gioco dell’eversione. O meglio: era un uomo dello Stato che, all’occorrenza, si faceva passare per «nero» e usava spregiudicatamente ingenui «camerati» per la sporca guerra che appartati dello Stato senza esclusione di colpi stavano combattendo per destabilizzare la nazione. Il Capitano Delfino, nelle indagini imbocca, come prevedibile, un’unica e precisa direzione che porta ad un eccentrico locale - Ermanno Buzzi - e all’etereogeneo ambiente a cui appartiene.  Buzzi non è noto come un tortuoso stratega o una raffinata mente politica, bensì come pregiudicato per reati comuni, mitomane, persino informatore dell’Arma. Nel suo entourage - oltre al defunto Silvio Ferrari - spiccano in particolare i nomi di due personaggi di varia umanità: Ugo Bonati, che si rende prontamente disponibile come testimone dell’accusa e Angelo Papa, un diciottenne disadattato. Il sostituto procuratore di Brescia, Francesco Trovato chiuse le indagini, chiede il rinvio a giudizio di 30 persone, tra cui Ermanno Buzzi, imputati dell'omicidio di Silvio Ferrari. La richiesta viene accolta dal Giudice istruttore Domenico Vino, che dispone il rinvio a giudizio degli imputati davanti la Corte di assise di Brescia. La Corte di assise di Brescia, emette la sentenza di primo grado il 2 luglio 1979, con la quale condanna all'ergastolo Ermanno Buzzi e a dieci anni e sei mesi Angiolino Papa quali esecutori materiali della strage di Piazza della Loggia, Ferdinando Ferrari a 5 anni per la detenzione dell'ordigno esplosivo che ha provocato la morte di Silvio Ferrari e ad 1 anno per l'omicidio colposo del medesimo. Marco De Amici viene condannato con Pierluigi Pagliai per il trasporto dell'esplosivo, di proprietà di Silvio Ferrari, da Parma a Brescia. La Corte di assise di appello di Brescia, emette la sentenza di secondo grado il 2 marzo 1982 con la quale vengono assolti tutti gli imputati per non aver commesso il fatto. La Corte di Cassazione, con sentenza del 30 novembre 1983, annulla la sentenza della Corte d'assise d'Appello per difetto di motivazioni e rinvia gli atti alla Corte d'Assise d'Appello di Venezia. La Corte di assise d’Appello di Venezia, il 19 aprile 1985, pronuncia una nuova sentenza di assoluzione per insufficienza di prove per tutti gli imputati, mentre conferma la condanna per Marco De Amici. La Corte di Cassazione, con sentenza del 25 settembre 1987, conferma la sentenza della Corte d’assise d’Appello di Venezia, rendendola definitiva.  La morte di Silvio Ferrari, non trova alcun colpevole, lo Stato assassino ancora una volta l’ha fatta franca, mentre il capitano Delfino a spese di tanti ingenui Camerati ha compiuto una folgorante carriera raggiungendo il grado di generale.
 Gradi che vengono spazzati via dalla vicenda Soffiantini.  Molti anni dopo, Ombretta Giacomazzi ex fidanzata di Ferrari sposerà Carlo Soffiantini, uno dei figli dell’industriale sequestrato. Subito dopo il matrimonio il fratello di Carlo, Giordano, rivela un'altra prepotenza commessa da quell’ Ufficiale: «Delfino, quando era capitano, aveva indotto Ombretta a testimoniare il falso, dopo averla arrestata».

"CORRIERE DELLA SERA" 20 MAGGIO 1974

Necrologio per il primo anniversario della morte di Silvio Ferrari
pubblicato su «Il Giornale di Brescia» il 19 maggio 1975.
Le iniziali dei nomi, lette in verticale, formano la frase
 «Camerata Silvio presente».

VOLANTINO DISTRIBUITO DAL CIRCOLO CULTURALE
 "RISCOSSA" NEL 1971
 

 
SILVIO FERRARI
 
 
VISITA IL SITO :

ALMERIGO GRILZ, PRESENTE !

 
TRIESTE, SABATO 19 MAGGIO ORE 18.30

venerdì 11 maggio 2018

ONORE E GLORIA AGLI ALPINI D'ITALIA

 
ONORE  E GLORIA IMPERITURI AL CORPO DEGLI ALPINI
GENTE CHE SA GETTARE IL CUORE OLTRE QUALSIASI OSTACOLO
IL PIU' PROFONDO DISPREZZO PER QUELLA BANDA DI FIGLI DI ...PAPA'
AUTOPROCLAMANTISI "ANARCHICI"CHE GIOCANO A FARE I FINTI POVERI
COI SOLDINI DEI LORO RICCHI GENITORI
 
RIPORTIAMO DUE ARTICOLI DEGNI DI NOTA

Lode agli Alpini, lode all’Adunata!

 

E disprezzo infinito per gli anarchici, contro i quali abbiamo già avuto modo di esprimere la nostra opinione qualche giorno fa, in occasione di quella straccioneria di abbozzo di protesta, proposta da qualcuno con molto poco da fare nella vita e molto da disturbare nella società civile.
Ma gli Alpini, quelli offesi e vilipesi, reagiscono con signorilità. “Le divisioni non servono a nulla” dicono nel loro comunicato ufficiale alla vigilia della ricorrenza. Toni ben diversi dai poveretti che li avevano definiti in modi ai quali è meglio non dedicare nemmeno un pochino del nostro tempo futuro.
L’odio per la patria e, nello specifico, perfino per i suoi successi storici, sta alla base dell’ostilità – per fortuna minoritaria – che alcune frange ristrette di giovinastri mostrano contro i corpi che hanno fatto la storia di questo Paese.
La semplificazione idiota “guerra = cattiveria” purtroppo ha prodotto negli ultimi decenni vere orde di ritardati senza costrutto o idea del futuro. Non si tratta solo degli anarchici, ma di tutti coloro che vi somigliano, come mentalità disgregatrice richiamante a una specie di “comunismo” che con il comunismo non ha nulla a che fare.
E così sono i centri sociali, che ci hanno fin troppo abituato alle loro scorribande. Così sono i ragazzi che a Bologna se la prendevano con i tornelli, con le regole, con qualsiasi forma di disciplina. Così sono anche gli anarchici “contro la guerra”, anche quella che ha permesso a loro di essere quello che sono oggi in quanto cittadini italiani, anche quella che ha interessato le proprie case.
Agli Alpini, i malvagi Alpini, si devono gran parte delle imprese che perfino “l’Italia che non sa combattere” ha dimostrato di poter fare. Agli Alpini si deve un contributo essenziale alla resistenza sul Monte Grappa, nel novembre 1917, dopo Caporetto nel primo segnale di riscossa. Anche agli Alpini si deve infine la riscossa stessa, guidata da Armando Diaz.
Gli Alpini, insieme agli Arditi, sono stati tra i protagonisti del nostro passato. E dovrebbero esserlo anche del nostro presente, del nostro futuro. E non in quanto soldati cattivi uccisori di uomini, ma in quanto membri di un corpo che ha sempre rappresentato la comunità e che l’ha sempre difesa, com’è giusto che sia.
Perché gli Alpini, gli Arditi, ma i soldati in generale, meritano rispetto. Meritano onori e solidarietà. Difendono la libertà della società civile, proteggono i cittadini comuni, quelli che non combattono ma lavorano.
Al contrario di qualche straccione che invece resta utile – nella migliore delle ipotesi – solo a diffondere droghe, alcool e ascoltare canzonette al concerto del Primo Maggio. Chiudiamo pubblicando l’Inno del corpo, nella speranza che sempre più italiani lo ascoltino cercando di ricordare, finalmente, anche il loro passato migliore. Che l’indifferenza sia, una volta per tutte, sconfitta.
Viva l’Adunata! Viva gli Alpini!

 
FONTE:http://www.oltrelalinea.news/2018/05/11/lode-agli-alpini-lode-alladunata/
 

 
L’idiozia anarchica insulta gli Alpini e disprezza l’Italia
 
Sono comparsi a Trento dei volantini zeppi di insulti contro il corpo degli Alpini in concomitanza dell’adunata nazionale. La paternità di tale ignobile gesto è stata attribuita a gruppi anarchici, i quali hanno riempito di infamia gli alpini, dipingendo l’adunata come una riunione di barbari alcolizzati, violenti e l’immancabile accusa di sessismo verso le penne nere, come se avessimo a che fare con un’orda di orchi scatenati. Nel volantino, viene sottolineata l’accoglienza agli stessi in una città “zeppa di bandiere italiane”, nel peggiore del disprezzo per i nostri colori, inzuppandolo della solita retorica anti patriottica.

Questo ignobile gesto atto a infamare gli Alpini e l’Italia intera, prende un significato ancora più importante perché fatto a Trento, città simbolo del sacrificio dei nostri militari durante la Prima Guerra Mondiale.
C’è da ricordare a tali ignobili personaggi autori dei volantini, che i nostri Alpini hanno una storia gloriosa alle spalle, e sono protagonisti di un presente altrettanto alto per l’Italia intera. Nella prima guerra mondiale combatterono con onore, venendo massacrati nei famosi assalti in trincea alla baionetta. Mesi e mesi al fronte, costruendo trincee, condotti e gallerie, strade che servivano al rifornimento, alla protezione e all’avanzamento del fronte contro il nemico austriaco, finendo spesso come carne da macello in pasto al nemico meglio equipaggiato, e nonostante tutto lo vinsero quel maledetto conflitto.
Durante la campagna di Russia nella disgraziata ritirata di Nikolajevka, si fregiarono di onore, guadagnandosi rispetto dagli allora nemici sovietici della Armata Rossa. Nessun commilitone ferito venne lasciato indietro, e parte di loro subirono anche le atrocità dei campi di prigionia tedeschi, dopo il famoso 8 settembre. Molti di loro non fecero più rientro, e chi ebbe la fortuna di tornare dai propri cari, rimase segnato per tutta la vita. Ricordiamo anche che l’ANA (associazione nazionale alpini), in segno di pace ha costruito scuole, asili e si appresta a commissionare un ponte in Russia, finanziato tramite donazione di soci e privati, per solidificare il legame di fratellanza con il popolo russo e cancellare i ricordi del conflitto mondiale.
In periodo di pace gli Alpini hanno partecipato in diverse missioni estere: ricordiamo quella del Libano, mentre in patria garantiscono una presenza continua sia come corpo professionista, sia come volontari attraverso l’ANA (associazione nazionale alpini), come protezione civile.
La protezione civile degli Alpini , formata per la stragrande maggioranza da volontari, è sempre stata presente rapidamente ed in prima linea ad ogni tragedia: terremoti, inondazioni, frane e dissesti idrogeologici, fornendo un servizio totalmente gratuito alla comunità, autofinanziato dai numerosi soci. Gli alpini sono anche gli angeli delle nostre montagne, avendo un reparto di soccorso agli escursionisti.
Si stampino bene nella testa i signori anarchici dei volantini, che gli alpini sono da più di cent’anni un pilastro del nostro paese, un orgoglio che si fonde con la nostra storia e la nostra bandiera. Le penne nere sono tra il meglio di questo paese, un popolo con il distintivo sul cuore, amato tantissimo dagli italiani e da molti stranieri.
Gli anarchici autori dell’infame gesto, non sono nemmeno degni di imbrattare con la loro becera retorica anti-patriottica la reputazione e la storia delle penne nere. Un odio per tutto quello che richiami alla patria figlio del lassismo parassita tipico dei classici figli di papà, di chi non trova una collocazione sociale, causa manifesta inutilità. Facciano pace con il cervello o semplicemente, se a loro schifa così tanto la presenza degli Alpini, trovino altri paesi nel mondo disposti a sopportare la loro inutilità.
Nella speranza che tali persone responsabili di questo gesto vengano assicurate alla giustizia e punite adeguatamente, siamo a dire con forza VIVA L’ITALIA VIVA GLI ALPINI!!!
(di Simone Nasazzi)

FONTE : http://www.oltrelalinea.news/2018/05/04/lidiozia-anarchica-insulta-gli-alpini-e-disprezza-litalia/

mercoledì 9 maggio 2018

L'eterno salvacondotto della shoah

      
 Lo pensano in molti ma non osano dirlo pubblicamente nel timore di essere immediatamente bollati come antisemiti, negazionisti, razzisti, nazisti
 
Che le dichiarazioni di Abu Mazen (gli ebrei sarebbero in qualche modo responsabili della Shoah) siano inaccettabili, come ha immediatamente dichiarato, fra gli altri, anche l’Unione Europea, non è nemmeno il caso di dirlo. Ci si chiede però, come ha fatto un lettore del Fatto (27.4), Mauro Chiostri, parlando dell’oggi e non del codificato ieri, se lo Stato di Israele non goda di uno speciale salvacondotto basato proprio sullo sterminio ebraico di tre quarti di secolo fa. E’ una domanda, per la verità, che si fanno in molti ma che non osano formulare pubblicamente nel timore di essere immediatamente bollati come antisemiti, negazionisti, razzisti, nazisti. Ma Israele è uno Stato e non va confuso con la comunità ebraica internazionale. In anni meno manichei di quelli che stiamo vivendo attualmente era la stessa comunità ebraica a non volere che si facesse una simile confusione. Ed era logico che così fosse. Perché Israele è uno Stato e, come tale, può compiere azioni criticabili, e anche nefande, ma non per questo ne deve rispondere, poniamo, un ebreo del ghetto di Roma. Oggi invece questa confusione esiste e Israele può compiere impunemente atti che ad altri Stati costerebbero l’indignata condanna, se non peggio, della cosiddetta ‘comunità internazionale’.
1.Durante le manifestazioni popolari di quest’ultimo mese e mezzo a Gaza i militari israeliani hanno ucciso 44 persone e ne hanno ferite 1.400. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres aveva fatto richiesta di un’indagine indipendente sui morti a Gaza. Ma Israele l’ha respinta. Eppure richieste di questo genere sono state accettate persino da Assad e, a suo tempo, da Saddam Hussein. L’esercito israeliano sarà anche “il più virtuoso al mondo” come afferma Netanyahu ma certamente ha il grilletto molto facile.
2. L’altro giorno Benjamin Netanyahu, in diretta tv, con la massima esposizione mediatica possibile, ha accusato l’Iran di aver mentito sul proprio programma nucleare e di stare preparando almeno quattro o cinque bombe Atomiche della stessa potenza di quelle che gli americani sganciarono su Hiroshima e, tre giorni dopo, su Nagasaki. Ha anche affermato di essere in possesso di oltre 55 mila pagine di documenti che lo provano. E ha subito trovato una sponda nell’amico di sempre, gli Stati Uniti. In realtà è proprio Netanyahu a raccontar frottole che sono state subito smentite dall’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) i cui ispettori fanno la spola fra Vienna e Teheran e hanno sempre constatato che nelle centrali iraniane l’arricchimento dell’uranio non supera il 20% che è quanto serve per gli usi energetici, civili e medici del nucleare (per arrivare all’Atomica l’arricchimento deve essere del 90%). Questo il comunicato dell’Aiea che, in materia, è la fonte più autorevole dato che i suoi ispettori fanno le verifiche sul campo: “Non abbiamo alcuna indicazione credibile di attività in Iran attinenti allo sviluppo di un ordigno nucleare dopo il 2009”.
E’ grottesco, se non fosse inquietante, che uno Stato come Israele, che non ha firmato il Trattato di non proliferazione nucleare, che ha la Bomba, anche se non lo dice ma, per buona misura, fa sapere, ne accusi un altro, l’Iran, che questo Trattato ha sottoscritto e accetta da sempre le ispezioni dell’Aiea.
Ma anche se l’Iran, in linea puramente ipotetica, volesse farsi l’Atomica non sarebbe uno scandalo circondato com’è da potenze nucleari come lo stesso Israele, il Pakistan e la non lontana India. L’Atomica, è ovvio, serve solo da deterrente, come dice la logica e anche l’esempio del dittatore coreano che si è salvato semplicemente dimostrando di averla e, a contrario, i casi di Saddam Hussein e Muammar Gheddafi che sono stati eliminati provocando il caos mediorientale e libico che tutti abbiamo sotto gli occhi.
3. Gli israeliani hanno effettuato una decina di raid missilistici su postazioni iraniane in Siria. Gli ultimi due, nella notte di domenica scorsa, hanno provocato almeno 40 vittime. Certo le milizie iraniane sono fuori dal proprio territorio col pretesto di combattere l’Isis che è diventato il passepartout per ogni sorta di nefandezze, turche, russe, americane e, appunto, iraniane. Ma Israele ha il diritto di intervenire? Facciamo l’ipotesi opposta. Cosa succederebbe se missili iraniani colpissero ipotetiche postazioni israeliane fuori dal loro territorio? Il finimondo. La condanna e l’indignazione sarebbero unanimi e le ritorsioni, economiche e militari, immediate. Invece con Israele si sta zitti, si fa finta di non vedere, di non sapere.
4. Dal 1946 sono centinaia le risoluzioni Onu che Israele non ha rispettato. Evidentemente è legibus solutus. Fino a quando deve durare questo salvacondotto che, come scrive il lettore Mauro Chiostri, “specula sul dramma della Shoah mancando oltretutto di rispetto alle vittime innocenti che l’hanno subita”?
 
Massimo Fini
 

IL GOLPE DEL PARTITO "NEUTRALE"




Chiamare “neutrale” un simile governo è violenza giuridica e soperchieria intellettuale.  Mattarella formerà un governo che  obbedirà a tutto quel  che “ci chiede l’Europa”, austerità, saccheggio dei risparmi,  aggravi fiscali eccetera.

SARA’ IL SOLITO GOVERNO PD – golpista (ma il pericolo sono i populisti)


DI MAURIZIO BLONDET
rischiocalcolato.it
Tutti i media  a suonare il violino: la nobile ansia di Mattarella, la bella pazienza di Mattarella, la saggezza di Mattarella, la sensibilità istituzionale di Mattarella… Il trucco è perfettamente riuscito.  “Mattarella ha deciso di darsi l’incarico, ingerendosi pesantemente nell’indirizzo politico della  maggioranza”,  come scrive Mario Esposito, docente di diritto costituzionale alla Luiss  (1).  Praticamente, un golpe. “L’ennesimo ricorso allo stato di necessità come fonte di diritto”, per il professor Esposito.
Spieghiamo:  come nelle monarchie “il re regna ma non governa”,  nella nostra costituzione, il capo dello Stato si limita a “nominare” il governo –  adesso invece Mattarella si occupa direttamente della sua “formazione”, scegliendo lui, invece di partiti che hanno avuto il mandato dai cittadini,   presidente del consiglio e ministri  (2). E dando loro il mandato cogente, per giunta: dev’essere “un governo di garanzia e nel rispetto dei vincoli europei”.  I vincoli europei, se  rispettarli o no,  è esattamente quello che è da discutere, è scelta politica. Chiamare “neutrale” un simile governo è violenza giuridica e soperchieria intellettuale.  Mattarella formerà un governo che  obbedirà a tutto quel  che “ci chiede l’Europa”, austerità, saccheggio dei risparmi,  aggravi fiscali eccetera. Come quelli di prima, dal 2011 in poi; come il governo Monti-Bersani, il governo Renzi, il governo Gentiloni. Non a caso, il PD ha già detto che  voterà questo governo neutrale.
Praticamente sarà il governo del Partito  a cui gli italiani hanno votato contro.
Un governo fatto di “tecnici”. Ossia di gente così:
Il livello etico e la competenza della nostra tecnocrazia è esemplificato da  questo caso.
Naturalmente già vi infinocchiano dicendo: ma questo governo non ha i numeri, Lega e M5S gli votano  contro… quindi alla Camera ha solo 245 voti, ne servono 316.   APPUNTO questo è il trucco  più odioso:  Mattarella, con la complicità di PD e Berlusconi, l’ha fatto apposta. Forma un governo  suo, e lo manda allo sbaraglio  in apparenza; il governo non ottiene la fiducia in Parlamento? Ebbene: però questo governo resta in carica.  Con tutte le leve del potere e i pulsanti di governo in mano,  coi fondi di denaro pubblico  a disposizione, Rai e media a suo servizio, con l’agio di “fare  centinaia di nomine in enti e consigli d’amministrazione senza consenso popolare”, come spiega Salvini.
Capite? E’ per questo che Mattarella non ha dato  alcun pre-incarico a Salvini, come il segretario della Lega gli ha pure chiesto, e come avrebbe dovuto fare: perché anche se sfiduciato in aula, il governo Salvini sarebbe rimasto in carica, con le leve del potere in mano; a gestire la preparazione delle elezioni anticipate che vuole anche il M5S, a decidere le tre o quattro cose  necessarie – e facilmente,   si sarebbe anche trovata una maggioranza in Parlamento, una convergenza che già si indovinava dati i rapporti fra Salvini e Di Maio. Avrebbero finito per marginalizzare ancor più il partito delle Escort del Decrepito, e finir di usurare il  PD.
Un rischio da sventare ad ogni costo, per il sistema.  Adesso è al potere il partito del Presidente, che agisce nel rispetto dei vincoli europei.   Un governo politico e non eletto.
Vi stanno dicendo:  ma  preparerà solo le elezioni anticipate. A luglio, come chiedono i 5 Stelle. Sì, proprio a luglio.  Già Berlusconi e le sue escort dicono che no, almeno all’autunno –  e ovviamente non hanno  nessuna voglia  di andare ad altre elezioni, come non ne ha voglia il PD. Questo governo “neutrale” e “di garanzia” a tempo resterà in carica molto, molto a lungo. Avrà tutto il tempo e il modo, dalla stanza dei bottoni, di usurare M5S e Lega, con Rai e media al suo servizio,  e  contro Lega e 5Stelle Perché i media sono per l’establishment, e i 5 Stelle  lo dovrebbero sapere … se non sei al governo, se non li tieni per le palle  coi finanziamenti pubblici,  hanno mille modi per devastarti agli occhi del tuo elettorato, magari col ridicolo, i comici,   le vignette di Altan.  Per gli eletti nella Lega che sanno pesare un’altra economia e non sono servi della UE,   il  non-controllo  dei media significa che le tesi di Bagnai, di Borghi eccetera non vengono mai proposte nel discorso pubblico; vengono derise dai Giannino, o dai Giavazzi, dagli Scalfari, dai Fubini, senza diritto di replica.

Elezioni anticipate? Sogni 5 Stelle.

Si illudono davvero i 5 Stelle (sarà poi ingenuità e dilettantismo o peggio?) se pensano davvero che il governo del presidente li accontenterà, farà le elezioni a luglio, anzi no a giugno, prima che  gli elettori vadano al mare.
Anzi, ecco il trucco che intravvedo. Lo ha lasciato intendere  Mattarella, quando ha promesso che il suo governo “neutrale” (composto di alti burocrati  pubblici, che hanno il PD come referente e protettore) ma “con  pieni poteri”, però “pronto a sciogliersi appena nascerà in Parlamento una maggioranza”.
Capito il trucco? No? Eppure è facile. Il suo governo – Mattarella-Neutrale –   per ora è senza maggioranza. Ma  fra qualche mese  la avrà. Miracolo? Berlusconi non ha mai fatto mistero che vuole cercare “responsabili” fra le nuove leve parlamentari, anche e soprattutto  dei 5 Stelle: gente di piccola taglia sociale,  che ha appena cominciato a ritirare  l’emolumento da 13 mila euro mensili, e improvvisamente sente due profondi desideri: 1) far durare questa legislatura più che si può, anche per un decennio, 2)  non darne la metà o circa al Movimento, come si è impegnato a fare. Berlusconi lo sa e glielo ha detto: “Potranno tenersi tutta l’indennità”.
E così il governo del golpe, che Mattarella ci tranquillizza, si scioglierà appena si troverà una maggioranza in parlamento, sarà proprio il  SUO governo che troverà proprio quella maggioranza.  Non un altro governo, ma quello.  Sarà il governo del Nazzareno, il governo Renzi-Berlusconi (o Gentiloni-Tajani, non fa  differenza), sostenuto da Forza Italia, PD  più ”responsabili”  pagati a chilo.  Un governo che farà tutto quello che vuole l’Europa. E nulla di quello che l’Europa “non” vuole.
Anche perché è in agguato il vecchio trucco dei mercati: lo spread.
“Finalmente  i mercati si sono allarmati e lo spread è salito a 1438 punti”, titolava felice Skytg24: Finalmente! Non si davano pace che qui stanno vincendo i “populisti”, e  la speculazione non ci punisca.
 
Maurizio Blondet
Fonte: www.rischiocalcolato.it
Link: https://www.rischiocalcolato.it/2018/05/sara-il-solito-governo-pd-golpista-ma-il-pericolo-sono-i-populisti.html
9.05.2018
 
NOTE 1) l’intervista al professor Esposito è da leggere qui:
http://www.ilsussidiario.net/mobile/Politica/2018/5/8/IL-CASO-Governo-neutrale-i-molti-punti-oscuri-di-un-invenzione-a-tavolino/819909/AMP/?__twitter_impression=true
2) C’è stato un precedente, quando nel 1995 il presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro, per batter fuori il Cavaliere che aveva vinto le lezioni, “formò”  il governo Dini,  scegliendone di persona anche i ministri: Susanna Agnelli, per esempio, agli esteri. Il putsch presidenziale sta diventando una solida tradizione.




FONTE: https://www.maurizioblondet.it/sara-il-solito-governo-pd-golpista/

lunedì 7 maggio 2018

GIORNALISTA TERRORISTA


Ci spiegassero "lor signori" -gabanelli e bianconi-
dove esiste una sentenza di condanna per strage
in cui sia stato dichiarato colpevole
un appartenente ad Avanguardia Nazionale.
 
 
A 50 anni dal "68" e a 40 dall'"assassinio" di Aldo Moro (lasciato uccidere dai suoi stessi "amici" e dai servizi segreti di mezzo mondo), una pagina di un giornale come il Corriere della sera non va assolutamente lasciata vuota, ma serve un articolone, degno di tal memoria...
"Anni di piombo: dove sono i terroristi?", titola il corrierone di ieri, -7 maggio-
a pag.18, riproponendo il solito minestrone -infarcito di nomi, numeri, dati e statistiche su quel tragico periodo d'italica storia-, atto a far contenti tutti e a non dire nulla di nuovo.
Con l'aggiunta delle trite e ritrite calunnie e falsità che da sempre  accompagnano la narrazione di quegli anni.

 "Oltre agli arrestati per appartenenza alle organizzazioni neofasciste, gli stragisti e quelli dello «spontaneismo armato»: prima Ordine nuovo, Ordine nero e Avanguardia nazionale, poi i Nuclei armati rivoluzionari di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, più qualche sigla affina."
 https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/anni-piombo-terroristi-dove-sono-oggi/da05537e-4fb5-11e8-add4-a53a42c91877-va.shtml?refresh_ce-cp


Ci spiegassero "lor signori" -gabanelli e bianconi-
dove esiste una sentenza di condanna per strage
in cui sia stato dichiarato colpevole
un appartenente ad Avanguardia Nazionale.




"Sono un giornalista di regime/ so raccontare balle sopraffine",
 chiosavano gli Amici del Vento...
E' chiaro che voi con la penna ci dovete mangiare, ma dopo decenni di calunnie per i vivi, -e di insulti ai morti!-...
NON SARA' ORA DI SMETTERLA?



A Pierluigi Pagliai
A Riccardo Minetti 
A Tutti i Camerati assassinati dallo stato
 
A tutti coloro che hanno patito ingiustizia
perchè accusati e messi alla gogna mediatica
per crimini mai commessi