lunedì 31 luglio 2017

2 AGOSTO 1980: NESSUNO DI NOI ERA A BOLOGNA

 
Tra depistaggi, menzogne e ricostruzioni di comodo, le stragi di Stato sono ancora ammantate di ombre e i veri colpevoli rimangono impuniti.
 
 
 
IN TUTTI QUESTI DECENNI

TANTE SE NE SONO DETTE E FATTE 

 

ACCUSE FALSE E POI RITRATTATE,
PROCESSI "FARSA" SENZA RITEGNO,
MANIFESTAZIONI POPOLARI
CONTRO CHI NON C'ENTRAVA NULLA!!!
VISTO CHE FRA GLI ACCUSATI
DI QUELLA STRAGE C'ERA ANCHE
STEFANO DELLE CHIAIE,
E' GIUSTO CHE ANCHE LUI
ABBIA LA POSSIBILITÀ
DI FAR CONOSCERE
IL SUO PENSIERO.
LO FACCIAMO "NON" PUBBLICANDO
UNA SUA DICHIARAZIONE,
MA DI PIÙ, UNO SCRITTO
CHE OGNUNO PUÒ LEGGERE,
VERIFICARE E CHE E'
ALLA PORTATA DI TUTTI.
DI SEGUITO LE PAGINE TRATTE
DAL LIBRO SCRITTO DA
STEFANO DELLE CHIAIE
"L'AQUILA ED IL CONDOR"
 
 
IL CAPITOLO 17
2 AGOSTO 1980



GRANDE Piccolo Principe


      

31 luglio 1944: un aereo precipita. A bordo Antoine de Saint Exupèry

Il mistero della sua morte è durato per cinquant'anni, fino al ritrovamento del braccialetto e dei resti del veivolo

Un aereo F-5B Lightning decollato da Borgo in Corsica si inabissa nel Mediterraneo. A bordo c’era Antoine de Saint Exupèry, l’aviatore francese autore de <Il piccolo principe>.

Un aereo F-5B Lightning scomparso e il mistero della morte

Sembra anche che prima del decollo, Antoine avesse confessato ad un amico “Vorrei sparire come il mio piccolo principe”. Questo alimentò infatti anche le voci di un suicidio oltre che di un guasto tecnico. Si parlò addirittura di sabotaggio, vista la forte inimicizia che lo contrapponeva al futuro presidente francese Charles De Gaulle. Un mistero perdurato fino al settembre 1998, quando nelle reti di un pescatore di Marsiglia rimase impigliato un braccialetto d’argento su cui erano incisi i nomi di Saint’Ex (veniva chiamato per lo più in questo modo), della moglie Consuelo e della casa editrice newyorkese che aveva pubblicato nel 1943 “Il Piccolo Principe”.

I resti del suo velivolo furono ritrovati solo nel 2004

A sessanta metri di profondità, al largo dell’Île de Riou vengono trovati i resti del suo velivolo e, nel 2008, Horst Rippert, ottantenne ex-pilota della Luftwaffe, confessò di aver abbattuto col suo Messerschmitt Bf 109, proprio nella notte del 31 luglio 1944, un F-5. Rippert dichiarò “Quando ho saputo di chi si trattava, ho a lungo sperato che non si trattasse di lui”.

FONTE : http://giornaleditreviglio.it/notizie-cultura-e-turismo-treviglio/31-luglio-1944-un-aereo-precipita-bordo-antoine-de-saint-exupery/

domenica 30 luglio 2017

30 LUGLIO 1944

 
DONEDA ERNESTO UCCISO IL 30 LUGLIO 1944
 - a tradimento- dai partigiani.
 
E questa è in breve la sua storia : di mio Nonno, ma anche di mio Padre - Guido- , di mio Zio Albino e di mia Nonna Giovanna.

Era una Guardia Forestale. Aveva fatto la Marcia su Roma, ed aveva un negozio di alimentari che gestiva con la moglie : al sabato offriva da mangiare alle famiglie più povere del paese, -Trezzo sull' Adda (Mi)
-,
 in particolare ai loro bimbi.
Quella sera sostituì un collega, nel turno di perlustrazione notturna. Era in bicicletta, con gli stivali nuovi e una doppietta.
In zona San Martino a Trezzo sull' Adda incrociò un gruppo di partigiani che poche ore prima aveva rubato un furgone e saccheggiato un' abitazione. Gli spararono in bocca, gli cavarono i denti d'oro e gli stivali. La moglie- Giovanna- e uno dei figli -Albino- lo riconobbero da un biglietto che aveva in tasca.
 L'altro figlio -Guido- era a militare, nella RSI, a Novara. La moglie divenne la "vedova della spia", e non mancarono le scritte sotto casa , rivolte a Guido -"Fascista, farai la fine di tuo padre"- e il 25 aprile tentarono di uccidere anche lui.
 
Ti abbraccio, Vi abbraccio
dovunque Tu e Voi
-assieme ad Hiro-
in questo momento, siate
Bruno
 

venerdì 28 luglio 2017

BUON COMPLEANNO, DUCE !

 
 

 
 



L'AUSILIARIA E LA GUARDIA D'ONORE

"... la cosa più struggente avviene un giorno in cui un’ Ausiliaria che sta perdendo la vista  si fa accompagnare in Cripta a Predappio da una donna più giovane.....

“Duce,i miei occhi non vedono più, sto diventando cieca e prima che ciò accada sono venuta a guardarti per l’ ultima volta! “........

La Guardia (d’Onore alla cripta) che in quel
momento monta in silenzio, piange.

L’Ausiliaria non si era accorta e tornando indietro urta la Guardia.

“La sua giovane accompagnatrice le spiega e lei si scusa....

Lei si scusa, avete capito?
 
 Lei si scusa e la Guardia piange.
 Piange ancora”.
 
 
Tratto da : Gabriele Adinolfi - "Io Fascista ricercato"
pp.169-170

martedì 25 luglio 2017

MASSIMO BOSSETTI : E SE FOSSE INNOCENTE ?

 
VERITA' PER YARA, GIUSTIZIA PER BOSSETTI :
proponiamo 2 articoli che evidenziano le grosse lacune e assurdità
del processo d'appello appena conclusosi
 
 
 L'ANALISI DI PAOLO FRANCESCHETTI
 


Ergastolo a Bossetti, il presunto assassino di Yara Gambirasio.

Ripercorriamone la vicenda.

 
Venerdì 26 novembre 2010. Alle 18:44 Yara lascia il Centro Sportivo di Brembate di Sopra dove pratica ginnastica ritmica. La sua casa dista 700 metri, ma la ragazza non vi arriverà mai, poiché le sue tracce vengono perse poco dopo. Alle 18:49 il suo telefonino viene agganciato dalla cella di Mapello  a tre chilometri da Brembate, dopodiché il segnale scompare.
Tre mesi dopo (il 26/2/2011) viene ritrovato il cadavere, in un campo di proprietà della ditta Rosa e C. colpi di spranga sul corpo, un trauma cranico (inferto probabilmente con un sasso), una profonda ferita al collo e almeno sei ferite da arma da taglio sul corpo, tuttavia non letali.
Probabilmente, stabilisce la perizia, è morta di freddo e di stenti.
Ancora tre mesi e si celebra il suo funerale (26/5/2011).

Per mesi le ricerche e le indagini sono frenetiche. Si appuntano i sospetti su soggetti che poi risulteranno estranei alla vicenda. Si fa l’analisi del DNA su decine di migliaia di DNA.
Il 16.6.2014 la svolta: si giunge a individuare come autore del delitto Massimo Bossetti.
Unica prova: il DNA trovato sul corpo della vittima.
Clamoroso, dal punto di vista giuridico, è che poche ore dopo l’arresto intervenga a dare l’annuncio addirittura il ministro dellinterno Angelino Alfano. Il ministro, dimenticando che l’imputato è innocente fino alla condanna definitiva, ben prima delle condanna di primo grado, e addirittura prima ancora della conclusione delle indagini, interviene a additare il colpevole, senza che sia stata valutata alcuna prova. Un fatto senza precedenti nella storia della giustizia italiana.

In realtà di fatti clamorosi, in questa vicenda, ce ne sono diversi; uno per tutti, la vergognosa storia del pulmino di Bossetti, le cui immagini furono mandate in tutte le TV e che risultarono false.


Il primo luglio 2016 la corte d’assise di Bergamo condanna Bossetti all’ergastolo.
La Corte dispone risarcimenti pari a 1.300.000 euro, di cui 400.000 euro per ogni genitore di Yara, 150.000 per ogni fratello di Yara e 18.000 euro per gli avvocati.

Il 30.6.2017 inizia il processo d’appello.

 
Rimangono quelle domande irrisolte.
Come avrebbe fatto uno sprovveduto come Bossetti a tenere un cadavere in casa o altrove senza farsi scoprire?
Come avrebbe fatto a trasportare il cadavere e depositarlo proprio a poche centinaia di metri da dove partivano le ricerche della protezione civile (essendo infatti impossibile che il cadavere fosse sempre stato li, in quanto l’odore di cadavere è talmente forte che sarebbe stato scoperto molto tempo prima).
Quale il movente?
Quale la dinamica dei fatti (mai ricostruita)?
Cosa c’è di così importante nella vicenda di Yara da scomodare addirittura il ministro dell’interno, che nonostante la presunzione di non colpevolezza addita Bossetti come il colpevole già nella fase delle indagini?
E poi:
quelle tre ara: Yara Gambirasio, Chiara Poggi, Sara Scazzi; tre ragazze col nome che finisce in ara uccise nello stesso periodo. Da notare che Sara Scazzi scompare il 26 agosto del 2010; esattamente tre mesi prima della scomparsa di Yara.


Poi il campo, Rosa e C, in cui viene trovato il corpo di Yara, l’anagramma del cui cognome è Gambi Rosa.

FONTE : http://paolofranceschetti.blogspot.it/2017/07/ergastolo-per-bossetti.html#more

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Altro che dna

Barbara Palombelli: "Quanti dubbi sull'ergastolo a Massimo Bossetti. Mi spiegate perché in tre anni non si è fatto un alibi?"

Barbara Palombelli
 
La condanna in appello all'ergastolo di Massimo Bossetti per l'omicidio di Yara Gambirasio divide l'Italia tra innocentisti e colpevolisti. E, in una qualche misura, tra i primi si schiera anche Barbara Palombelli. Interpellata da Il Tempo, infatti, afferma: "Ho molti dubbi. Li ho sempre avuti sin dall'inizio. Se hai ucciso una ragazzina di cui si parla per tre anni e quando ti arrestano non sai che dire, forse non sei l'assassino. Qualsiasi assassino si prepara un alibi o una versione dei fatti più o meno convincente, Bossetti sarebbe il primo nella storia d'Italia a non averlo fatto". E ancora, aggiunge: "Credo che in questa storia ci siano ancora tante cose da scoprire. Sono tante le cose che non tornano".
Per esempio, "c'è stata troppa fretta nel far rientrare in patria tutti gli addetti del cantiere di Mapello, all'epoca": la Palombelli si riferisce alla maestranze che nei giorni della scomparsa della ragazza lavoravano alla costruzione del centro commerciale a lungo al centro delle indagini. Dunque, la Palomba torna sulla prima pista investigativa, quella che condusse a Mohammed Fikri: "Il marocchino è stato prima accusato e poi scagionato e forse anche quello è stato un errore grosso". Insomma, le indagini avrebbero potuto prendere strade differenti: "Si è indagato solo su questa ossessione della goccia di sangue e non in tutte le direzioni", conclude, piena di dubbi.

FONTE : http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13008140/barbara-palombelli-massimo-bossetti-ergastolo-alibi-yara-gambirasio.html
 



 

SIEG HEIL, COMANDANTE GUEVARA

 
IL CHE ERA FASCISTA ?  O DI BUON SENSO PRATICO ?
 
Adesso aspettiamo  - con un sorriso, e nel caso, una grassa risata -
gli strali dei sacristi alla destra e alla sinistra nostra
 
"Il negro e' indolente e sognatore,spende il suo magro salario in frivolezze o bevande.
L'europeo ha una tradizione di lavoro e risparmio che l'ha portato fino a quest'angolo e lo porta a migliorare se stesso,anche indipendentemente dalle sue stesse aspirazioni individuali.
Faremo per i negri quello che i negri hanno fatto per la rivoluzione.
Niente."
(Ernesto Che Guevara)
"Diari della motocicletta"

lunedì 24 luglio 2017

25 LUGLIO : BUON COMPLEANNO, INFAMI !

 
AGLI INFAMI DI IERI, DI OGGI, DI SEMPRE

RENZI VOLLE GLI SBARCHI IN ITALIA


Migranti, Minniti conferma Bonino: “Renzi volle gli sbarchi in Italia”
- Aveva fatto parecchio scalpore, un paio di settimane orsono, la dichiarazione di Emma Bonino secondo cui era stato il governo Renzi “a chiedere che gli sbarchi avvenissero tutti in Italia, anche violando Dublino, nel 2104-2016”. Ora la conferma, autorevole al massimo livello, giunge dal ministro degli Interni Marco Minniti, sollecitato da un’interrogazione parlamentare alla Camera di Federica Dieni del M5S. “Sono curiosa di sentire che scusa possa inventare per giustificare il fatto che il governo abbia siglato un protocollo che garantisce in esclusiva l’arrivo di tutti i migranti nei nostri porti” – aveva detto la parlamentare. E da Minniti, seppur vaga e imbarazzata, è giunta una sostanziale conferma.
Minniti, come accennato, ammette la circostanza pur cercando di restare vago. “Va contestualizzata con le peculiarità di quella fase che oggi sono mutate e in via di evoluzione. Alla fine del 2014 parte quest’operazione che si caratterizza per essere europea, non più solamente italiana, sotto l’egida di Frontex, l’Agenzia europea per le frontiere. La mission in questo caso è lavorare principalmente per il controllo delle frontiere europee, anche se in caso di necessità non sono esclusi interventi di ricerca e soccorso”. Cosa che “fa comprendere la scelta dell’assunzione del coordinamento delle operazioni da parte dell’Italia“. Del resto, a fronte delle smentite governative, al Viminale ammettevano già da giorni la veridicità delle dichiarazioni della Bonino.

Dunque la scelta di fare da porto di approdo per tutti i barconi di migranti fu del governo Renzi. Una scelta che al Viminale rivendicano ma che sono pronti a rinnegare, visto che è intenzione del ministro dell’Interno ridiscutere gli accordi. “Lo scenario è oggi mutato sotto molteplici punti di vista. L’11 luglio scorso a Varsavia – ha ricordato – ha chiesto di rinegoziare gli accordi”.


FONTE : http://quifinanza.it/soldi/migranti-minniti-conferma-bonino-renzi-volle-gli-sbarchi-in-italia/132706/

domenica 23 luglio 2017

VACCINI E ABORTI: RIFLESSIONI MORALI

 
Lettera aperta a Papa Francesco e a tutti i cattolici
 
Eminentissimo Papa Francesco: a che gioco sta giocando?
Perché sui vaccini non fa sentire la Sua importantissima voce? Come mai non interviene, in fin dei conti di mezzo c'è la salute dei più indifesi: i bambini.
E voi associazioni religiose e cattolici praticanti che fine avete fatto?
Questa lettera è indirizzata idealmente a tutti voi, perché sinceramente non sto vedendo quel fermento e quella seria presa di posizione che invece dovreste avere.
Mi riferisco ovviamente ai vaccini, anche se non c’entra l’analisi medico-scientifica della necessità o meno dei vaccini, se sono utili oppure no. Qui si parla di etica e di morale.
La questione in esame riguarda la liceità della produzione, della diffusione e dell’uso di alcuni vaccini con virus vivi attenuati che sono stati preparati a partire da linee cellulari umane di origine fetale, usando tessuti di feti umani abortiti come fonte di tali cellule.
Ecco cosa dice un documento ufficiale dal titolo: «Riflessioni morali circa i vaccini preparati a partire da cellule provenienti da feti umani abortiti», redatto dalla Pontificia Academia Pro Vita.
«
I vaccini, poiché sono preparati a partire da virus raccolti nei tessuti fetali infettati e volontariamente abortiti, e successivamente attenuati e coltivati mediante ceppi di cellule umane ugualmente provenienti da aborti volontari, non mancano di porre importanti problemi etici. L’esigenza di articolare una riflessione morale sulla questione in esame nasce dal prevalentemente dalla connessione esistente tra la preparazione dei vaccini summenzionati e gli aborti procurati dai quali sono stati ottenuti i materiali biologici necessari per tale preparazione.
Se una persona respinge ogni forma di aborto volontario di feti umani, tale persona non sarebbe in contraddizione con se stessa ammettendo l’uso di questi vaccini di virus vivi attenuati sulla persona dei propri figli? Non si tratterebbe in questo caso di una vera (ed illecita) cooperazione al male?
».
Volete veramente cooperare con il male iniettando nei corpi dei vostri figli dei vaccini derivati da feti umani volontariamente abortiti?
Abbiamo bisogno del vostro aiuto, fateci sentire la vostra presenza. Uscite allo scoperto e manifestati, milioni di bambini vi ringrazieranno…
 
Marcello Pamio
 

venerdì 21 luglio 2017

giovedì 20 luglio 2017

ARMI ATOMICHE USA "NASCOSTE" IN ITALIA

Armi atomiche in Italia: gli Usa impongono la segretezza totale. Se c'è una falla non ne sapremo nulla
 
L'OCCUPANTE IMPONE . . . DAL 1945 !
Armi atomiche in Italia:
gli Usa impongono la segretezza totale.
 Se c’è una falla non ne sapremo nulla
 
ROMA – Armi atomiche in Italia: gli Usa impongono la segretezza totale. Se c’è una falla non ne sapremo nulla. Addio trasparenza e fine delle comunicazioni sulle pur scarse informazioni finora disponibili: sulle circa settanta armi atomiche stoccate in Italia nelle basi militari di Aviano (Pordenone) e Ghedi (Brescia) il Pentagono ha imposto la secretazione assoluta. Non potremo sapere, cioè, se c’è stata una falla nel sistema di sicurezza, un eventuale incidente rilevato dagli ispettori americani. Da oggi nulla. E finora gli stessi report, divulgati dagli Usa, non hanno mai contenuto informazioni sensibili tali da pregiudicare la sicurezza degli arsenali nucleari e delle testate atomiche che vengono montate sugli aerei F-35.
“Senza rivelare informazioni coperte dal segreto di Stato, i rapporti delle ispezioni possono indicare se ci sono stati problemi con il personale che maneggia gli armamenti nucleari, se ce ne sono stati con l’equipaggiamento tecnico o con altri aspetti dello stoccaggio delle armi”, ha dichiarato a Repubblica il guru della segretezza, l’americano Steven Aftergood, che guida il programma “Project on Government Secrecy” della Federation of American Scientists di Washington.Il provvedimento non riguarda solo le armi stoccate in Italia (70 delle 180 sul suolo europeo). Alla ricerca di una giustificazione per una chiusura alla trasparenza che non sembra averne, l’americano Stephen Schwartz, esperto nucleare di livello internazionale, cita l’imbarazzo del Pentagono per un episodio accaduto nel 2007 quando in territorio Usa di sei testate non si seppe nulla per ben 36 ore.
“La vera ragione per cui la US Air Force agisce così e rovescia una prassi consolidata per decenni va proprio cercata nelle notizie imbarazzanti riportate dai media tipo quella” – dice Schwartz a Repubblica – questa non è una ragione legittima per secretare queste informazioni che prima erano pubbliche e che non hanno in alcun modo messo a rischio la sicurezza nucleare, anzi, probabilmente l’hanno rafforzata”.
FONTE :

MAFIA CAPITALE NON ESISTE, PAROLA DEI GIUDICI

 
UN PROCESSO DURATO DUE ANNI E 240 UDIENZE

"E' stato certificato che la mafia a Roma non esiste"
L'avvocato di Massimo Carminati: "Questa sentenza è un omaggio a Paolo Borsellino"

"Questa sentenza mi sembra un modo serio e consapevole e responsabile di ricordare il sacrificio di Borsellino, non si deve fare il professionismo del'antimafia". Così Giosuè Naso, l'avvocato di Massimo Carminati, commenta la sentenza che segna l'ultimo atto dell'inchiesta sul mondo di mezzo.

Dopo l'esultanza del fratello Sergio alla fine del maxi processo, anche i legali del principale imputato esprimono soddisfazione per la cadute delle accuse di associazione mafiosa: "Non si possono fare speculazioni, non possiamo fare professionismo dell'antimafia. Questa sentenza ci dice che la mafia è una cosa seria, se tutto è mafia niente poi è mafia".

Il legale Naso cita Leonardo Sciascia, con un riferimento a un articolo pubblicato 30 anni fa, ricorda Borsellino e incalza: "Dovrebbe essere revocato il 41 bis perché non c'è più la mafia, ci ha passato 32 mesi, chi glieli ridà a Carminati? Adesso comunque pensiamo alla sentenza".

"Avevi ragione tu", gli avrebbe detto il cliente una volta udita la sentenza. Perché Carminati era convito che sarebbe andata male, che le pressioni mediatiche avrebbero portato a un responso negativo per lui.

"E' stato certificato che mafia capitale non esiste", continua, "sono riconosciute due associazioni una del 'benzinaro' (ovvero la stazione la stazione di servizio a Corso Francia dove gravitavano i personaggi della malavita legati all'associazoone, ndr) e un'altra legata al mondo delle cooperative".

FONTE : http://www.huffingtonpost.it/2017/07/20/lavvocato-di-massimo-carminati-questa-sentenza-e-un-omaggio-a_a_23039235/

LA DIFESA DI MASSIMO BOSSETTI

 
“Non mi hanno voluto credere, ma voglio andare avanti per dimostrare che sono innocente”.
 
ROMA  – “Non mi hanno voluto credere, ma voglio andare avanti per dimostrare che sono innocente”. Così Massimo Bossetti si è sfogato con i compagni di cella dopo il rientro nel carcere di via Gleno a Bergamo, dove è rinchiuso dal 16 giugno 2014. All’indomani della sentenza di secondo grado che gli ha confermato la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, il carpentiere di Mapello è provato. Con gli occhi gonfi dal pianto e il volto segnato da due notti in bianco, prima e dopo il verdetto, Bossetti ha incontrato i suoi avvocati, Claudio Salvagni e Paolo Camporini che hanno cercato di infondergli nuova fiducia. Era convinto che i giudici di appello gli avrebbero concesso una chance, ripetendo la prova del Dna. Guarda ora alla Cassazione, ultima spiaggia per scongiurare che il carcere a vita diventi per lui un verdetto definitivo.
Esauriti i giudizi di merito, i difensori del muratore di Mapello potranno proporre davanti alla Suprema Corte solo questioni di legittimità, denunciando eventuali violazioni delle norme sulla giurisdizione con l’obiettivo di arrivare alla cancellazione della sentenza di secondo grado e – se non proprio all’assoluzione di Bossetti – almeno, ad una sentenza di annullamento con rinvio, cioè un processo d’appello-bis.Tenuto conto delle posizioni espresse nel processo di primo grado a Bergamo e di secondo grado a Brescia, delle argomentazioni esposte dai difensori di Bossetti nelle loro arringhe, e in attesa di leggere le motivazioni della sentenza di secondo grado, sono almeno tre le “carte” che la difesa di Bossetti potrà giocarsi in Cassazione:
1) ILLOGICITA’ NELLA RICOSTRUZIONE DEI FATTI – Se la sentenza fosse motivata con evidenti illogicità o contraddittorietà del ragionamento prospettato dalla Corte per ricostruire i fatti e arrivare all’affermazione di responsabilità di Bossetti, la difesa potrà censurare la sentenza stessa. Potrà anche denunciare l’eventuale omessa motivazione su questioni decisive prospettate.
2) NULLITA’ O INUTILIZZABILITÀ DI ATTI – Se i difensori avessero eccepito nullità o inutilizzabilità di singoli atti – in particolare legati all’accertamento del profilo genetico di Bossetti – potrebbero farne oggetto di specifico motivo di ricorso per inosservanza delle norme processuali.
3) MANCATA ASSUNZIONE DI UNA PROVA DECISIVA – E’ l’aspetto che merita maggiore attenzione, per la peculiarità del caso: potrebbe essere rappresentato dalla mancata assunzione di una prova decisiva a discarico (cioè a favore di Bossetti), in relazione alla richiesta avanzata dalla difesa di effettuare una nuova perizia sul Dnaritrovato sulla vittima e attribuito a Bossetti. Sotto tale profilo – se le argomentazioni fossero ritenute fondate dalla Suprema Corte – la sentenza verrebbe censurata in base alla norma che espressamente disciplina la “mancata assunzione di una prova decisiva” a discarico.
“Ogni persona intellettualmente onesta non può non pensare che l’imputato debba difendersi. Tutto ruota intorno alla prova genetica e Bossetti non ha potuto difendersi su questo, anche alla luce di tutto il materiale che abbiamo portato. il professor Peter Gill è rimasto sbalordito quando ha saputo quello che sta accadendo qui in Italia. Purtroppo c’è stato un dialogo tra sordi”.
Ai microfoni di “Legge o Giustizia” condotto da Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus, l’avvocato Salvagni ha spiegato:
Secondo lei questo è stato un processo segnato dall’inizio con l’annuncio dell’allora Ministro dell’Interno Angelino Alfano che disse: “Abbiamo arrestato l’assassino di Yara Gambirasio”?
“Credo che questa esternazione sia stata una grossa caduta di stile. Oltre che da un Ministro arrivò da un avvocato che conosce bene i principi del nostro sistema giudiziario. Spero che questa esternazione non abbia condizionato i giudizi”.
Salvagni è tornato ancora sul processo:
“Io lo definisco una vera e propria uccisione del diritto di difesa, non quanto in qualità di difensore di Bossetti. Come cittadino temo queste sentenze che non permettono alla difesa di fare il proprio lavoro. È importante riflettere su un dato scientifico pieno di errori e contraddizioni. Questa vicenda ha travalicato i confini, c’è tutto il mondo che ci osserva”.
Ovviamente arriverà il ricorso in Cassazione: pensa di avere maggiori chance rispetto agli altri due gradi di giudizio?
“Provocatoriamente il ricorso per Cassazione potrei scriverlo già oggi. La sentenza ha ripreso quella di prima grado e penso meriti una cesoia della Cassazione. Mi spiace che per tutto questo tempi Bossetti debba rimanere in carcere. Non possiamo accontentarci di un colpevole qualsiasi, deve esserci un vero colpevole. Bossetti è totalmente estraneo alla vicenda. Sono molto fiducioso perché in Cassazione si parlerà di diritto. Non ci sono giurie popolari ma giuristi di altissimo livello. Le nostre tesi verranno accolte”.
 
 
FONTE :

martedì 18 luglio 2017

BOLDRINI 'S COMPILATION

 
 il PEGGIO del Presidente della Camera
 
 
 
 
 
 

 

UN SALUTO ROMANO PER FIANO : UNA RISATA LO SEPPELLIRA'

 
O BRUTTO, CIAO, CIAO, CIAOOO
 
Sabato prossimo, il 22 luglio all'inizio di Viale XX Settembre, per ridere tutti assieme del decreto antifascista di fiano,
 in solidarietà ai Camerati di Militia denunciati a Roma,
 contro lo ius soli




 
 
 
 
 

lunedì 17 luglio 2017

IL DIRITTO E' MORTO : INGIUSTIZIA E' STATA FATTA



 A Massimo Bossetti non è stata data la possibilità di difendersi in sede genetica
PERCHE' ?
Uno stato crea mostri perchè non può condannare se stesso e le sue incapacità
Valga l'adagio, che poi è l'Essenza del Diritto:
 meglio un colpevole fuori, che un innocente in galera
 
 
Riportiamo  in calce l'articolo
dell'Eco di Bergamo 
 
 

Le lacrime di Bossetti alla sentenza
I legali: «La sconfitta del diritto»

L’avvocato della famiglia Gambirasio: «Giustizia è stata fatta, ora ogni dubbio è stato fugato».                
Massimo Bossetti dopo la lettura della sentenza «ha pianto» nella gabbia degli imputati. Lo ha riferito uno dei suoi avvocati, Claudio Salvagni, che ha aggiunto: «questa sera si è assistito alla sconfitta del diritto». Aspettiamo le motivazioni - hanno detto - ma il ricorso in Cassazione è scontato. Questa sera abbiamo assistito alla sconfitta della giustizia».
 
Anche la moglie di Massimo Bossetti, Marita Comi, non è riuscita a trattenere le lacrime dopo la conferma della condanna all’ergastolo per il marito. La donna era in aula con gli avvocati e la madre dell’imputato. Prima che Bossetti fosse riportato in carcere ha salutato la suocera, Ester Arzuffi, e la sorella Laura. Una sentenza accolta nel silenzio assoluto dell’aula.
 

«Hanno perso il diritto e la giustizia» è la prima reazione di Salvagni, legale di Bossetti: «Hanno condannato un uomo all’ergastolo senza dare mai la possibilità di difendersi in sede genetica». Gli fa eco il collega di difesa Paolo Camporini: «Siamo preoccupati più come cittadini che come avvocati». Sul fronte della famiglia Gambirasio, parla l’avvocato Enrico Pelillo: «Come legale non sono mai contento quando sento pronunciare la parola”ergastolo”, ma questa sentenza andava confermata è così è stato fatto. Nessuno riporterà Yara in vita, ma serviva una sentenza che diceva che questo uomo era responsabile di quanto è successo. Ora ogni dubbio è stato fugato, giustizia è stata fatta».

FONTE : http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/le-lacrime-di-bossetti-alla-sentenzai-legali-la-sconfitta-del-diritto_1243502_11/