martedì 25 giugno 2019

"IL CUORE NERO DELLA CITTA'", OVVERO QUELLO CHE SANNO ANCHE I SASSI



Un primo commento al libro "rivelazione" "il cuore nero della città" di Federico Gervasoni.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

"Innanzi tutto non ci vuole molto a leggerlo perchè se si escludono prefazioni e postfazioni i capitoli sono tre per un totale di 70 pagine (formato A6 e scritto anche con caratteri larghi).
Io l'ho letto in circa 20 minuti.
Nell'esposizione si guarda bene da fare asserzioni che potrebbero portarlo in tribunale, riferisce di fatti noti e stranoti. Con alcune imprecisioni.
Riferisce di essersi infiltrato per anni nelle organizzazioni di estrema destra, ma nessuno si ricorda di lui.
Riferisce di incontri segreti quando erano pubblicati dati e luoghi e la DIGOS ne era sempre stata a conoscenza. Riferisce dei contenuti di questi incontri ma non vi ha mai preso parte.
Fa (un) nome di persona soggetta ad indagine, con tanto di premessa che bisogna fino a sentenza ritenerlo innocente. Ma il nome lo fa ugualmente.
Ma ciliegina sulla torta ...
arriva a riferire di un incontro a Roma con "centinaia" di avanguardisti. Come infiltrato era troppo emozionato per contarli correttamente?
Cita ovviamente delle minacce ricevute e degli insulti, ma quando la Direttrice del Giornale di Brescia gli ha chiesto quali fossero, la risposta ha sollecitato ilarità anche al presidente di Radio Onda D'Urto.
In ultimo si dimentica che la sentenza di scioglimento di Avanguardia non ha determinato come pena accessoria la morte e la cancellazione dall'umana memoria di tutti gli aderenti.
Se sono commessi reati è la magistratura che deve occuparsene, ma se non vi sono problemi al fatto che brigatisti con una sfilza di omicidi sulle spalle si ritrovino nella trattoria dove sono state fondate le BR (anche quello pubblicato sulla Stampa ma non da lui), perchè dovrebbero esserci problemi se si ritrovano i passati appartenenti ad una organizzazione a cui non è stato imputato un solo omicidio.
Concludo per non essere prolisso, giornalismo è scoprire fatti sconosciuti e renderli pubblici, non incollare ciò che anche i sassi sanno.
Se Gervasoni avesse voluto approfondire poteva benissimo intervistare anche gli attori della vicenda, la sua incolumità non sarebbe sicuramente stata messa in pericolo."

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