sabato 22 settembre 2018

AUGURI, GABBO !


Proprio oggi avrebbe compiuto 37 anni.
Gabriele Sandri fu ucciso l'11 novembre 2007 da
 un agente di polizia
quando di anni ne aveva solo 28.
  
La tragedia di Gabriele Sandri aveva scosso
tutta l'Italia e mobilitato le tifoserie
da Nord a Sud, da allora sempre unite nel suo ricordo.
L'11 novembre del 2007 Gabbo si trovava
 all'autogrill di Badia al Pino,
 vicino Arezzo, lungo l'autostrada A1,
in compagnia di amici
con cui stava andando in trasferta
a seguire la squadra del cuore.
 Gabriele stava dormendo in auto
quando fu raggiunto al collo
 da una pallottola sparata 
 da un agente di polizia mentre era scoppiata
una rissa tra tifosi laziali e juventini. 

 Un grande striscione
con disegnato il volto di Gabriele sorridente
 appare costantemente nella curva della Lazio.

mercoledì 12 settembre 2018

UN RUTTO VI SEPPELLIRA'

 
"E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche
 l'abisso scruterà dentro di te"
 (Nietzsche)
 
Alla prossima sarem più prodighi di dettagli
Intanto prenotate il biglietto.

venerdì 7 settembre 2018

NOI NO

 

8 SETTEMBRE 1943 .

NOI NON ABBIAMO TRADITO

 
Da allora l'8 settembre  si celebra,
purtroppo,ogni giorno...
Accade quando il desiderio compulsivo di
esser accettati e benvoluti
da tutti -e a tutti i costi-
sovrasta i Valori per i quali si dice di combattere
E'-purtroppo- questa la mentalità dei tempi
a cui dovremmo invece sottrarci.
È l'abitudine, se non il vizio dell'italianetto medio... quello che non si schiera, quello che semmai tifa scambiando il tifo per una Fede, quello che ha il fastidio di far brutta figura
 e che ha paura di restar da solo
per il fatto di aver detto
quello che davvero pensa.
 
 
 
 
 
 
Ci sian di conforto e monito
queste profetiche parole,
scritte da Sua Eccellenza 75 anni fa :
 
  
"...Per redimersi bisogna soffrire.
Bisogna che i milioni e milioni di italiani di oggi e di domani vedano,sentano nella loro carni e nella loro anima che cosa significa la disfatta e il disonore, che cosa vuol dire perdere l'indipendenza, che cosa vuol dire da soggetto diventare oggetto della politica altrui, che cosa vuol dire essere completamente disarmati;
bisogna bere nell'amaro calice della feccia.
Solo toccando il fondo
si può risalire verso le stelle.
Solo l'esasperazione di essere troppo umiliati darà agli italiani la forza della riscossa..."
 

 
 (Benito Mussolini, nel corso della sua prigionia
 a La Maddalena(7 agosto - 27 agosto 1943))
 
 
 
Rivoluzionari sempre.
Reazionari mai.
 
 

domenica 2 settembre 2018

SEPA PRESENTE !


"La tua ultima battaglia con onore hai combattuto:
"Boia chi molla!" è il nostro ultimo saluto!"
 
 
Artista: Ultima Frontiera
Titolo: Ultimo Saluto


Testo:
Penso ad anni indietro, i favolosi anni Settanta
Il viale XX Settembre ed Avanguardia Nazionale
Il covo dei cattivi dai rossi sempre evitato
Quanti hanno lottato per quel pezzo di asfalto
Ma fra tutti ce n'è uno che vogliamo ricordare,
Ma una canzone è poco per poterti raccontare!

Tutto il tuo passato a noi hai consegnato
Cosa vuol dire lottare a noi hai insegnato
Non hai mai esitato a gettarti nella mischia
Che sia uno scontro in piazza o un furioso pogo!

La tua ultima battaglia con onore hai combattuto: "Boia chi molla!" è il nostro ultimo saluto!
La tua ultima battaglia con onore hai combattuto: "Boia chi molla!" è il nostro ultimo saluto!
La tua ultima battaglia con onore hai combattuto: "Boia chi molla!" è il nostro ultimo saluto!
La tua ultima battaglia con onore hai combattuto: "Boia chi molla!" è il nostro ultimo saluto!

«Camerata Ernesto Franzutti: presente!»

Con questo presente ti voglio salutare
Un presente che non sarà passato, ma il futuro di chi vuole lottare
Perché tu resterai nei cuori di chi con te ha passato la vita
Fino all'ultimo istante ad incoraggiarti, a dirti: «Non è finita!»

La tua ultima battaglia con onore hai combattuto: "Boia chi molla!" è il nostro ultimo saluto!
La tua ultima battaglia con onore hai combattuto: "Boia chi molla!" è il nostro ultimo saluto!
 
SEPA VIVE!
"Con questo «Presente!» ti vogliamo salutare
Un «Presente!» che non sarà passato, ma il futuro di chi vuole lottare
Perché tu resterai nei cuori di c
hi con te ha passato la vita
Fino all'ultimo istante ad incoraggiarti, a dirti: «Non è finita!»"

Camerata Ernesto Franzutti
 Presente!

CAMERATA ANTONIO BRAGGION, PRESENTE


 
Il Camerata Antonio Braggion, è andato avanti.
 Avanguardia abbruna la Runa.
 Presente!
 
"Antonio fu aggredito da una masnada di rossi armati di spranghe che volevano ucciderlo.
Sparò per difendersi e colpi' mortalmente il criminale varalli.
 Fu processato per omicidio poi derubricato in eccesso colposo di legittima difesa"
 
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"Antonio Braggion, difendersi da un antifascista che ti vuole uccidere non e' reato.
Correva l'anno 1971. A Milano come nel resto d'Italia era aperta la caccia al neo-Fascista o presunto tale. Fu coniato lo slogan "Uccidere un Fascista non e' reato !" Il Prefetto Mazza pubblco' un rapporto in cui denunciava in Milano la presenza di circa 20000 extra parlamentari di sinistra ,armati, che terrorizzavano la citta', chiamati Katanghesi, che avevano come riferimento l'Universita'...
Statale, Erano in possesso dei nominativi di studenti, avvocati, professionisti e militanti non di sinistra. Le armi usate per le aggressioni erano prevalentemente le famigerate chiavi inglesi Hazet 36, per fracassare il cranio della vittima. Sergio Ramelli fu orribilmente massacrato dai giovani antifascisti. La chiusura della Giovane Italia in Corso Monforte, fu causa dello sbando da parte dei giovani della destra radicale che confluirono in Piazza San Babila. Il Fronte della Gioventu' nulla proponeva per l'auto difesa dei suoi militanti. In questo contesto, molti giovani aderirono ad Avanguardia Nazionale. Fra questi lo studente Antonio Braggion. In Avanguardia Nazionale con sede in via Adige, in un mare tempestoso, trovammo la nostra "Neviuras" l'isola che non c'e'.
E poi quel maledetto 16 aprile 1975. Antonio Braggion studente universitario, percorre a bordo dell'auto della madre P.zza Cavour in compagnia di un amico. All'improvviso la sua auto viene circondata da un gruppo di scalmanati che al grido di "uccidere un fascista non e' reato" distruggono l'autovettura a colpi di mazze e spranghe di ferro. Braggion aveva una menomazione ad una mano dalla nascita. Viene colpito dalle mazze ferrate ed' e' ferito alla testa. Spinto dall'istinto della sopravvivenza, estrae la pistola che aveva nel cruscotto e spara. Gli assalitori si dileguano e sul terreno rimane ferito mortalmente l'aggressore Varalli. Antonio Braggion viene identificato e accusato di omicidio volontario. Antonio fugge all'estero. Nel 1978 dopo un interminabile iter processuale, Braggion viene assolto dall'accusa e riabilitato e finalmente potra' laurearsi in legge.
Che strano Paese l'Italia democratica ed anti fascista. Il criminale assalitore Varalli e' considerato un eroe della nuova Resistenza e gli fu dedicato un Istituto Professionale. Per Antonio Braggion l'ignominia per non aver fatto la fine di Sergio Ramelli ed altri.
Ciao Antonio, hai resistito e ti sei difeso ai colpi assassini ma nulla si puo' quando ci chiama il destino.
La terra ti sia lieve e riposa nei prati Verdi degli eroi.

Caro Camerata Antonio.
 Presente !"

Dalla nota Facebook di Stefano, Camerata milanese