17 febbraio 1992, esplode 'Tangentopoli e il romanzo criminale della "Milano da bere" travolge la "Prima Repubblica"
Il "Pool"
Nei mesi successivi il capo della Procura di Milano Francesco Saverio Borrelli affianca a Di Pietro un pool di magistati tra cui Gherardo Colombo, Pier Camillo Davigo e Ilda Boccassini. Fioccano gli avvisi di garanzia e si moltiplicano i fronti di indagine sugli affari illeciti tra politica e finanza. Al centro la cosiddetta "madre di tutte le tangenti": 150 miliardi di lire per oliare a dovere l'esito del caso Enimont, la fusione fallita tra i colossi pubblici e privati della chimica italiana.
Fine - o quasi - di una classe politica
Craxi, Forlani, Altissimo e tanti altri leader politici vengono messi sotto accusa dalla Procura di Milano e da un'ampia fetta dei mezzi di comunicazione e dell'opinione pubblica che scende in piazza a sostegno dei pubblici ministeri. L'ondata di indignazione pubblica contro il malaffare che in aula di Montecitorio viene plasticamente rappresentata dal leghista Orsenigo che brandisce un cappio tra i banchi dei deputati. La rabbia della folla sfocia il 30 aprile 1993 nella salva di monetine contro Bettino Craxi davanti all'Hotel Raphael, a ventiquattro ore dalla negazione dell'autorizzazione a procedere.
I suicidi
Questo clima "rivoluzionario" miete anche molte vittime. Sono diversi i suicidi a cominciare da Sergio Moroni, tesoriere del PSI lombardo finito in alcune inchieste per appalti locali, che prima di togliersi la vita invia una lettera a Giorgio Napolitano allora presidente della Camera. Seguono suici "eccellenti" come quello del presidente di Eni Cagliari e di Raul Gardini al centro dell'affare Enimont. Alcuni in circostanze misteriose come quello di Sergio Castellari, ex direttore generale del Ministero delle Partecipazioni Statali
Le cifre
A partire da Milano in un paio d'anni il volto dell'Italia politica viene cambiato. Ecco in sintesi i numeri della stagione di "Mani Pulite": 25400 avvisi di garanzia, 4525 arresti, 1069 politici coinvolti in due anni di indagini solo da parte del pool di Milano, 1300 tra condanne e patteggiamenti definitivi, 430 assoluzioni, 31 suicidi tra il 1992 e il 1994. In uno studio dell'epoca l'economista Mario Deaglio calcolò il costo delle tangenti per i cittadini e per il sistema economico italiano in generale: Costo fino a 4 volte superiore rispetto agli altri paesi europei per opere pubbliche analoghe, costo di 10mila miliardi di lire annui per le tasche dei cittadini, costo tra i 150mila e i 250mila miliardi di lire di indebitamento pubblico, costo tra i 15mila e i 25mila miliardi di lire di interessi annui sul debito.
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