martedì 20 febbraio 2018

CONFERME SULLA “CURA DI BELLA” (DALL’ESTERO)

 

Occasionalmente, da un lettore, vengo a sapere che pubblicazioni scientifiche internazionali  accettano studi sul “Metodo Di Bella” –   qui da noi demonizzato –   del dottor Giuseppe Di Bella (il figlio) e della sua equipe.
Uno, presentato al Simposio sul Cancro al Seno tenutosi in Nuova Zelanda nell’estate scorsa,  ha come titolo: “Il sinergismo di  somatostatina, melatonina, retinoidi, vitamine E, D3 e C, prolattina e inibitori di estrogeni e microdosi metronomiche di ciclofosdfamide [si tratta del classico mix concepito dal padre, professor Di Bella] aumentano  la sopravvivenza, la risposta obbiettiva e l’attività quotidiana – in uno studio clinico retrospettivo su 297 casi di cancro al seno”.
Quindi ormai il “Metodo Di Bella” può contare su quasi 300 casi  di remissione durevole,  documentati ed accettati dalla comunità oncologica. Nello studio sopra citato, si conferma che “la sopravvivenza a cinque anni” del tumore metastatico  del seno, con il Metodo Di Bella, è  del 69,4%: insomma che su 100 persone curate,  dopo cinque anni 69  sono vive.  Per contro, la sopravvivenza con le cure dei protocolli  mainstream  è del 26,3  per cento:  ossia  sono vive solo 26 persone dopo cinque anni di “cure”: dati del National Cancer Institute, la massima autorità oggettiva in questo triste campo.
Un altro studio  appare su Neuroendocrinology Letters (Volume 38 No. 6 2017), di cui traduco il titolo: “Risposta obiettiva  completa e stabile da 5 anni col Metodo Di Bella di un carcinoma della mammella  pluri-metastatico dopo mastectomia , chemio e radioterapia”. E’ la storia clinica di una donna di 35 anni, operata e sottoposta a chemio e radio, che ha rifiutato il secondo ciclo di chemio  (aveva sviluppato metastasi) e si è sottoposta al Mix Di Bella. Risulta ancora risanata dopo 5 anni.

Il cancro aumenta. Disfatta dell’oncologia.

Non sembra che gli oncologi all’estero rispondano a queste comunicazioni saltando alla gola del dottor Di Bella e collaboratori, come avviene da noi, e definendo stregonesche e  senza fondamento le sue terapie. Anzi, siccome esistono siti  che permettono di vedere chi,  nel vasto mondo,   è andato a leggere queste comunicazioni,  si scopre che ha incuriosito delle notorietà internazionali di questa specialità.  Se poi digitate (in inglese) le parole delle sostanze del Mix Di Bella, retinoidi, melatonina, somatostatina eccetera, scoprite che sono oggetto di  centinaia di studi per la loro potenziale azione anti-tumorale,  dunque il vecchio Di Bella lungi dall’essere un folle antiscientifico come è stato fatto ufficialmente passare dalla ministra della Sanità di allora, era inserito in un filone di ricerca ben preciso. Tentativi continui e grandemente finanziati, all’estero, di esplorare soluzioni alternative. S’indovina un qualche senso di disperazione nel settore oncologico: non solo  il  cancro non diminuisce, ma “l’incidenza e mortalità del cancro dal 1995 al 2015 hanno registrato un’imprevista e drammatica progressione.  Il cancro alla mammella è in assoluto la prima causa di morte delle donne nel mondo”, si legge nel Global Burden of Disases dell’Organizzazione Mondiale di Sanità.
E’una disfatta enorme. Nonostante finanziamenti miliardari, le propagandate meraviglie della “diagnosi precoce”, super-terapie miracolose “ormai vicine”,  grancasse pubblicitarie sull’imminente “vaccino per tutti i tumori”,  ottimismi mediatici “il cancro oggi si cura”,  insomma il rumore sociale sollevato dal business farmacologico,  l’incidenza  del cancro aumenta. E in modo imprevisto: che significa che nessuno capisce   il perché.
“Questo drammatico incremento dell’incidenza”, scrive Di Bella, “ è la più chiara conferma dell’inefficienza degli attuali concetti e misure di prevenzione. Un fallimento di questa portata nella prevenzione e terapia dei tumori non ha ancora portato ad una profonda revisione critica delle cause, all’abbandono di strategie superate, di concezioni obsolete. L’attuale progressiva deriva speculativo commerciale della medicina ha inquinato le sue basi etico–scientifiche”.  Impossibile non concordare.
Ora, è anche la conclusione a cui è giunta una Onlus austriaca che si chiama VVF Mare Nostrum (Verein  zur Förderung der Forschung Mare Nostrum e.V. “, che sul suo sito si presenta in latino: trattasi di “ Societas ad scientiam promovendam”, con sede Vindobona (Vienna)  ed è”associatio Non Profit”, la quale si propone di revisionare le “invenzioni ostacolate” : perché “Res inventa tota revelanda est”, onde valutarne la validità e applicazione per pubblica utilità”. Questa Onlus, che è nata da un lascito originario di Carlo,  ultimo imperatore d’Austria (successe al caro Francesco Giuseppe da 1916  al 1919) e morto in esilio in Portogallo nel 1922, dopo una vita  di preghiera offrendo il suo sacrificio “per i suoi popoli”. E’ stato beatificato nel 2004 da Papa Woytjla   che ne ha sottolineato la qualità di “ promulgatore dell’assisten17005 Di Bella, Giuseppe – Notification of Abstract Acceptanceza sociale, un esempio per noi tutti, soprattutto per quelli che oggi hanno in Europa la responsabilità politica!».
http://www.vff-marenostrum.org/
Questo sito ha indagato non sulla validità scientifica del metodo Di Bella, ma su come sia avvenuta la sua supposta sperimentazione a cura del Ministero della Sanità italiana  ai tempi di Rosy Bindi.  Incontrando, diciamo, difficoltà ad ottenere la documentazione.  Ha anche prodotto  un trailer, “La Terapia Di Bella” – 20 anni dopo ( 1997 – 2017 )  su Vimeo a cui rimandiamo.
https://vimeo.com/232317673
Adesso, il dottor Di Bella  annuncia un prossimo volume sulla “prevenzione farmacologica dei tumori”, di cui delresto ha cominciato a trattare in una tv locale, TVcolor:

 video

 Perché la Melatonina  “coniugata”
Nell’attesa, mi sono incuriosito dell’adozione della melatonina. Questa sostanza che viene ormai venduta in libera vendita (è innocua)  anche nei supermercati per ottenere un sonno naturale, ai tempi di Rosy Bindi fu addirittura vietata, prescrivibile  solo in ospedale, i pazienti di Di Bella furono costretti a procurarsela in Svizzera….
Tuttavia, la  melatonina del professore era diversa  da quella in vendita. Di Bella la ha coniugata con adenosina e glicina.  Ho chiesto il perché, e la risposta è stata: la melatonina è poco solubile in acqua alle temperature corporee; l’adenosina la rende idrosolubile , e  con la glicina come isotonico, utilizzabile per le flebo nelle somministrazioni ad alte dosi che sono spesso necessarie per le sue funzioni anti-cancro. Funzioni che sono più importanti (e scientificamente documentate)  che quella di coadiutore del sonno, la ragione per cui viene commercializzata, “di tutte le sue qualità probabilmente la meno importante”.  La bio-disponibilità viene aumentata enormemente dalla preparazione Di Bella,  che la rende solubile in acqua a concentrazioni in cui la melatonina senza adenosina  precipiterebbe.
Per il vecchio Di Bella, qualunque trattamento di  immuno-modulazione, differenziazione  e anti-proliferazione che non includa Melatonina “è incapace di curare e stabilizzare un tumore; è condizione necessaria ma non sufficiente”.
Già solo l’intelligenza di questa preparazione  meriterebbe alla memoria di Di Bella un  grato ricordo anche come farmacologo.
 
La  ratio del suo funzionamento e il metodo da usare per  produrla, sono   reperibili nella  sede più ufficiale che si possa immaginare, il National Cancer Institute:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29369596
(Melatonin with adenosine solubilized in water and stabilized with glycine for oncological treatment – technical preparation, effectivity and clinical findings)
Tuttavia in Italia bisogna andare in certe farmacie per farselo preparare, sussurrando a mezza bocca, manco si ordinasse oppio   – anzi  procurarsi coca  e crack è più facile. E’ un galenico, quindi poco redditizio per  le grandi farmaceutiche.    E tuttavia, per i pazienti  che decidono di tentare questa strada, la terapia è “costosa”, non perché lo sia (costerà un decimo dei  protocolli chemio), ma perché è  tutta a carico del paziente, poiché il Servizio Sanitario nazionale non la passa, e il trattamento pare essere almeno di sei mesi. Un’altra difficoltà è che certe somministrazioni notturne con siringa a tempo sono complesse da far a casa.  Ma non esiste una clinica Di Bella. Ed è questo uno dei motivi – o pretesti  – con cui certi studi clinici del team sono stati rifiutati da certe pubblicazioni:  richiedevano “il Comitato etico”  e “il gruppo di controllo” (ossia la parte dei pazienti a cui venisse somministrato placebo,   per confrontare  i risultati): due cose per cui occorre un ospedale.   Non resta che sperare nell’intercessione del beato Carlo imperator  Vindibonensis. 

Autore Maurizio Blondet


FONTE:http://www.arcsanmichele.com/index.php/apologetica/108-cultura/10331-conferme-sulla-cura-di-bella-dall-estero

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