martedì 9 agosto 2016

FIRENZE, 11 AGOSTO 1944: ONORE AI FRANCHI TIRATORI

L'11 agosto 1944 Firenze venne occupata dall'invasore angloamericano
 perché era stata sguarnita dai nostri soldati
che si stavano attestando su di una linea di fronte più a settentrione.
Ma vi si resistette con caparbietà, con audacia e con onore.
 
 
I franchi tiratori,  dimostrarono che la città di Pavolini,
 il capoluogo di quel Granducato di Toscana,
 come sarebbe stata definita la RSI per la grande partecipazione
 che la regione di Dante diede alla Repubblica,
non sarebbe caduta senza colpo ferire.
 Centinaia di fiorentini di ambo i sessi e di tutte le età
 spararono dalle finestre, dai tetti, dagli angoli delle strade,
 inchiodando al suolo il nemico e le bande partigiane al suo seguito.
 Non avevano alcuna speranza di sopravvivenza perché,
 una volta presi, sarebbero stati fucilati.
Gli ultimi soldati ad abbandonare il capoluogo toscano provarono
 a convincere i franchi tiratori più vicini a mettersi in salvo con loro.
“La consegna – risposero – è quella di morire sul posto”.
 E così fecero. 
 
 
I FUCILATI DI FIRENZE
 (da LA PELLE di Curzio Malaparte) 
 
I ragazzi seduti sui gradini di S. Maria Novella, la piccola folla di curiosi raccolta intorno all’obelisco, l’ufficiale partigiano a cavalcioni dello sgabello ai piedi della scalinata della chiesa, coi gomiti appoggiati sul tavolino di ferro preso a qualche caffè della piazza,la squadra di giovani partigiani della divisione comunista “ Potente “, armati di mitra e allineati sul sagrato davanti ai cadaveri distesi alla rinfusa l’uno sull’altro, parevano dipinti da Masaccio nell’intonaco dell’aria grigia. Illuminati a picco dalla luce di gesso sporco che cadeva dal cielo nuvoloso, tutti tacevano, immoti, il viso rivolto tutti dalla stessa parte. Un filo di sangue colava giù per gli scalini di marmo.
I fascisti seduti sulla gradinata della chiesa erano ragazzi di quindici o sedici anni, dai capelli liberi sulla fronte alta, gli occhi neri e vivi nel lungo volto pallido. Il più giovane, vestito di una maglia nera e di un paio di calzoni corti, che gli lasciavano nude le gambe dagli stinchi magri, era quasi un bambino.

 C’era anche una ragazza fra loro: giovanissima, nera d’occhi, e dai capelli, sciolti sulle spalle, di quel biondo scuro che s’incontra spesso in Toscana fra le donne del popolo, sedeva col viso riverso, mirando le nuvole d’estate sui tetti di Firenze lustri di pioggia, quel cielo pesante e gessoso, e qua e là screpolato, simile ai cieli del Masaccio negli affreschi del Carmine.

Quando avemmo udito gli spari, eravamo a metà via della Scala, presso gli Orti Oricellari. Sboccati sulla piazza, eravamo andati a fermarci ai piedi della gradinata di Santa Maria Novella, alle spalle dell’ufficiale partigiano seduto davanti al tavolino di ferro.

Al cigolio dei freni delle due jeep, l’ufficiale non si mosse, non si voltò. Ma dopo un istante tese il dito verso uno di quei ragazzi, e disse:

- Tocca a te. Come ti chiami

- Oggi tocca a me - disse il ragazzo alzandosi - ma un giorno o l'altro toccherà a lei.

- Come ti chiami ?

- Mi chiamo come mi pare...

- O che gli rispondi a fare a quel muso di bischero, gli disse un suo compagno seduto accanto a lui.

- Gli rispondo per insegnargli l'educazione, a quel coso - rispose il ragazzo, asciugandosi col dorso della mano la fronte madida di sudore. Era pallido, e gli tremavano le labbra. Ma rideva, con aria spavalda guardando fisso l'ufficiale partigiano.

A un tratto i ragazzi presero a parlar fra loro ridendo.

Parlavano con l'accento popolano di San Frediano, di Santa Croce, di Palazzolo.

L’ufficiale partigiano alzò la testa e disse:

- Fa' presto. Non mi far perdere tempo. Tocca a te.

- Se gli è per non farle perdere tempo - disse il ragazzo con voce di scherno - mi sbrigo subito.

E scavalcati i compagni andò a mettersi davanti ai partigiani armati di mitra, accanto al mucchio di cadaveri, proprio in mezzo alla pozza di sangue che si allargava sul pavimento di marmo del sagrato.

- Bada di non sporcarti le scarpe! - gli gridò uno dei suoi compagni, e tutti si misero a ridere.

- Jack e io saltammo giù dalla jeep.

- Stop! - urlò Jack.

Ma in quell’istante il ragazzo gridò:
 
- Viva Mussolini! - e cadde crivellato di colpi .

 
 

CARMELO PALLADINO PRESENTE


domenica 7 agosto 2016

UNA RISATA VI SEPPELLIRA' - Rassegna goliardica quindicinale

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FEDELI AD UN' IDEA

IN UN MONDO DI INFAMI CAMBIACASACCA



NOI NON RINNEGHIAMO NULLA
 
 
 
 

giovedì 4 agosto 2016

L'INTERVISTA


 
 
(g.p.) Il blog ufficiale di Avanguardia Nazionale, di cui consiglio una attenta lettura, approdato in rete sabato 9 luglio, in poco più di 20 giorni ha superato le 13 mila visualizzazioni. Un risultato davvero lusinghiero per un blog di nicchia. Per questo motivo,  in esclusiva per i lettori di fascinazione intervisto Vincenzo Nardulli, storico leader degli avanguardisti pugliesi nella roccaforte nera di Mola di Bari e stretto collaboratore di Stefano Delle Chiaie.

1)Alcuni giorni dopo aver festeggiato il cinquantesimo anniversario della fondazione Avanguardia Nazionale approda anche sul mondo virtuale con il proprio blog ufficiale, ci puoi spiegare il motivo di questa scelta?
Una delle decisioni prese durante la due giorni dedicata al cinquantaseiesimo anniversario della fondazione di Avanguardia Nazionale è stata quella di mettere, in tempi rapidi, in rete, il nostro blog ufficiale. I motivi di questa decisione sono molteplici, ne cito alcuni: far conoscere le nostre considerazioni e riflessioni sul momento storico ai tanti camerati ed informare lettori e camerati delle iniziative politiche e culturali che stiamo intraprendendo in tutta Italia. Una precisazione mi è doverosa, Avanguardia Nazionale non vuole costituire l'ennesimo partito o partitino presente nell'agone politico italiano, ma vuole essere altro ed alto.

 2) In poco meno di 20 giorni questo blog di “nicchia” ha superato le 13 mila visualizzazioni, sinceramente Vincenzo ti aspettavi questi numeri?  Una mia personale curiosità dove sono disseminati  i lettori di questo blog?
Con la massima onestà intellettuale che mi contraddistingue, non credevo che questo nostro blog avesse tante visualizzazioni in meno di un mese. Un risultato che va al di là delle più rosee previsioni, segno evidente che Avanguardia Nazionale abbia molto seguito e sia punto di riferimento per tanti camerati.

3) Chi sono i principali collaboratori del blog e quali sono gli argomenti maggiormente trattati?
Il blog è gestito da un gruppo di camerati esperti di informatica. Di volta in volta pubblichiamo le notizie che riteniamo più interessanti. Non abbiamo argomenti specifici e privilegiati. Il blog ha anche una interessante sezione che si riferisca ai filmati di nostre iniziative recenti e del passato. Un settore che stiamo implementando e presto i nostri appassionati lettori del blog potranno vedere filmati inediti.

4) Una sezione importante del blog è dedicata alla storia di Avanguardia Nazionale, una storia che ad onore del vero, è stata spesso mistificata con il suo leader Stefano Delle Chiaie definito da compagni e camerati come il provocatore e l’infiltrato di turno. Si tratta di una semplice difesa della vostra storia politica e del vostro mondo o c’è altro?
Il blog serve anche a far luce sulle verità nascoste sulle menzogne volutamente create e sui falsi teoremi che ci hanno visto protagonisti e dai quali, come da documenti che pubblicheremo, ne siamo usciti sempre a TESTA ALTA.

5) Quali sono le prossime iniziative che Avanguardia Nazionale anche grazie al blog realizzerà da settembre in poi?
Tante sono le iniziative in cantiere, sia di carattere politico che di carattere culturale. Da pugliese di Mola di Bari, per scaramanzia non dico ancora nulla, anche per suscitare un po’ di curiosità nei tanti appassionati lettori di fascinazione.info d'altronde un po’ di curiosità non guasta. 

NESSUNO DI NOI ERA A BOLOGNA

 
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