sabato 17 febbraio 2018

17 FEBBRAIO 1992 : TANGENTOPOLI

 

17 febbraio 1992, esplode 'Tangentopoli e il romanzo criminale della "Milano da bere" travolge la "Prima Repubblica"
 
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E' il 17 febbraio 1992 quando Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio ed esponente di primo piano del Partito Socialista milanese, viene fermato con una tangente da 7 milioni di lire in tasca. A guidare l'indagine un giovane e risoluto Pubblico Ministero molisano, Antonio Di Pietro. E' l'inizio del ciclone giudiziario passato alla storia come "Tangentopoli", una serie di inchieste sul "sistema" corrotto in cui gli appalti pubblici venivano assegnati in cambio di mazzette, finanziamenti occulti che finivano poi a ingrassare le casse di quasi tutti i partiti partiti della cosiddetta "Prima Repubblica".
 
Il "Pool"
Nei mesi successivi il capo della Procura di Milano Francesco Saverio Borrelli affianca a Di Pietro un pool di magistati tra cui Gherardo Colombo, Pier Camillo Davigo e Ilda Boccassini. Fioccano gli avvisi di garanzia e si moltiplicano i fronti di indagine sugli affari illeciti tra politica e finanza. Al centro la cosiddetta "madre di tutte le tangenti": 150 miliardi di lire per oliare a dovere l'esito del caso Enimont, la fusione fallita tra i colossi pubblici e privati della chimica italiana.
 
Fine - o quasi - di una classe politica
Craxi, Forlani, Altissimo e tanti altri leader politici vengono messi sotto accusa dalla Procura di Milano e da un'ampia fetta dei mezzi di comunicazione e dell'opinione pubblica che scende in piazza a sostegno dei pubblici ministeri. L'ondata di indignazione pubblica contro il malaffare che in aula di Montecitorio viene plasticamente rappresentata dal leghista Orsenigo che brandisce un cappio tra i banchi dei deputati. La rabbia della folla sfocia il 30 aprile 1993 nella salva di monetine contro Bettino Craxi davanti all'Hotel Raphael, a ventiquattro ore dalla negazione dell'autorizzazione a procedere.
 
I suicidi
Questo clima "rivoluzionario" miete anche molte vittime. Sono diversi i suicidi a cominciare da Sergio Moroni, tesoriere del PSI lombardo finito in alcune inchieste per appalti locali, che prima di togliersi la vita invia una lettera a Giorgio Napolitano allora presidente della Camera. Seguono suici "eccellenti" come quello del presidente di Eni Cagliari e di Raul Gardini al centro dell'affare Enimont. Alcuni in circostanze misteriose come quello di Sergio Castellari, ex direttore generale del Ministero delle Partecipazioni Statali
 
 Le cifre
 A partire da Milano in un paio d'anni il volto dell'Italia politica viene cambiato. Ecco in sintesi i numeri della stagione di "Mani Pulite": 25400 avvisi di garanzia, 4525 arresti, 1069 politici coinvolti in due anni di indagini solo da parte del pool di Milano, 1300 tra condanne e patteggiamenti definitivi, 430 assoluzioni, 31 suicidi tra il 1992 e il 1994. In uno studio dell'epoca l'economista Mario Deaglio calcolò il costo delle tangenti per i cittadini e per il sistema economico italiano in generale: Costo fino a 4 volte superiore rispetto agli altri paesi europei per opere pubbliche analoghe, costo di 10mila miliardi di lire annui per le tasche dei cittadini, costo tra i 150mila e i 250mila miliardi di lire di indebitamento pubblico, costo tra i 15mila e i 25mila miliardi di lire di interessi annui sul debito.
 
 

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